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Fisco vs Anton Wigg: l’accusa è di evasione fiscale

Ilaria Pernice
Ilaria Pernice
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Fisco vs Anton Wigg: l’accusa è di evasione fiscale 0001

Anton Wigg, 26enne campione svedese di poker che ha vinto l’EPT di Copenaghen ha ricevuto la visita poco gradita degli agenti del fisco nel suo appartamento di Stoccolma.

Gli agenti avevano un mandato di perquisizione in quanto Wigg era sospettato di presunta evasione fiscale. Al giocatore infatti venivano contestate vincite non dichiarate sulla base di dati recuperati da un sito di monitoraggio russo.

Sembra che, in base alle informazioni raccolte online dalla Skatteverket, l’autorità fiscale svedese, a Wigg siano state contestate vincite presunte doppie rispetto a quelle effettive regolarmente dichiarate.

La vicenda ricorda da vicino la famigerata operazione "All in", avviata dalle autorità italiane già nel 2011 e ancora pienamente attiva, basata sulle informazioni pubblicate da HendonMob, il noto sito inglese di ranking e risultati che pubblica dati purtroppo non sempre corredati da controlli alla fonte sufficientemente rigorosi.

Parimenti l’autorità fiscale svedese ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione a procedere nei confronti di Wigg, presentando delle informazioni pubblicate da un sito russo, che però secondo il campione svedese sono errate.

Wigg, incredulo, ha ribadito che i suoi risultati non sono un segreto in quanto non ha mai nascosto nulla e ha sostenuto di aver sempre pagato tutte le tasse dovute.

Tuttavia, al termine della perquisizione Wigg è stato condannato a versare una cauzione di un milione di corone svedesi, pari a circa 110.000 euro.

Non disponendo immediatamente dell’importo richiesto, il giocatore di poker si è visto confiscare il conto in banca oltre a una serie di beni prelevati direttamente dal proprio appartamento.

Procedura inevitabile in questi casi che però ha indubbiamente segnato il giovane campione che, dopo essere riuscito a versare la cauzione in un secondo tempo vista la somma consistente richiesta, si trova ora paradossalmente a dover dimostrare la propria innocenza in tribunale per riavere i propri soldi.

Insomma una brutta vicenda non priva di conseguenze. Dal punto di vista personale, Anton Wigg ammette che questa esperienza ha minato la fiducia che da sempre riponeva nelle autorità della propria nazione.

Quello che viene spontaneo chiedersi è se anche la Svezia abbia iniziato una propria battaglia fiscale contro i giocatori di poker.

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