Strategia per le Partite con Limite Fisso – Parte Uno
Passiamo oggi ad analizzare una delle discipline piu' care a chi vi scrive, il fixed limit.
Ricordo con tanto piacere le trasferte che una decina di anni or sono facevo con mia papà e con gli amici più intimi, per fare una partitina a Texas Limit nei Casinò sloveni.
In quel momento il texas hold'em non era conosciutissimo in Europa e tanto meno in Italia, e l' unico posto dove si giocava era nei Paesi limitrofi, quali appunto la Slovenia, l'Austria, qualche Casino' in Francia, e, soprattutto, l' unica specialità alla quale si poteva giocare in quel periodo, era il Limit.
E' un pensiero ricorrente, soprattutto negli Stati Uniti, che per diventare dei buoni giocatori di no limit, occorre passare delle ore di buona palestra nel fixed limit, durante le quali si impara a capire la vera forza oggettiva delle mani, e il valore assoluto del fold.
La differenza principale tra il fixed limit e il no limit, sta nella formula che regola il sistema di puntate: non si può decidere liberamente l'entità della puntata (fino alla possibilità di giocarsi tutto, cioè di andare all in), ma questa è regolata da un certo limite (rilanciabile in progressione fino ad un massimo di 4 volte) per quanto riguarda la fase preflop e flop, che viene poi raddoppiato nella fase del turn e del river (sempre con un massimo di 4 rilanci).
Ne consegue che nel fixed limit la possibilità di mettere in difficoltà l'avversario con una puntata aggressiva è decisamente ridotta rispetto al no limit e questo determina tecniche e strategie di gioco sostanzialmente diverse.
Per prima cosa, la selezione delle mani da giocare. Nel no limit le coppie (medio alte) e le high cards sono le mani che vengono giocate in prevalenza, proprio perché attraverso una puntata forte possono essere "protette", nel senso che è possibile ridurre preventivamente il numero di avversari da affrontare; non solo, ma è possibile "rubare" preflop molte chips con un rilancio forte, anche andando all in, quando più avversari hanno dimostrato debolezza nelle loro giocate. Tutto questo nel limit è molto più difficile.
Molti concordano nell'affermare che se nel no limit gran parte del "movimento" delle chips viene fatto nella fase preflop, nel limit il gioco si svolge prevalentemente dal flop al river. Molto spesso nel limit game un rilancio preflop viene chiamato da più di un giocatore. Per questo motivo le coppie (al di sotto di JJ) perdono molto in efficacia poiché contro più di un avversario possono essere facilmente battute già al flop. Un altro esempio: supponiamo di trovarci in late position con JJ in mano e un certo numero di avversari prima di noi ha effettuato una chiamata: nel no limit potremmo pensare di fare un rilancio molto forte (ad es. 10 volte il buio) per rubare il piatto preflop; nel limit il raise verrebbe invece chiamato da tutti i limpers con il rischio che al flop JJ possa essere battuto da eventuali A, K o Q. Qualcosa di simile può essere detto a proposito delle combinazioni di overcards, anche se rispetto alle coppie esse hanno anche la possibilità di chiudere mani a scala o colore e questo nel limit game è un vantaggio importante. Detto questo non intendiamo che coppie ed overcards non siano da giocare! Anzi al contrario, restano mani molto forti, ma vanno sfruttate nel modo giusto (con più o meno aggressività) in relazione alla posizione al tavolo, alle giocate degli avversari e al loro stile.
Le mani che senza dubbio guadagnano chance rispetto al no limit, sono le cosiddette drawing hands, cioè quelle mani che hanno buone possibilità di realizzare una scala o un colore (come ad es. JT suited). Questo accade perché nel limit diventa meno "costoso" riuscire a vedere flop, turn e river con questo tipo di carte, che hanno bisogno di "pescare" per diventare vincenti. Inoltre beneficiano del fatto che spesso nel limit i piatti sono "ricchi" in quanto contesi da più giocatori: di conseguenza riuscire a chiudere una scala o un colore diventa molto proficuo. Anche in questo caso, non significa che si debba sempre e in ogni caso giocare una draw, ma è decisivo capire quando conviene farlo, se il piatto lo merita e al minor costo possibile.