Il dinosauro del poker: il Texas Hold’em Fixed Limit (6)
Un bentrovato a tutti nello spazio dedicato al mio gioco preferito, il Texas Hold’em Fixed Limit! E da buon “dinosauro” italiano dell'Hold'em non poteva essere altrimenti. Sesto appuntamento con questa rubrica che ci porta, dopo aver parlato del valore delle starting hands nel Fixed Limit, ad analizzare qualche aspetto particolare.
Sino a qua, abbiamo assimilato alcuni concetti chiave del gioco preflop in questa specialità:
- importanza di un approccio selettivo delle starting hands in relazione a tipologia, posizione al tavolo e stile degli avversari;
- perdita di valore (nella maggior parte dei casi) delle coppie medio-basse (7x7x in giù);
- importanza invece dei connectors;
- possibilità del limp ma solo a determinate condizioni;
- assenza dallo squeeze e difficoltà dello steal preflop;
In sostanza dobbiamo sempre ricordare che a causa dell’entità condizionata del rilancio, la fase preflop è profondamente diversa rispetto al No Limit, l’aggressione ha un valore più limitato ed è difficile trasformare una mano marginale in una mano vincente attraverso il rilancio o la tribet.
Tribettare non ha quindi senso nel Fixed Limit? Sbagliato, perché la tribet preflop esiste eccome in questa specialità, ma va effettuata in situazioni ben precise. Vediamole.
Per valore: quando abbiamo una monster (AxAx, KxKx) e vogliamo massimizzare il nostro punto. Un vecchio adagio del poker dice che con mani forti vanno bene piatti grandi. Questo è il caso.
Per isolarsi: il concetto è evidente: proteggiamo una mano buona dal rischio di trovare un numero troppo alto di avversari nel piatto. In questo caso aggiungiamo alla lista dei candidati per una tribet, mani come AxKxs e off, QxQx, JxJx e se stiamo giocando su un tavolo short handed anche AxQxs/off, e le coppie da 10x10x a 8x8x. Minore e’ il numero di avversari o più alta è l’aggressività dell’orginal raiser, tanto più legittima sarà la nostra tribet. Agiamo invece con più prudenza quando queste condizioni sono opposte.
Vediamo invece alcune situazioni in cui è meglio evitare una tribet preflop. Supponiamo ci sia un rilancio da early o mid, un call da late e noi siamo di grande buio con AxQx in mano. Optare per una tribet nella maggior parte dei casi si potrebbe rivelare EV-. Ammesso che l’OR non abbia una mano molto forte, nel quale caso ci prenderemmo una bella forbet, in tutti gli altri casi non c’è possibilità alcuna di far passare gli avversari. Rilanciando andremmo ad ingrandire un piatto senza aver un punto in mano, il che giustificherebbe un facile call anche con bottom pair da parte degli avversari sulla nostra cbet al flop. Lo stesso ragionamento si applica a maggior con mani inferiori (AxJx, KxQx) e coppie medio basse.
Un’altra situazione analoga si verifica in questo caso: un giocatore apre da mid, uno da late tribetta e noi ci troviamo sui bui con QQ, JJ o AK. La forbet in questo caso non fa foldare nessuno e nuovamente ingrandisce il pot. Meglio limitarsi al call (nel caso di AK si può anche tranquillamente foldare) e vedere il flop: nel caso non escano scary cards, potremo tranquillamente valutare di proseguire nell’azione.
All’opposto, molti giocatori, soprattutto ai limiti bassi, eccedono nell’atteggiamento opposto, quello di essere molto loose e passivi. Limpare da early position con mani assolutamente marginali come ad es. Kx8x suited, Jx7x suited, Ax5x off e via dicendo, è sbagliato. Primo motivo, perché piuttosto raramente andremo a vincere un multiway pot; secondo perché è probabile che qualcuno dopo di noi rilanci, obbligandoci al call. Se non siamo davvero fortunati al flop, andremo in questo modo a pagare chips inutilmente. E nel Limit le chips non si recuperano tanto facilmente!
Infine due parole su un ultimo errore che molti giocatori inesperti commettono avvicinandosi a questa specialità. Dal momento che il raise è limitato, tendono a proteggere con “any 2” i bui.
Questo atteggiamento in media porta grossi danni economici. I bui sono già chips nel piatto, non sono più nostre, sono un costo già pagato. Aggiungendone altre per difendere una mano marginale non facciamo altro che aumentare il costo per noi. Chiediamoci: faremmo call con questa mano in qualsiasi altra posizione? Se la risposta è no, allora dobbiamo sapere foldare il nostro buio.
Il ragionamento cambia un po’ se ci sono tanti giocatori nel piatto: in quel caso riusciamo ad avere delle pot odds mostruose (6:1 e più) e quindi un call con carte marginali può diventare legittimo. Possiamo chiamare con quasi tutto e di preferenza con mani speculative (connectors) che si fanno ben pagare in multiway pot se chiudono scala o colore. Il mio consiglio, comunque, è di gettare via anche nel caso di pot odds ottime, mani super marginali come ad es. 10x4x etc: se poi troviamo il T al flop, cosa facciamo, paghiamo fino in fondo?
Quindi: giudizio nel proteggere i bui, valutiamo bene le pot odds che ci vengono offerte. E al tempo stesso se troviamo un giocatore mediocre che iper protegge i bui, allora non dobbiamo cercare di rubare con mani marginali, ma castighiamolo bene quando siamo adeguatamente attrezzati! Questo vale a maggior ragione quando ci troviamo in una situazione di blind war.
Detto questo, chiudiamo l’analisi della parte dedicata al gioco pre flop e dal prossimo appuntamento iniziamo l’analisi delle tecniche e strategie con le prime 3 carte del board. Buon Limit a tutti!