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Cash Game Poker: a ognuno il suo!

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Cash Game Poker: a ognuno il suo! 0001

Non smetterò mai di ripetere che il poker è un gioco all’apparenza semplice, ma che nasconde così tante sfaccettature che per padroneggiarlo servono tempo, pratica e capacità di analisi. Per questo motivo, specializzarsi è un passo importante per raggiungere buoni risultati anche dal punto di vista economico.

Supponiamo di aver scelto il Texas Hold’em come tipologia di poker e nello specifico di volerci dedicare alla modalità cash game, almeno per un periodo. Siamo già a buon punto, ma resta comunque da decidere se vogliamo giocare No Limit, Pot Limit o Fixed Limit (le forme più note, anche se non le uniche). Dobbiamo capire dove le nostre caratteristiche possono esprimersi al meglio.

Cominciamo dal No Limit. L’aspetto che ritengo determinante per giocare bene a TH Cash No Limit non è prettamente tecnico, quanto piuttosto di mindset. Con il NL si può vincere molto e scalare in fretta i livelli, grazie ad un bankroll che può crescere in maniera inaspettata. Tuttavia si può anche perdere molto e andare “broke”, soprattutto se manca l’autocontrollo. Il tilt è in agguato ad ogni sessione di No Limit. Basta un cooler preflop, e il nostro stack si smaterializza in una sola mano.
Per prima cosa dobbiamo chiederci se disciplina e autocontrollo sono i nostri punti di forza. Il giusto rapporto tra bankroll e livello di gioco è essenziale ma conta poco se nel tempo non lo rispettiamo. Quando le cose vanno male e il bankroll si accorcia, bisogna scendere di livello, non ci sono scappatoie!
E ancora: una volta scelta la nostra strategia in relazione allo stack che portiamo al tavolo (short stack strategy 20-30bb, medium stack strategy 30-50, big stack strategy fino a 100bb) quanti stack possiamo pensare di perdere in un’unica sessione prima che il nostro gioco deteriori a causa del tilt? Se fissiamo un confine prima di diventare preda di un gioco “compulsivo”, dobbiamo saper rispettare quel limite. Sempre.
Se siamo giocatori disciplinati possiamo affrontare il TH cash No Limit. Se a questo ci aggiungiamo una certa dose di aggressività, la mancanza di paura nel gioco preflop e la capacità di piazzare qualche bluff al momento opportuno, allora il No Limit è probabilmente la modalità che fa per noi.

Il Pot Limit è una via di mezzo tra il NL e il Fixed. Non è qui lo spazio per analizzarne le strategie, ma è sufficiente dire che si tratta di un gioco tecnico, incentrato sulla capacità di fare pot control e pot building. L’azione su ogni street va sempre pensata in relazione a quella della street successiva, così come l’ammontare delle chips investite. Pazienza e attitudine al calcolo diventano più rilevanti rispetto al No Limit. Tuttavia, anche nel PL, rapide scalate e altrettanto rapide discese nel bankroll sono possibili. Motivo per cui le considerazioni sul “mindset” fatte nel NL, si applicano in parte anche al PL.
Personalmente lo ritengo un gioco piuttosto interessante. Il problema maggiore del PL sta nel fatto che è poco diffuso, soprattutto in Italia (parliamo di TH ovviamente, mentre per l’Omaha il Pot Limit è la norma). A mio avviso è un peccato, ma è un limite di cui tenere conto, se decidiamo di dedicarci a questa specialità.

E veniamo infine al Fixed Limit. Un tempo la modalità di TH più diffuso, è stato negli anni soppiantato dal NL. Per molti è un gioco con troppa poca “adrenalina” e con troppi scoppi. Vero, ma solo in parte. Gli scoppi ci sono, così come nel NL e nel PL, ma la differenza è che lo stack non viene spazzato via quando arriva la bad beat. C’è sempre la possibilità di rifarsi e questo, nel medio periodo, fa premia sempre i giocatori più forti. Non è un caso che quasi tutti i grandi pro americani abbiano iniziato con il Fixed Limit, e che ancora oggi molti di loro lo preferiscano al NL quando si tratta di partite cash.
Giocare a microlimiti a FL ha poco senso, ma già con limiti 0,50-1 e 1-2 si possono avere partite interessanti e il bankroll necessario è inferiore ai limiti equivalenti del No Limit.
A mio avviso, il rischio molto ridotto di andare “broke” con il FL è un aspetto che molti giocatori dovrebbero tenere presente, soprattutto chi è agli inizi. Per lo stesso motivo, ritengo che le pokeroom dovrebbero avere tutto l’interesse a spingere di più questa tipologia di TH e in parte mi stupisce che ciò non avvenga.
Il FL è un gioco molto tecnico, che predilige l’azione post flop, molto spesso fino al river. Le qualità principali per giocare bene a FL sono la padronanza di una buona tecnica, pazienza, una buona lettura e approccio matematico. Al contrario, bluff, giocate spettacolari e azione preflop nel FL sono nettamente ridimensionate.

Non faccio segreto di aver iniziato a giocare a TH con il FL e di aver imparato tanto dal punto di vista tecnico con questa specialità. Ancora oggi è quella che preferisco, quando mi dedico a qualche sessione di cash su PokerStars.it e che ancora mi appassiona.
Per qualcuno sarà anche “preistoria” del poker americano, ma d'altra parte per un “old school” come me è normale…stare con i dinosauri!

Alla prossima!

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