Poker strategy: il floating nei tornei live a basso buy in
Dopo il precedente articolo, parliamo ancora di floating, una delle tecniche di gioco più interessanti del poker Texas Hold'em.
La mano che andiamo ad analizzare oggi è stata giocata da chi vi scrive al recente torneo "ReMida" disputatosi nella Poker Room del Perla di Nova Gorica, buy in 300 €, in una situazione nella quale tutti voi potete trovarvi in qualsiasi momento.
In genere il torneo di cui stiamo parlando ha una struttura abbastanza violenta al Day 1, per poi rallentare il giorno successivo, per uno stack iniziale di 60.000 chips e una durata blinds di 40/50 minuti al Day 1 e un'ora al Day 2.
Ho sempre pensato, a differenza di quello che il giocatore medio di questi buy in vi dirà spesso, che per approdare con tranqillità in zona premio, sia profittevole fare molte chips al Day 1, magari non esattamente in early stage, quindi nei primissimi livelli del torneo, tempo che utilizzeremo per studiare i nostri avversari, quanto soprattutto intorno al quarto, quinto livello, in prossimità dell'entrata in gioco degli "ante".
Il profitto derivante dalla capacità di fare stack al Day 1 è rappresentato dall'elevato numero di eliminazioni nella giornata di apertura, che portano ad un sensibile avvicinamento della zona premi fin dai primi livelli del Day2, livelli che dobbiamo affrontare incutendo timore ai nostri avversari in relazione al numero di chips in nostro possesso. E' risaputo, infatti, che più il torneo si protrae, meno i nostri avversari saranno disposti a giocare le loro chips, meccanica della quale noi dovremo approfittare.
Ma quali le tattiche da adottare per fare chips al Day 1? Ovviamente massimizzando i colpi a nostro favore, ma, nel caso piuttosto frequente che non arrivino carte giocabili, dobbiamo per forza inventarci qualcosa.
Oggi prendiamo come punto di riferimento il floating in un pot multiway contro oppo sensato.
L'action si svolge al sesto livello, 400/800/50, non abbiamo ancora spinto molto e abbiamo circa lo stack iniziale, 58.000, agiamo da Small Blind e assistiamo all'apertura da UTG di un giocatore di qualità media, inmini riase a 1.600. Flattano in 3, tutti giocatori di scarso valore, noi spilliamo 10♦J♠ e, ovviamente, completiamo. Il grande buio, giocatore sensato, pari stack con il nostro, sale in squeeze a 4.800 e, dopo il call di tutti i nostri avversari, il piatto diventa importante, noi dobbiamo mettere 3.200 per un pot da 27.000, completiamo ancora.
Flop 5♦7♥9♣. Ovviamente è un board che può aver colpito qualsiasi coppia flattata, ma non ci aspettiamo che il BB possa aver avuto aiuto da questo board, in ogni caso egli c-betta 11.000 dopo il nostro check, causando il fold dell'original raiser e di tutti i flatters; la palla torna a noi. Invece di mollare subito il piatto, come possiamo far figurare una nostra mano di valore che in realtà non possediamo?
In quel momento ho pensato che chiamare su questo flop potesse rappresentare un'arma davvero letale nel caso in cui avessimo insistito nell'azione sulle strade successive. Far pensare al nostro avversario di giocare con un set e non rilanciare su un flop così sarebbe stato ai miei occhi un ottimo abbinamento, per cui ho fatto call e non ho pensato nemmeno per un attimo al gutshot di scala, non era quello il motivo della mia chiamata, per altro non lo deve essere mai.
Turn 5♣. Scongiurato ogni tipo di aperture di draw a colore, ho deciso di mettermi in check raise sull'eventuale second barrel del mio avversario che, invece, decide per checkare dietro dandomi una grandissima dimostrazione di debolezza, frutto del suo probabile timore derivato dal mio call al flop.
A questo punto entrambi abbiamo circa 40.000.
River: 2♦ che rappresenta una carta totalmente bianca. Adesso la decisione più difficile, come portare a casa il piatto. Ovviamente dobbiamo uscire in puntata, ma qual è la size più giusta per outplayare il nostro avversario? Il piatto è di circa 49.000 chips e in genere i giocatori di questi circuiti non hanno un livello di pensiero talmente alto da poterci mettere nella condizione di fare ragionamenti troppo elaborati. Ricordiamoci che però stiamo giocando contro un player sensato che sa tenere le carte in mano, per cui proviamo a evitare l'all in che rappresenterebbe una puntata (praticamente 4/5 di pot) troppo elevata e desterebbe sospetto; optiamo per un 24.000 che costerebbe al nostro avversario praticamente l'intero torneo, ma non è troppo alta per continuare a raffigurare una mano fortissima.
L'esito finale della mano non è poi così importante, ma è interessante notare come egli ci pensi una vita, ci faccia le solite domande di rito (mostri se foldo, perchè hai giocato così, ecc ecc.), alle quali proviamo a rispondere il meno possibile.
Alla fine decide di muckare dichiarando Ax10x, da quel momento il nostro torneo prende un'altra piega e con lo stack è molto più facile fare la voce grossa al tavolo.
Ecco l'animazione della mano:
[hand=it:*29][/hand]