La "ripartenza" nel poker: alcuni consigli pratici
Le esperienze del tilt, di una prolungatavarianza negativa o dell'andare "broke", sono tra le più snervanti che si possano provare quando si gioca a poker. E molto spesso sono quelle che fanno allontanare le persone da questo bellissimo gioco.
Soprattutto chi è meno esperto o chi nutre particolari ambizioni dal punto di vista economico, rischia di soffrire in modo più pesante queste situazioni. L'esito, molto spesso, è duplice, ma ugualmente negativo: da un lato c'è chi decide che il poker è un puro gioco di fortuna o che le pokeroom sono truccate, e si limita a spegnere il computer; altri entrano in una fase di gioco compulsivo la cui conclusione rischia di essere ben più problematica.
Sono convinto che tutto questo succeda per una cattiva comprensione dell'essenza del poker, che non è un gioco facile, né un gioco dove tutti possono vincere o diventare ricchi con un singolo "all-in". Questa è un'illusione (perchè tale è in ogni caso, quando si parla di attività ludica) offerta da altri giochi. Nel poker ci vuole disciplina, pazienza, capacità di analisi, di autocritica e voglia di imparare. Tutte cose "impegnative", ma che non diventano un peso se con le carte in mano riusciamo anche a divertirci.
Ecco l'ingrediente "X" del poker: il divertimento. E la "ripartenza" deve iniziare proprio da qui.
Chi, dopo un periodo negativo, si rimette subito a giocare, magari per una forma di revanche personale o perché "è impossibile che vada sempre storta", rischia inevitabilmente di sbattere contro un muro, che diventa ogni volta più solido!
Momenti critici nel poker capitano a tutti, credetemi. Per questo mi sento in grado di offrire qualche consiglio per una giusta ripartenza.
Per prima cosa è necessario fermarsi per un determinato periodo di tempo. E' proibito giocare per un po'. Quanto? Non c'è una regole uguale per tutti, dipende da quello che accadrà ad ognuno nella fase di stop. Perchè in questa fase è necessario, prima di tutto, ripensare al proprio rapporto con il poker e individuare se il divertimento esiste ancora. Divertirsi giocando significa avere voglia di misurarsi con sé e con gli altri, condividere una passione, far parte di una community, entusiasmarsi per la bellezza di una giocata ben fatta, raggiungere i risultati desiderati, il tutto però senza che il gioco diventi il catalizzatore della nostra vita.
Se il divertimento c'è, allora siamo pronti per lo step n.2.
Il secondo passo, è quello degli obiettivi. Per raggiungere qualche risultato di tipo economico o comunque di crescita del gioco, è necessario stabilire un bankroll. Definiamo quanto possiamo/vogliamo investire nel poker ogni mese, senza che questo diventi un peso per la nostra vita e anche per quella di chi ci sta vicino.
Stabilito il budget mensile, non dobbiamo mai superarlo, scegliendo di conseguenza i corretti limiti di gioco. Su questo non entrerò nel dettaglio, ma è chiaro che se il nostro tetto mensile è di 50€, dovremo giocare a microlimiti nel cash game (es. 0,0,5-0,10€) e tornei con un buy-in massimo di 1€.
L'importanza del bankroll è immediata: da un lato offre la possibilità di giocare a lungo e abbattere la varianza negativa; ma dall'altro, regala la consapevolezza che se un mese le cose vanno male, non saremo costretti a fare sacrifici per cose ben più importanti del gioco. E con questa tranquillità addosso, possiamo giocare molto più sereni, meglio e divertendoci pure!
Il terzo punto è l'analisi dei leaks. Se le cose sono andate male, non è tutta questione di sfortuna. Di questo dobbiamo essere consapevoli e imparare ad analizzare gli errori commessi. Emergeranno sicuramente le situazioni in cui più spesso abbiamo perso i pot, o nelle quali ci siamo sentiti incerti sulla giocata da fare.
Riviviamo "a freddo" gli spot problematici e cerchiamo una possibile soluzione. Troppo tight nella selezione delle starting hands? Proviamo un periodo in cui giocheremo più loose. Forse bluffiamo troppo sul board o al contrario diamo troppo credito agli avversari? Nella "ripartenza" cominciamo con un atteggiamento diverso.
Gli esempi possono essere davvero tanti, ma in sostanza quello che conta è la volontà di rivedere il proprio gioco e provare a modificarlo.
Da qui in poi saranno solo sorprese. Molto spesso positive, con i risultati che abbiamo a lungo desiderato. Ma talvolta potremmo anche scoprire che, forse, il tipo di poker che stiamo giocando non è il più adatto alle nostre caratteristiche. E allora perché non provare qualche variante, o passare dal cash game al torneo, o dal NL al FL? Potremmo scoprire di poter diventare degli specialisti e trovare così il "nostro" miglior poker.
In fin dei conti, la capacità di cambiamento fa la differenza nel gioco così come nella vita. E di gran lunga, aumenta il divertimento!
Buon poker a tutti, alla prossima!