Il fisco tarpa le ali del poker in Spagna
Partenza in salita per il poker online spagnolo. In una nazione che chiede 100 miliardi di euro all'Europa per salvare le sue banche, era difficile pensare che il Governo non battesse cassa anche in materia "gioco". Qui la mano è stata pesantissima tanto da rischiare di soffocare il business del poker online. A tarpare le ali del mercato ".es" sarà una tassa del 25% sui ricavi lordi della raccolta di gioco che gli operatori dovranno pagare. In più i giocatori dovranno pagare un'imposta sul reddito forfettario intorno al 24% e le perdite non potranno essere dedotte dall'importo dovuto.
La rete del fisco spagnolo ha imposto alle room una informativa molto dettagliata. I giocatori pagano sulle vincite e sui cashout. Per accedere al gioco online un soggetto deve inserire il proprio numero di identità, che verrà utilizzato dagli operatori per segnalare al Ministero del tesoro tutte le vincite e le perdite, compresi i versamenti. Un monitoraggio che mette un po' d'ansia. Ovviamente monta la protesta dei grinder spagnoli e anche di chi non trova giusto azzoppare un mercato di indubbio potenziale. A diffondere la protesta sono soprattutto i social network, su tutti twitter dove per capire le ragioni dei giocatori basta cercare "# findelpoker" o "# tributacionjustaya".
Le licenze per il poker online assegnate in Spagna dalla Gambling Commission ( DGOJ ) sono 27 tra loro la principale per utenti e interessati è quella di PokerStars.es. Anche su questa room non c'è ancora l'azione attesa da molti grinder. Sembra che non manchi l'offerta nella sezione cash, soprattutto nel texas Hold'em, meno nell'Omaha. Le maggiori difficoltà sono emerse nei Sit&go e nei MTT dove l'affluenza è davero inferiore a quanto previsto. Non sono quindi presenti nello schedule giornaliero apputamenti che sul ".it" sono fissi come ad esempio il Night on Stars. Il “Sunday Special” domenicale è partito con una prima moneta garantita dimezzata rispetto a quanto visto in Italia, ossia 25K contro i nostri 50K.