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Poker Live: bando previsto, ma con calma...

Nicola Pagano
Nicola Pagano
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Poker Live: bando previsto, ma con calma... 0001

La politica è abituata a mettere a dura prova la pazienza degli italiani. Normalmente lo fa per questioni ben più importanti del poker, ma nei giorni scorsi le dichiarazioni di rappresentanti del governo e di AAMS hanno tolto qualsiasi dubbio fosse rimasto agli appassionati in merito alle tempistiche per la legalizzazione del gioco live.

Ieri si è pronunciato il segretario all’Economia, con delega ai Giochi, Alberto Giorgetti facendo intendere che al momento non ci sono in programma nell'agenda ministeriale incontri su questo tema, sul quale peserebbero tra l'altro le drammatiche (e ancora non del tutto chiare) vicende di morte legate al gioco: "La gara è prevista da una norma di legge e quindi dovrebbe essere indetta, ma bisogna valutare anche l'esposizione mediatica che coinvolge il settore in questo momento."

A Giorgetti ha fatto eco la dichiarazione, rilasciata a Gioconews, del vicedirettore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Luigi Magistro, diversa nei contenuti ma analoga nella conclusione: "Il percorso che porterà alla regolamentazione del poker live prosegue. Tuttavia al momento non si ravvede una situazione tale da favorire, dal punto di vista logico e tecnologico, un'apertura di questo gioco nel giro di poche settimane. In effetti c'è una situazione nebulosa, un limbo pericoloso. Ma, ripeto, non siamo adesso nelle condizioni di poter risolvere velocemente il problema per molti motivi che speriamo di risolvere."

In realtà rimangono "nebulose" le motivazioni di questo stop alla regolamentazione del gioco live, che ormai dura da 4 anni. Senza contare che il tutto è reso ancora più assurdo dal fatto che il bando di concorso contenente 1.000 licenze per operare nel settore del poker live esiste già da tempo, approvato e poi stoppato nel gennaio di quest'anno.

Come se non bastasse, in questi 15 anni ogni governo che si è succeduto in Parlamento, si è prodigato nel legalizzare giochi di ogni tipo (superenalotto, gratta e vinci, casinò online...), mentre il poker, unico tra questi in cui l'abilità conta davvero, rimane un tabù.

Nel frattempo in Italia si continua a giocare live in tanti circoli in una situazione di illegalità o semilegalità, tant'è la confusione legislativa. La polizia chiude i circoli e fa scattare denuncie salvo poi, spesso, dover archiviare tutto in seguito ad un ricorso in giudizio.

E così prosegue l'anarchia del semiproibizionismo: i giocatori che desiderano vivere la loro passione nella legalità, restano a bocca asciutta, e lo stato perde le ingenti entrate che deriverebbero da un settore regolamentato.
Cui prodest?

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