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Affrontare le fasi di un MTT (terza parte)

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Affrontare le fasi di un MTT (terza parte) 0001

Terzo appuntamento con la rubrica dedicata alla tecnica e strategia del Texas Hold’em, applicata al gioco MTT. Dopo aver analizzato la prima fase di un torneo multitable, entriamo adesso in quella dei bui intermedi, forse la più critica.

In un torneo della durata di più giorni, come ad esempio una tappa dell’Italian Poker Tour di PokerStars, questa fase corrisponde all’incirca agli ultimi 2 livelli del Day1 e alla prima parte del Day2. Qui si decidese e come arriveremo alla “bolla”, ovvero alla zona premi.

I bui aumentano e cominciano ad incidere sullo stack in maniera più sensibile rispetto alla prima fase e inevitabilmente questo porta con sé un aumento delle eliminazioni.
Come conseguenza dobbiamo aver ben presenti due concetti decisivi per affrontare questa fase:
- lo stack deve sempre essere sotto controllo
- l’aggressività paga di più

Il controllo dello stack ci consente prima di tutto di capire quanto margine di manovra abbiamo: possediamo uno stack abbondante con il quale aggredire oppure siamo già nella “zona pericolante” per cui dobbiamo iniziare ad essere molto più selettivi con le starting hands? In secondo luogo ci indica quanto peso può avere la nostra azione sugli altri giocatori. E’ il concetto di fold equity.
Senza voler entrare in formulazioni troppo complesse (poco utilizzabili al tavolo tra l’altro), qui si tratta di capire se abbiamo o meno la capacità di far foldare un avversario attraverso il peso dello stack, magari inducendolo in errore, facendo leva sulla sua paura di compromettere il torneo.

Ad esempio, se siamo big stack è chiaro che le nostre azioni aggressive (raise, tribet etc) diventeranno molto pericolose per gli avversari, perché potrebbero comportare la loro eliminazione del torneo. Questo è a maggior ragione vero se chi viene attaccato ha uno stack medio-basso e quindi rischia di non arrivare alla zona premio.
All’opposto invece, se siamo noi a trovarci con uno stack non troppo "pesante", teniamo presente che le nostre azioni avranno particolare peso su chi come noi “galleggia a mezz’acqua”. Purtroppo se siamo invece già in questa fase tra i cosiddetti short stack, non avremo una grande fold equity sugli avversari, per cui sarà necessario sapere scegliere bene il momento e le carte con le quali fare la nostra mossa preflop.

Ricapitolando, primo elemento chiave nella fase di gioco dei bui intermedi, è il controllo del proprio stack. Per fare questo possiamo usare sia il conteggio del BB (stack/n. BB) sia l’utilizzo del fattore M, la formula ideata da Paul Magriel, che calcola come divisore dello stack la somma di BB+SB+un giro intero di ante (se ci sono già). Entrambi i metodi sono validi, l’importante è utilizzarli...

Per quanto riguarda l’azione nel gioco preflop, abbiamo già evidenziato che l’aggressività deve essere la nostra scelta quando decidiamo di entrare in azione. Dimentichiamo assolutamente il limp (call), dal momento che verremmo sicuramente attaccati e la perdita anche di un solo BB può diventare pesante in questa fase, soprattutto se il nostro stack non abbonda di chips.
Apriamo con dei raise, diminuendone l’entità rispetto alla fase precedente: usiamo un moltiplicatore 2,5-2,75 BB se siamo i primi a rilanciare preflop. Otterremmo lo stesso un buon risultato quando le cose vanno bene, e non perderemo troppo nel caso qualcuno ci controrilanci con una monster.

Anche i call su open raise avversario devono essere usati con attenzione, soprattutto guardando chi ci “sta alle spalle”: se dopo di noi parlano avversari molto aggressivi, potremmo rischiare di subire un ulteriore rilancio e di trovarci presi nel cosiddetto sandwich tra l’orginal raiser e il giocatore che dopo di noi ha tribettato. Per evitare di sprecare chips importanti in questo modo, chiamiamo solo da late position, con alle spalle giocatori non troppo pericolosi o con mani con le quali possiamo comunque pensare di chiamare un eventuale controrilancio.

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