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Poker basics: pot odds e implied pot odds (2)

Nicola Pagano
Nicola Pagano
3 min read
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Riprendiamo il discorso sulle pot odds iniziato nel precedente articolo. Abbiamo visto il concetto di pot odds "pure" e di implied pot odds. Come li applichiamo durante l'azione al tavolo? Li usiamo per calcolare il nostro expected value, comparando le pot odds alla nostra aspettativa di vincita, ovvero a quante volte in percentuale pensiamo di migliorare la nostra mano ed incassare il pot. Quando le pot odds sono uguali o superiori alla nostra aspettativa di vincita, l'expected value è positivo, e ha senso rimanere nella mano.

Facciamo subito un esempio. Siamo al flop con il nut flush draw, cioè 4/5 di colore. Ovvero abbiamo (teorici) 9 outs per completare il nostro progetto (13 carte per ogni seme, meno 2 sul board e 2 in mano, oppure 3 sul board e una in mano), 9 carte buone su 47 rimanenti nel mazzo (52 totali, meno 3 del board e 2 in mano). Il rapporto tra questi due valori si traduce in: 47/9 = 4/1, cioè 4 a 1 odds di chiudere colore al turn.

Immaginiamo che con 20€ già nel pot, un avversario punti 10€, le nostre pot odds "pure" sono: (20+10)/10 = 30/10 = 3/1, 3 a 1. Se paragoniamo le odds del nostro progetto (4:1) alle pot odds (3:1), otteniamo un expected value negativo, che rende il nostro call "non profittevole". Se però riteniamo che al turn, qualora completassimo il progetto a colore, riusciremmo a farci pagare, le implied pot odds trasformano un eventuale call in un'azione corretta.

Nota: la cosiddetta "ratio", cioè la relazione espressa in x:y, può essere espressa anche in percentuale, in questo modo: 4:1 equivale a 80% e 20%, 3:1 a 75% e 25%.

La tabella che trovate di seguito, può essere un valido aiuto per avere una rapida valutazione delle odds di un progetto:

OUTS ODDS FLOP-TURNODDS FLOP-RIVERES. MANO
1 15:1 7:1
2 11:1 5:1
3 8:1 4:1
4 7:1 3:1
5 6:1 2,5:1
6 5:1 2:1
7 4:1 2:1
8 4:1 1,6:1
9 3:1 1,2:1
10 2,4:1 1:1
11 2:1 1:1

Termiano questa nostra analisi sulla matematica di base implicata nel Texas Hold'em, che ci ha portato a parlare di odds, pot odds, implied pot odds e expected value, con un esempio proposto dal pro americano Aaron "WiltOnTilt" Wilt.

Ecco la situazione: partita di cash game $5/$10. Tra giocatori limpano preflop, lo SB si adegua, hero è di BB con 5x2x e fa check. Il flop è Ax4x10x rainbow. All check fino al bottone che punta $10. Lo small blind chiama. Cosa facciamo al posto di hero?

Aaron Wilt: Sostanzialmente qui possiamo pensare di avere 4 outs per la scala nuts, ovvero tutti i 3x. Se ci basiamo sul calcolo delle odds, abbiamo un 11 a 1 per essere break even (EV=0). Con 5 call preflop il piatto è di 50$, più 10$ puntati dal bottone al flop, seguito dal call dello SB, totale 70$. Noi dobbiamo mettere 10$ su una pot size di 70$, quindi pot odds di7:1, non abbastanza per avere un expected value positivo. Fold automatico? Direi di no. C'è un'elevata possibilità che almeno uno dei tre giocatori che hanno fatto check possa chiamare e ancora di più è probabile che se al turn chiudiamo il nostro draw verremo pagati da qualcuno. In effetti è una scala abbastanza difficile da individuare, oltre al fatto che il bottone potrebbe facilmente avere l'asso.
Il ragionamento corretto da fare a questo punto è: per essere break event, dobbiamo avere 11:1 odds, ovvero "servono" altri 40$ nel pot tra action al flop e action al turn. E' molto probabile che questi 40$ arrivino, quindi, con una stima basate sulle implied odds, il call ci può stare.

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