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La Superstizione Nel Poker? Costa un Sacco di Soldi

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Poker e Superstizione

L'altro giorno stavo sfogliando le splendide foto messe online dal magazine di ESPN, "Body Issue", quando mi sono imbattuto in questa citazione di Tyler Seguin, che gioca a hockey per i Dallas Stars:

Sono contro la superstizione. Se sistemo il mio bastone in un modo e faccio tre gol, nella partita successiva lo sistemo in un modo diverso. Voglio sempre dire a me stesso "non è per quel motivo [se gioco bene, ndt]". Posso cambiare tutto e fare in modo che tutto dipenda da me. I miei compagni di squadra superstiziosi pensano che io sia strano.

Non so nulla di hockey, ma caspita, sicuramente mi piace come ragione Seguin. Vorrei convincere i giocatori di poker ad adottare un mindset come il suo. Ma sarebbe un'impresa gargantuesca. La superstizione è ben diffusa tra i giocatori di poker.

Lasciatemi portare un paio di esempi che ho raccolto negli anni e poi vi dirà perché sono convinto che le superstizioni mettano in pericolo il vostro bankroll.

Nel 2007, Frank Rusnak chiuse al sesto posto il World Poker Tour Caribbean Poker Adventure. Durante il tavolo finale disse:

Non mi considero uno superstizioso, ma ogni giorno da quando sono arrivato ho fatto esattamente le stesse cose, persino il modo in cui arrivo al casinò. Mi piace ripercorrere gli stessi passi, perché non voglio portarmi sfortuna da solo. Ho cercato di non cambiare nulla.

Viene da chiedersi come fa a considerarsi non superstizioso uno che ripercorre ogni passo che lo porta al casinò perché non vuole "portarsi sfortuna da solo".

Nel programma tv Cash Poker, andato in onda per pochissimo, tra i commentatori c'era Kristy Gazes. Ad un certo punto, Todd Brunson si è tolto il cappellino da baseball prima di puntare. La Gazes disse:

Una bella puntata, e si è tolto il cappello. Non so se mi piace come mossa, dal punto di vista della superstizione. Se l'è tolto durante la mano. Potrebbe portargli male. Lo sto dicendo per i superstiziosi come me, che ci ascoltano.

Sì, potrebbe "portargli male". O potrebbe anche portargli bene. O potrebbe portargli male per 17 mani di fila. O potrebbe portargli bene un anno dopo. Dato che le superstizioni sono solo costruzioni dell'immaginazione, siete liberi di immaginare ogni tipo di effetto che vorreste vedere.

Un mio amico una volta scrisse, su un forum di poker online:

Mescolo sempre le mie carte private sei volte prima di guardarle, perché se non lo faccio poi perdo. So che mischiarle non cambia nulla, ma è una tradizione ormai.

Pare che stia lottando con la superstizione. Sa razionalmente che mescolare le sue due carte "non cambia nulla", eppure non riesce a smettere per paura che così facendo possa perdere. Questo è un bel'esempio del perché è un bene levarsi dalla testa le superstizioni, non appena compaiono. Se lasciate che mettano radici, liberarsi dalla loro morsa diventerà sempre più difficile.

Durante la trasmissione dell'NBC National Heads-Up Poker Championship 2007, Gavin Smith affermò:

Quando mi sono trasferito qui e ho iniziato giocare nei tornei di poker alle World Series del 2004, avevo i capelli lunghetti e ottenni ottimi risultati alle Series. Be', dopo che la ragazza che stavo frequentando me li fece tagliare, le cose andarono male per tipo tre mesi, dove non combinai nulla. Quindi decisi che la fortuna risiedeva nei miei capelli e così non li taglio da ottobre 2014.

Fortunatamente da allora ha smesso di seguire questo gravoso impegno. O magari qualcuno gli ha tagliato i capelli mentre dormiva, stile Sansone.

Queste convinzioni, dunque, sono innocue e al più divertenti? Non penso. Penso che siano davvero dannose, perché vi impediscono di capire i veri motivi per i quali state vincendo o perdendo.

Se Rusnak permette a se stesso di credere di essere riuscito ad arrivare in fondo a un torneo ricco solo perché ha scoperto una strada fortunata dall'hotel al casinò, non ha bisogno di pensare sul serio a ciò che ha fatto mentre giocava e che gli ha permesso di raggiungere il successo. Forse è diventato più aggressivo, ma non se ne renderà conto perché si concentra su cosa deve fare per evitare di "portarsi sfortuna da solo".

Se la Gazes è "superstiziosa" quando gioca a poker, e ossessionata dalle connessioni causali tra il risultato di una mano e cose assolutamente non collegate accadute prima (tipo togliersi il cappello), è difficile stabilire quante energie mentali le rimangono per studiare l'informazione veramente pertinente a capire come giocano e pensano gli avversari, tipo i betting pattern.

Quando il mio amico conta con attenzione il numero di volte in cui mescola le sue carte, preoccupato di perdere nel caso si sbagliasse, impedisce a se stesso di captare potenziali tell da parte dei suoi avversari.

Se Smith crede che la sua bad run sia causata da un taglio di capelli, allora vuol dire che non sta esaminando in maniera critica i motivi che lo portano a prendere decisioni che sono la vera causa delle sue sconfitte.

In tutti i miei anni di poker ho usato lo stesso dollaro d'argento come card protector. E non per superstizione. Semplicemente mi piace. È funzionale, facile da portare in giro ed esteticamente gradevole. Ma quasi ogni volta che lo poggio sul tavolo c'è qualcuno che mi chiede: "È la tua moneta portafortuna?"

Di solito rispondevo sinceramente: "No, mi piace e basta". Ma negli ultimi anni ho cominciato a mentire e a rispondere "Sì". Voglio che i miei avversari credano che io sia fortunato, perché molti giocatori di poker temono di trovarsi contro un player che ritengono fortunato, più di quanto temono un giocatore abile. In generale, voglio che i miei avversari pensino alla superstizione, perché questo gli impedisce di pensare in maniera critica e razionale al mio gioco, cosa che potrebbe farli giocare meglio.

Per i miei lettori, d'altra parte, voglio di più. Voglio che liberiate la vostra mente dalle insidie e dalle false conclusioni di ritenere che uno specifico evento "fortunato" o "sfortunato" abbiano causato un particolare risultato nel poker. Voglio che ragioniate come Tyler Seguin: "Vinco grazie alle mie risorse, e quindi posso cambiare tutto".

Robert Woolley vive ad Asheville, NC. Ha vissuto molti anni a Las Vegas, raccontando la sua vita nel poker sul blog“Poker Grump”.

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