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Il Poker live e la politica ‘impreparata’

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Il Poker live e la politica ‘impreparata’ 0001

Il 2009 e’ un anno che in Italia non sara’ facilmente dimenticato, soprattutto dal mondo del texas hold’em sportivo live.
Gia’, perche’ proprio 3 anni fa, entro’ in vigore la legge n.88, quella che legalizzo’ i tornei live con buy in ‘di modico valore’ su tutto il territorio italiano (e non solo nei Casino’).

Sappiamo bene qual’e’ la situazione paradossale dopo 36 mesi: non si puo’ giocare da nessuna parte e nel decreto fiscale del Governo Monti in materia, non c’e’ traccia dei provvedimenti attesi per regolamentare la questione, con ‘sdegno’ e fastidio che si accumulano nella community dei poker players e degli appassionati italiani.

Ma ecco la novita’ che ancora una volta mette sotto i riflettori la ‘preparatissima’ classe politica italiana che sembra non aver ancora compreso le reali ‘necessita’ del settore: il senatore del Pdl Stefano Di Lillo, ha infatti presentato un emendamento al decreto fiscale del governo Monti, con la richiesta di abrogazione di due parti importanti della celebre legge 88. I due articoli di cui viene chiesta la cancellazione sono il 27 e il 28, ci dui analizziamo le parti piu’ significative:

Art. 27: Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 16, comma 1, della legge 13 maggio 1999, n. 133, adottato di concerto con il Ministro dell'interno, sono disciplinati i tornei non a distanza di poker sportivo; con il medesimo regolamento sono altresì determinati l’importo massimo della quota di modico valore di partecipazione al torneo ele modalita’ che escludono i fini di lucro e la ulteriore partecipazione al torneo una volta esaurita la predetta quota, nonché l'impossibilità per gli organizzatori di prevedere più tornei nella stessa giornata e nella stessa località.

Andiamo con ordine. Eliminando l’articolo che riportiamo integralmente qui sopra (n.27), il senatore avrebbe dovuto farsi spiegare che come minimo, tutti i circoli ‘privati’ potranno riprendere (solo tra i loro soci, ma sappiamo quanto e’ semplice ed economicamente conveniente l’iscrizione a questo tipo di realta’) a organizzare eventi live di texas hold’em sportivo, non esistendo piu’ a quel punto il cuore stesso della norma che aveva ‘interrotto’ l’attivita’ dei suddetti circoli.

La cosa incredibile e’ l’obiettivo che il nostro ‘esimio’ rappresentante nell’ala del Parlamento Italiano piu’ importante, vorrebbe ottenere, e cioe’:

‘Vogliamo che siano abrogate le previsioni normative istitutive del poker live. Si tratta di un gioco ad elevata pericolosità sociale. Si suggerisce la soppressione della norma che ha introdotto tale gioco’.

Senza commentare la ‘pericolosita’ sociale di questi raduni in circoli privati (solo per i soci…), con eventi live da 30 euro di buy in e un centinaio di giocatori (spesso in quei circoli si giocano eventi di altre discipline ‘legali’ come il bridge, con gli stessi numeri e alle volte con molto piu’ denaro in circolo) che sarebbero ovviamente attratti dal fascino di un torneo live, e non certo dal margine di guadagno che resterebbe comunque ‘di modico valore’.

La questione e’ ai limiti dell’incredibile: in pratica si vogliono cancellare le norme che impediscono di giocare live nei circoli attrezzati, e allo stesso tempo si grida alla perciolosita’ sociale.

Se non avessimo a che fare con dei politici italiani, penseremmo ad uno scherzo.

Passiamo oltre. L’art 28 e’ l’altro che il buon Di Lillo vorrebbe cancellato…ma perche’?

Art. 28: 28. Nel rispetto dell'articolo 1 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496, ratificato con legge 22 aprile 1953, n. 342, della direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, recepita con il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, e degli articoli 43 e 49 del Trattato istitutivo della Comunità europea, l'esercizio e la raccolta dei tornei di poker sportivo non a distanza sono consentiti ai soggetti titolari di concessione per l'esercizio e la raccolta di uno o più dei giochi di cui al comma 11 attraverso rete fisica nonchéai soggetti che rispettino i requisiti e le condizioni di cui al comma 15 previa autorizzazione dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.

Anche qui le idee non sembrano essere tanto chiare…

Ma come, si parla di pericolosita’ sociale e poi si propone di cancellare l’unica parte della norma che di fatto ‘limita’ la possibilita’ di organizzare eventi live (e raccogliere il relativo denaro…) a soggetti autorizzati dalle autorita’ competenti.

In caso di abrogazione infatti, il mercato tornera’ libero, scomparendo (con l’art 28) anche l’illecito amministrativo: unite tutto al fatto che la Corte di Cassazione ha gia’ stabilito che ‘non vi e’ alea nei tornei di texas hold’em sportivo..’ e che la giurisprudenza si e’ orientata piu’ volte verso la ‘mancanza del fine di lucro in questi tornei live con buy in di modico valore.. ’ e capirete come ancora una volta, l’ennesima, la classe politica italiana finisca col fare una figura mediocre.

E tutto questo perche’? Per demagogia, caccia al consenso elettorale, populismo, approssimazione e poca conoscenza dei settori specifici su cui i nostri rappresentanti devono legiferare.

E visti gli stipendi dei parlamentari italiani (tuttora, dopo 6 mesi di favole, i piu’ alti d’Europa…), forse sarebbe anche il momento di chiedere a qualcuno di assumersi le proprie responsabilita’. Perche’ tutti possono esprimere le proprie opinioni, ma se da queste dipende il destino di una legge (per fare un esempio) alle volte e’ senz’altro preferibile un dignitoso silenzio.

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