Poker on-line Usa: tutto fermo fino al 2013?
Nei giorni scorsi erano già arrivati ‘rumors’ non proprio positivi. E le conferme sembrano sempre piu’ autorevoli e fondate: la notizia è che ilpoker on line negli Usa resterà con ogni probabilità illegale fino al 2013.
Il primo a far balzare sulla sedia tutto il popolo del Texas Hold’em in rete, è stato il leader dei democratici al Senato americano, Harry Reid. Con alle spalle la potentissima lobby di Las Vegas e il Gruppo Caesars Entertainment (suo sponsor elettorale…ndr.), sull’influente senatore Reid c’erano l’all in di tutte le componenti del poker on line nordamericano. E purtroppo anche un esponente così prestigio nella ‘stanza dei bottoni’ non è bastato a sbloccare l’empasse che circonda la legislazione federale (attualemente assente) sulla materia.
Il cosiddetto Tax Bill del governo (di fatto la nostra ‘manovra finanziaria) di settimana scorsa, era, secondo molti, l’ultima chance per sbloccare la situazione: e invece l’emendamento che proprio Reid ha cercato di far passare, e che avrebbe finalmente fatto chiarezza fornendo una nuova normativa federale, è stato seccamente respinto.
E cosi’, con ogni probabilità, il poker online rimarrà illegale negli Usa fino a inizio 2013. Con conseguente insoddisfazione dei giocatori ‘indigeni’ e soprattutto dei potenziai investitori che dovranno congelare i propri budgets fino al nuovo anno.
L’unica piccola apertura alla situazione, la fornisce un esperto di Gaming della Macquarie Securities, Chad Beynon, che sottolinea il fatto di come le modifiche alla legge precedente siano sì state apportate, lasciando però un margine di autonomia ai singoli stati:
‘Pensiamo che le norme siano state scritte in modo tale da consentire piccoli aggiustamenti mano a mano che si prosegue nei lavori. A questo punto, nessuna data precisa è stata fissata, ma 13 aziende hanno già presentato una licenza di esercizio…stiamo a vedere...’.
L’esempio principe è quello dell’Acep di Las Vegas (proprietaria dello Stratosphere Hotel Casino), che nonostante il ‘vento’ contrario, ha appena richiesto una regolare licenza di gioco online nel Nevada. Una dimostrazione ulteriore del fatto che, nonostante lo scenario sia probabilmente immutabile almeno fino alle Presidenziali di novembre, l’interesse e i grandi capitali pronti a entrare su questo mercato sono ancora li in attesa.
Con l’ovvia speranza che non risulti vana.