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Il dinosauro del poker: il Texas Hold’em Fixed Limit (7)

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Il dinosauro del poker: il Texas Hold’em Fixed Limit (7) 0001

E’ tempo di gioco al flop, anche per chi desidera studiare le tecniche dell’Hold’em in modalità Fixed Limit.

Abbiamo già ampiamente discusso il fatto che nel Fixed il ruolo dell’azione preflop è meno incisivo rispetto al NL; ne consegue che le prime tre carte sul board siano la chiave per la corretta gestione della nostra mano.
Cominciamo la nostra analisi con alcuni concetti generali, per poi passare alle tecniche specifiche da utilizzare in questa fase.

Molto spesso il flop determina un cambiamento drammatico di situazione rispetto al preflop. Ad esempio, supponiamo di rilanciare preflop con AxKx e trovare il call di una mano "random": se al flop non centriamo il punto (o un progetto) mentre l’avversario ci riesce, la nostra probabilità di vincere il piatto decresce moltissimo, dal momento che quasi mai riusciremo a far foldare l’avversario con una puntata.

Per prima cosa ricordiamci che nella fase al flop la puntata è ancora una small bet, cioè se giochiamo a €1-2, punteremo al max 1€. Se l’azione preflop è stata, supponiamo, raise da parte nostra, call di un avversario da late e fold dei bui (una situazione standard, anche se nel 70% dei casi troveremo anche il call di uno dei bui…), abbiamo un piatto di 5,5€ preflop. Puntando 1€ creiamo 6,5:1 pot odds per un call dell’avversario, rendendolo ragionevole anche con bottom pair. La cosa diventa ancora più marcata se nel piatto ci sono 2-3 o più avversari (piatto più grande, ancora più probabile che qualcuno abbia “hittato”).

Questo potrebbe darci un’immagine del Limit come quella di un gioco piuttosto frustrante. Attenzione ai giudizi affrettati, esiste anche il rovescio della medaglia. Molti giocatori, soprattutto ai limiti bassi, tendono ad estremizzare questa tendenza, ovvero scelgono di chiamare al flop anche quando sono nettamente indietro nella mano o addirittura non hanno nulla. Tutto questo, semplicemente perché il piatto è allettante e non vogliono essere estromessi o perché pensano che ogni mano sia ribaltabile chiamando fino al river (calling station). Questo è un atteggiamento errato che dobbiamo saper sfruttare, ricordando che la chiave per risultare vincenti al cash game Fixed Limit, è massimizzare i guadagni sfruttando le mani buone e gli errori altrui, e minimizzando le perdite con call inutili.

Questa introduzione ci porta subito a parlare di continuation bet. Dai tempi della rivoluzione di Dan Harrington, abbiamo tutti imparato l’importanza della c-bet; una tecnica che resta fondamentale anche nel Fixed, ma che richiede una adeguata comprensione per poterla utilizzare in questa versione dell'Hold'em.

Il flop è sicuramente la fase nella quale dobbiamo recuperare informazioni, per capire dove siamo nella mano. Il modo migliore per farlo è puntando. Un esempio: immaginiamo di aver rilanciato preflop con KxKx, trovando il call di due avversari. Se al flop scende un Ax, il mio consiglio è quello di puntare comunque, soprattutto se abbiamo il vantaggio della posizione sugli altri. Un raise di uno di loro ci indicherà chiaramente che siamo indietro, un call di uno solo ci potrebbe consentire una 2nd barrell al turn, il call di entrambi richiederà invece prudenza sulla "quarta strada". Se invece facciamo check al flop mostriamo chiaramente debolezza, esponendoci all’eventuale aggressività degli avversari proprio al turn, quando cioè il valore dalla puntata raddoppia (diventa una big bet). Infine non dimentichiamo che il nostro avversario potrebbe chiamare anche “in bianco” o con 2nd o bottom pair, il che nel medio periodo è per noi un atteggiamento decisamente EV+.

Altre situazioni in cui bisogna c-bettare nel Limit sono: sempre quando abbiamo punto, quando siamo in HU (il che non succede tanto di frequente…) oppure quando abbiamo il chiaro vantaggio della posizione. Vediamo quest’ultimo caso, che ci consente di illustrare una tecnica importantissima del Limit, la free card.
Questa la situazione: siamo sempre l’OR preflop e riceviamo il call solo dei bui. Tendenzialmente questi al flop faranno check, lasciandoci liberi di puntare. Si aprono i seguenti scenari (tralasciando un eventuale check-raise da parte di uno di loro):

- entrambi foldano, e vinciamo il piatto al flop;
- uno solo chiama o tutti e due chiamano: contro uno possiamo anche pensare di puntare ancora al turn (a meno che il board non indichi rischi evidenti), contro due possiamo tranquillamente checkare, ottenendo ugualmente un grande vantaggio, quello cioè di aver visto turn e river (cioè due carte) al prezzo di una sola small bet, quella effettuata al flop. Per capirci, se stiamo giocando al limit 1-2, paghiamo 1€ per vedere due carte. Questo può fare la differenza in molte situazioni.

La c-bet invece va fortemente sconsigliata in situazioni in cui ci troviamo al flop con 3-4 avversari e non abbiamo punto in mano. Es: abbiamo rilanciato con AK preflop e ci chiamo 3 avversari; su un flop tipo Q98 possiamo tranquillamente risparmiare soldi e fare check! (continua)

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