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Poker Strategy: parliamo di Mixed Max con Olivier Busquet

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Nicola Pagano
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Poker Strategy: parliamo di Mixed Max con Olivier Busquet 0001

Il "Mixed Max" è forse una delle tipologie di torneo più interessanti e tecniche degli ultimi tempi, anche se ancora poco diffusa al momento.
Il formato è abbastanza semplice: si inizia giocando (TH NL) in modalità full ring, per poi passare dopo una certo numero di livelli (o nelle seconda giornata di torneo) al six-handed e chiudere con un tabellone diheads up.

Il Mixed Max ha fatto il suo esordio "ufficiale" alle WSOP nel 2012 e quest'anno è stato riproposto a Las Vegas con un buy-in di 3.000$.

Abbiamo incontrato lo specialista di heads-up Olivier Busquet e gli abbiamo chiesto qualche consiglio strategico su come affrontare un torneo mixed-max.

PokerNews: Come regoli il tuo gioco aggressivo mano a mano che si passa dal nine-handed al six-handed all'heads-up?

Busquet: E' un concetto abbastanza standard. Meno persone ci sono al tavolo, più ampia deve essere la selezione delle starting hands e più aggressivo e "creativo" devi essere nelle giocate. A parte questo, tutto dipende dagli avversari (avversario) che hai al tavolo e a questo va adattato il gioco.

Come cambia il range di aperture?

Ovviamente il gioco è più tight e la selezione di mani è più ridotta nel 9-handed. Nel 6-handed possiamo, per esempio, aprire da utg con Jx10x off suited, qualsiasi AxXx suited, forse anche Kx8x suited giusto per capirci, mani con le quali non rilanceremmo da early in un 9-handed.

Il ruolo della posizione è lo stesso nel 9-handed e nel 6-handed?

La posizione è importante in ogni caso. Anche se nel 6-handed l'apertura da early position potrebbe indicare una mano non necessariamente forte, come detto sopra.

In realtà una differenza abbastanza importante e di cui tenere conto nel mixed-max è che nel passaggio da una modalità all'altra si possono incontrare gli specialisti. Ce ne sono per il 6-max, ma soprattutto ci sono tanti giocatori, come me ad esempio, super specializzati negli heads up. E lì diventa veramente importante sapersi adattare, anche perché normalmente è nella fase di heads up che si va a premio o dove comunque si vincono le cifre più alte.

Penso che molti giocatori sottovalutino l'importanza di essere ben preparati per la fase di heads-up in questi tornei.

I suited connectors come 98 o i "suited gappers" come 57 mantengono il loro valore anche nell'heads-up o sono più forti nelle fasi di multiway pot?

Ancora una volta direi che il fattore essenziale è la posizione al tavolo e la tipologia di giocatori che si ha di fronte. E' su questi due elementi che dobbiamo regolare il nostro gioco. Per dare un'idea, potrebbe succedermi di scegliere uno stile piùloose-aggressive ad un tavolo 9-handed passivo e abbordabile, e di giocare invece più tight (ma non troppo...!) ad un 6-handed in compagnia di regular aggressivi.

Per quanto riguarda il bluff, ne vedi di più nella prima giornata (o in generale nella fase 9-handed), durante il 6-handed o all'hu?

Penso che nell'heads-up sia fondamentale tentare più buff, dal momento che si giocano più mani e spesso non si chiude un punto subito. Lo stesso ragionamento vale anche capovolto: è altrettanto meno probabile che l'avversario di turno abbia un mano forte. Così il bluff diventa un'arma indispensabile.

A dire il vero, ritengo molti giocatori, soprattutto grinder di MTT o sit, abbiano un grosso leak a questo riguardo: tendono a bluffare troppo preflop, e troppo poco al river.

Per quanto riguarda il rilancio preflop per isolarsi, lo vedi più utilizzato nelle prime fasi o piuttosto quando il torneo si fa short-handed?

Anche qui dipende dalle situazione, ma a livello teorico è più probabile trovare azioni per isolare un avversario nella prima fase del torneo, quando si incontra lo spot giusto. Questo può essere una mano forte, oppure per cercare di isolare un giocatore inesperto o non particolarmente abile nel gioco post flop. In questo modo si punta a prendere vantaggio sul/sui "fish" al tavolo. Essere aggressivi preflop ha anche il vantaggio di mascherare meglio le starting hands, di modo che prima o poi capiti di trovare action proprio quando abbiamo una mano forte.

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Nicola Pagano

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