La situazione Full Tilt Poker: niente .it!
All'interno della vicenda che ha visto come protagonisti PokerStars, il Department of Justice americano e Full Tilt, uno degli aspetti che sicuramente interessa di più a giocatori e appassionati è proprio la situazione futura di quest'ultima pokeroom. Se non altro perchè fino al Black Friday, Full Tilt era il competitor n.1 a livello mondiale di PokerStars, con milioni di utenti sparsi in tutto il mondo che da un giorno all'altro si sono ritrovati impossibilitati a giocare e soprattutto con i loro fondi congelati.
PokerStars ha già confermato, come parte integrante dell'accordo con il DoJ, che tutti gli utenti di Full Tilt verranno compensati. I giocatori statunitensi riceveranno i loro fondi nell'arco di tre anni attraverso il versamento di 547 milioni di $ che PokerStars effettuerà al DoJ e questo dovrebbe garantire (anche se non è ancora stato ufficialmente confermato) la copertura totale del "debito".
La parte restante dei giocatori che vivono in paesi privi di un mercato regolamentato per l'online, potranno effettuare il cashout (o eventualmente continuare a giocare) una volta che Full Tilt tornerà operativa, il che avverrà entro 90 giorni dalla "chiusura dei conti" con il DoJ. I metodi di pagamento per chi vorrà incassare i propri soldi non sono ancora stati comunicati.
In aggiunta PokerStars è alla ricerca di una soluzione che consenta a tutti questi giocatori (non statunitensi) di trasferire i fondi dal proprio account su Full Tilt a uno su PokerStars.
Restano infine da regolare le pendenze nei confronti dei giocatori di Full Tilt che si trovano oggi in situazioni di mercato regolamentato, e questo riguarda l'Italia. A tale proposito PokerStars sta vagliando con i governi dei paesi che possiedono una regolamentazione (Italia, Francia, Spagna, Belgio, Estonia e Danimarca per rimanere in Europa) una soluzione per consentire ai giocatori il recupero dei fondi bloccati. La pokeroom ha infatti comunicato di non voler acquisire licenze nazionali per questi paesi. Questo significa che, almeno per il momento, niente Full Tilt.it.
All'orizzonte si profila invece l'ipotesi di lanciare un Full Tilt.EU con licenza maltese, operazione già realizzata per la piattaforma di PokerStars, all'interno della quale possono giocare i cittadini di 7 paesi europei privi di legislazione nazionale per il poker online: Germania, Svezia, Finlandia, Olanda, Polonia, Slovenia e Romania (questi ultimi 3 paesi non sono ancora operativi).
Insomma, la decisione di un rilancio di Full Tilt a 360° è confermata, con reintegro della piattaforma, del brand, dell'applicazione per mobile e di quello che fu uno dei punti di forza della pokeroom, il Rush Poker, anche se i due "ex competitor" avranno gestioni separate, e non si tratterà di un network con utenti in comune.
La scelta invece di non puntare all'acquisizione di licenze nazionali, è in linea con l'idea di non frammentare mercati dove PokerStars è già consolidata e soprattutto conferma che la molla principale che ha guidato PokerStars in tutta l'operazione è la prospettiva di un recupero del mercato americano.