Poker strategy: Bobo Sbrzesny e le differenze tra poker online e live
Bodo Sbrzesny è un giovane grinder tedesco con tanta esperienza alle spalle sia nel poker online, quasi 2 milioni di dollari vinti in carriera, sia nel poker live, dove il suo miglior risultato è arrivato sul finire del 2012 con un prestigioso 3° posto per €143,476 al WPT Praga.
Ultimamente sempre più grinder dell'online passano ai tornei live e Bodo ha analizzato per noi i più grossi errori che i giocatori online commettono quando si approcciano ai tornei live.
Sempre più spesso noto che uno dei più grossi problemi dei grinder dell'online che si catapultano nei live è l'ego. In praticatanti di loro fanno prevalere il proprio ego e la "presunta durezza" al tavolo sulla ragione. Sicuramente la maggior parte di loro sono capaci di fare profit anche live, ma spesso si lasciano trascinare in confronti uno con l'altro che in realtà non portano a nulla. Questo accade molto frequentemente soprattutto ai più giovani, che sono inoltre più propensi al tilt.
Facciamo un esempio, ero seduto ad un tavolo che però fu chiuso perchè c'erano solo altri due giocatori con me. Ci spostarono tutti su un altro tavolo dove c'erano tre tedeschi, due dei quali sembravano conoscersi ed erano in collusion, ma il punto non è questo. Come spesso mi capita, quel giorno avevo la mia polo di PartyPoker con su scritto il mio nome. Quando uso quella maglietta, di solito metto anche il mio "economico braccialetto scintillante" che trovo molto stiloso. Dopo un po', uno dei giocatori al tavolo mi chiese se era un braccialetto vinto ad un torneo. La mia risposta fu no, e allora raccontai la solita divertente storia di quel bracciale: "L'ho vinto in heads up contro mia mamma, chiaramente ho dovuto fare il mazzo per organizzare una bad beat, altrimenti non avrei avuto chance contro di lei". La storia può sembrare ripetitiva, ma tanti giocatori quando la sentono per la prima volta ridono. Comunque il giocatore mi disse: "Nessuno metterebbe un braccialetto così brutto, faresti meglio a regalarlo al primo che passa". Non prestai molta attenzione a quanto mi disse, guardai in alto e lasciai perdere.
Ma questo era solo il prologo. Al tavolo c'è uno straddle, io mi ritrovo da cutoff ed apro standard con J♣9♣. Il "mio amico" a quel punto 3betta ed io istantaneamente penso lo stia facendo per mostrare i muscoli, visto che non aveva 3bettato affatto fino a quel momento. Con la mano che mi ritrovo, chiamerò sempre per cercare di stakare 100 o più big blinds soprattutto se sono in posizione, e soprattutto se gli attribuisco un range di 3bet molto light. In quel caso capii che non poteva avere nulla di così forte in mano. Una cosa da notare: il fatto che non avesse 3bettato fino a quel momento e che quella fosse la sua prima 3bet non mi aveva spaventato affatto, perchè non per forza lo avrebbe dovuto fare con una mano vera.
Al flop scendono J♦10♣8♣, quindi sapevo già che non avrei più passato la mia mano. Lui checka (ha spesso check-foldato in precedenza durante la sessione), io punto il 60% del pot e lui va all in. Prima di chiamare mi accerto di avere davvero quella mano, ed ovviamente chiamto. E' difficile dire cosa mi aspettasi da lui, probabilmente una mano come JxXx, 10x9x o qualcosa di simile. Sapevo che non avrebbe avuto fold equity sulla mia puntata, e mi aspettavo facesse all in davvero con tantissime mani.
Il turn è un liscio ma al river scende la Q♦ che mi regala la scala, facendomi sentire abbastanza tranquillo contro il suo range. Lui gira 9♠2♠ e splittiamo il pot. Avevo un'equity del 90% in questa mano, il che mi consola molto nonostante lo split pot. Il poker non si dovrebbe commentare quando si è result-oriented.
Ma cosa stava tentando di fare lui con quella mano? Probabilmente voleva mostrare la sua "durezza" girandomi un bluff. Ma questo può solo creare problemi nel lungo periodo. Quindi nel caso vi trovaste in una situazione simile, cercate sempre di prendere le decisioni giuste senza lasciarvi trasportare dalle emozioni.