Il poker online in Italia segna un pesante -43%!
Secondo i dati recentemenre forniti da AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), il poker online registra nel 2012 un dato a dir poco allarmante.
I numeri ufficiali dicono che le entrate legate al poker online sono scese dai 41 milioni di € di inizio anno ai 23 dell'ultimo periodo, un -43% che la dice lunga sulla salute di questo settore del gaming.
In particolare i tornei hanno subito un -75% da quando il gioco è stato regolamentato in Italia ad oggi. Nel gennaio 2011 l'entrata era stata di 35,3 milioni di €, mentre ad agosto 2012 è scesa 9,1 milioni. Il cash game, introdotto nel luglio dell'anno scorso, dopo il boom iniziale ha subito un declino del 41%.
In realtà i numeri del poker online stanno registrando una flessione a livello globale, ma un picco negativo analogo si registra solo in Francia e Spagna, oltre che nel nostro paese.
L'analogia è subito evidente: si tratta in tutti questi casi di mercati regolamentati, ovvero limitati alla liquidità nazionale. In realtà esiste anche un problema di tassazione che incide sia sui giocatori occasionali, che vedono un prelievo rilevante su un'attività ricreativa, sia sui professionisti per i quali diventa meno redditizio giocare sulle pokeroom nazionali.
Questo è vero fino ad un certo punto, almeno stando al caso italiano. Da noi infatti il prelievo fiscale sul poker è inferiore rispetto agli altri due paesi europei: ad esempio, nel cash in Italia è il 20% contro il 25% della Spagna, mentre in Francia tocca quasi il 30%.
Il problema reale, almeno a nostro avviso, è la liquidità ristretta ai confini nazionali. In un momento di crisi economica come quello che sta vivendo in maniera particolare il nostro paese, il numero di giocatori/utenti/appassionati si sta progressivamente registrendo. Solo l'apertura di questo mercato oltre i confini italiani, per coinvolgere i giocatori dei paesi della Comunità Europea, è l'unica strada percorribile per rilanciare questo settore nel nostro paese.
Anche perché non si capisce davvero il motivo per il quale da un lato scegliamo una moneta unica, un'uniformità nelle regole del mercato e tanti sacrifici dal punto di vista del welfare, e poi non possiamo pensare alla creazione di un mercato unico europeo per il gaming.
Contraddizioni all'italiana?