Luca Pagano - Il Mio EPT Montecarlo Grand Final
Nemmeno due giorni di pausa per ricaricare le pile dopo le fatiche dell'European Poker Tour di Sanremo in veste di organizzatore, e tornavo nei panni di giocatore per affrontare le Grand Final di Montecarlo dove l' anno scorso mi tolsi la grande soddisfazione di arrivare al tavolo finale giocando probabilmente il poker migliore di tutta la mia carriera.
Partito da Sanremo con le migliori intenzioni e scrollatami di dosso tutta la responsabilità dell'evento che tanto successo aveva avuto la settimana precedente, ho deciso di giocare il day 1A per tutta una serie di motivi.
Innanzitutto ero determinato a passare il day 1; lo stack da 30.000 chips, i livelli infinitamente lunghi, il field di iscritti sicuramente di qualità superiore, mi facevano ben sperare in un torneo da condurre come protagonista fin dai primi livelli, e giocare il giorno di apertura mi avrebbe permesso di riposare tra il day 1 e il day 2.
Giè dalle ore che precedevano il torneo, nel leggere i nomi dei giocatori presenti al mio tavolo, la speranza di giocare un buon torneo faceva sempre più spazio alla consapevolezza che questo potesse veramente accadere. Greg Raymer, Mike Mc Donald, e Kitay garantivano una giocabilità al tavolo non indifferente, oltretutto sono tutti giocatori che io conosco a menadito e avrei potuto approfittare di questo per provare a fare la voce grossa al tavolo.
E questo, in parte, succedeva in effetti. Prima riuscivo a prendere il controllo assoluto del tavolo, con l'unico Mc Donald a disturbare le mie manovre, e poi erano le carte a farla da padrone quando eliminavo Greg con un set over set (assi vs 10) che mi portava sopra le 90.000 chips. Il gustoso siparietto che tutti voi avete visto sui blog di tutto il mondo, vedeva Raymer regalarmi una pietra nella quale una scritta mi "consigliava" di fare buon uso delle sue chips.
Con la mia solita condotta di gara finto tight aggressive (ragazzi…. non si vedeva una carta loool ), riuscivo a chiudere la giornata a 170.000 chips, secondo del chip count assoluto al day 1A. Ero carico, molto carico, e le sensazioni erano buone.
Il day2 si apriva in maniera molto meno felice e i miei up & down mi portavano ad essere spesso in pensiero per il mio stack, non riuscivo mai a superare la soglia di inizio giornata, fino a quando proprio nell' ultimo livello due grossi piatti mi facevano salire alla cifra di 411.000 chips. Un risultato davvero insperato per come era andata inizialmente.
Al day 3 ho sofferto parecchio il primo tavolo, ma quando sono stato spostato di fianco a Joe Hachem, ho trovato nuova linfa per spiccare il volo verso una nuova bandierina.
Oltretutto son riuscito a eliminare proprio l'australiano Pro di Pokerstars, e su questo voglio raccontare un piccolo aneddoto.
Nella mano della sua eliminazione io ero small blind, e mi limitavo a completare con K 7 di fiori. Joe checkava. Al flop venivano giù due K e un Jack, cominciavo a spingere e Hachem chiamava sia al flop che al turn dove scendeva una carta non decisiva; il river era un 2 e si andava ai resti con Joe che mi comunicava di essere quasi dispiaciuto di girare il suo full di K con 2. Il problema è che la carta che aveva tra le mani non era un K ma un Jack, e Joe usciva dal torneo quasi inconsapevolmente.
Tutto sommato avere eliminato due tra i più forti giocatori del mondo è stata una gran bella soddisfazione, ma mi è dispiaciuto davvero profondamente. Entrambi mi hanno aiutato enormemente quando i risultati in un determinato periodo della mia carriera non arrivavano. Ma sono dei veri campioni, e si rifaranno presto.
Il resto lo sapete tutti. Ennesima bandierina all' EPT, ed ennesima uscita contro una giocata, chiamiamola così, "discutibile" da parte di un avversario.
Un abbraccio a tutti, Luca Pagano