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Truffe, Chip Dumping e Phishing: la Settimana Nera Del Gioco Online

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Lazzaro Cadelano
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Phishing nel poker online

Dal casinò di Sanremo a Terni, passando per Macerata: si scrive phishing, si legge truffa telematica. La strategia è sempre la stessa, carte clonate, soldi giocati, persi e intascati dal complice nei siti di poker online. Tra denaro rubato e riciclato c’è un giro di milioni di euro.

IL CASO DI TERNI. L’episodio scoperto nelle Marche è l’identikit tipo della truffa. A un pensionato di 60 anni è stata sottratto il codice segreto della Postepay. Forse ingenuità, forse disattenzione.

Di sicuro l’uomo si è ritrovato vittima della truffa e ha perso tre mila euro. Il colpevole è stato identificato ma non ancora trovato dalla Polizia: un 35enne incensurato di origine albanese ma residente a Terni.

IL CASO DI MACERATA. In un paesino nella Marche, Castelraimondo, l’esempio di come nonostante ogni singola truffa si aggiri di solito sotto il migliaio di euro, la 'forza' della macchina criminale stia nella quantità, perché con lo stesso trucco sono stati letteralmente fregati centinaia di malcapitati.

Come l’uomo del piccolo paesino in provincia di Macerata che si è accorto di un ammanco di 600 Euro dalla sua carta. Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di risalire alla società di poker online in cui erano stati giocati i soldi, capirne il movimento e individuare il complice.

Così sono scattate le manette per due ragazzi napoletani di 25 anni che fino a quel momento avevano derubato varie persone, sempre con la stessa tecnica, per un totale di 17 mila euro.

ANCHE IL CASINO DI SANREMO NEL MIRINO. Per fortuna la macchina criminale può essere individuata, anche se talvolta troppo tardi per qualcuno. Le indagini permettono di analizzare il flusso dei dati sui server e così a Genova, per esempio, ci sono 100 nuovi nomi iscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica.

Una nuova maxi indagine sta infatti smascherando una rete fittissima di phishing, in cui i malviventi 'pescavano' appunto un giro di milioni di euro investiti poi nei tornei di poker online e perfino del casinò di Sanremo.

FONDAMENTALI I COMPLICI. C’è chi accede ai conti e chi deve fare da spalla per incassare i soldi, si chiama ‘chip dumping’. I ruoli sono diversi e fondamentali: c’è chi entra in possesso delle chiavi di accesso alle carte di debito o di credito, ma poi c’è chi deve 'incassare'.

Il fulcro sono le room del poker online, perché il ladro punta i soldi della carta che intendono prosciugare in quel momento, e gioca, o meglio, fa vincere un complice che allo stesso tavolo vince la somma. In questo modo, prima della scoperta del malcapitato o delle indagini, il movimento di denaro è al di là di ogni sospetto
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INGENUITA’. C’è da dire che occorre fare attenzione, perché se da un lato si tratta di criminali, esperti di truffe telematiche e sempre aggiornati su nuove metodiche, occorre anche che le persone facciano maggiore attenzione.

Soprattutto con le carte prepagate, la classica Postepay, fino ad arrivare alle carte di credito del proprio conto, la procedura è sempre la stessa: una mail delle Poste o della Banca che richiede l’accesso e quindi la digitazione di username e di una password.

Niente di più falso, visto che nessun istituto richiede queste informazioni via mail. È vero, gli hacker riescono a riprodurre la grafica esatta del sito dell’istituto di credito, ma non bisogna cascare nell’inganno tanto semplice quanto efficace.

NON SOLO FURTO, ANCHE RICICLAGGIO. La truffa scoperta dalle autorità aveva una duplice funzione. Da un lato c’era il furto vero e proprio, dall’altra i malviventi, oltre a prosciugare i conti dei malcapitati, ripulivano il denaro proveniente da attività illecite. Proprio così: non vincevano soltanto, ma molto spesso perdevano volutamente gran parte del denaro per ripulirlo.

Ringraziamo il sito VanDerBilt.edu per l'immagine

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Lazzaro Cadelano

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