Bluffare o non bluffare…ecco il dilemma! (2a parte)
Vediamo ora alcune delle situazioni “tipiche” nelle quali un bluff può essere indicato ed avere successo.
La prima è la cosiddetta continuation bet, cioè una mano in cui abbiamo iniziato rilanciando preflop e siamo stati chiamati da un avversario (o al massimo due), sul quale abbiamo posizione. Quando scende il flop, dopo il check dell’avversario, possiamo incassare il piatto puntando anche senza avere il punto.
La situazione ideale per la c-bet, è quando compare unflop dry o “non coordinato”, quindi senza figure e senza grandi possibilità di draw a scala o colore (es. board dry: 2x5x9x rainbow). Ancora, con un Ax sul board, possiamo simulare di aver chiuso la top pair e indurre così l’avversario al fold.
Al contrario, i board drawy (coordinati) o con più figure, sono situazioni in cui la c-bet “in bianco” non è consigliabile.
Va detto però che questi elementi tecnici sono ormai diventati patrimonio comune della maggior parte dei giocatori, che hanno nel loro arsenale sia la c-bet che le contromosse per contrastarla, di cui parleremo a breve.
Pertando il mio consiglio per quanto riguarda la continuation bet, è di farne un uso “sensato”, senza eccedere e soprattutto alternando situazioni in cui c-bettate ad altre in cui limitarsi al check. In questo modo il gioco risulterà meno prevedibile e quando sceglieremo di c-bettare in bianco, la nostra azione otterrà più credito.
Non dobbiamo mai dimenticare che il poker (americano e non) è prima di tutto un gioco incentrato sulla “deception”, ovvero sull’inganno, sulla mistificazione, che si fonda sulla capacità di cambiare stile, ritmo e strategia. Viceversa, quanto più il nostro gioco è ripetitivo, tanto più diventiamo prevedibili e concediamo un vantaggio agli avversari.
Due contromosse tipiche alla c-bet, sono il check raise e il floating. Ed entrambe possono essere considerate forme dibluff, se fatte senza aver nulla in mano.
Quando un giocatore c-betta in maniera sistematica, un’opzione per contrastare la sua tendenza allo steal, è andare in check-raise privi di punto o progetto. La situazione migliore per fare questa giocata è proprio quando compare un flop abbastanza coordinato e privo di Ax. Ad esempio, con questo board: 9♦8♦6♠, un check-raise potrebbe risultare molto efficace, potendo simulare un punto o un progetto a scala o colore. Qui è molto probabile che il nostro avversario, se non ha un punto, opti per il fold.
Attenzione però: scegliamo preventivamente l’avversario su cui fare questa giocata. Se è uno “stealer” abituale e comunque un giocatore loose aggressive, l’azione può risultare efficace. Se invece, chi punta su un board drawy è un giocatore che ha dato dimostrazione di grande solidità e atteggiamento tight, decisamente non è consigliabile avventurarsi in un check-raise.
Altro fattore molto importante da considerare prima di effettuare un check-raise in bluff, è lo stack che ci lasciamo dietro. E’ necessario avere ancora abbastanza chips da non compromettere il torneo qualora l’avversario ci obbligasse a foldare rilanciando il nostro check-raise. In altre parole, non committiamoci con questa azione.
Il floating invece, è un’azione che, effettuando un call al flop sulla c-bet dell’oppo, prepara un possibile bluff al turn. Di questa parleremo nel prossimo appuntamento, ma potete intando trovare un'interessante analisi nell'articolo di David Peters, pubblicato qualche giorno fa su PokerNews Italia.
In ogni caso, vi anticipo un elemento che ritengo importante per questa giocata: la scelta di fare floating al flop va fatta pensando già agli scenari possibili che si verificheranno al turn. In altre parole, cerchiamo di pensare già a cosa faremo nel caso la quarta street fosse un certo tipo di carta, piuttosto che un altro. Non è semplice, ma è molto importante.
Infine, un ultimo tipo di bluff al flop è quello di posizione. Supponiamo di aver chiamato dal bottone il rilancio di un giocatore da early position, seguito dal call dl un altro da middle.
Il flop è Qx3x2x rainbow e i primi due a parlare si limitano al check: questa può essere un'ottima opportunità per simulare una Qx in mano e incassare il piatto puntando.
La size della bet è importante: non deve essere troppo bassa, dal momento che, essendoci un piatto già consistente (3 giocatori + bui), dobbiamo togliere agli avversari le odds per un call. Io consiglio all’incirca il 60-65% del piatto.
(continua)