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Spagna e Italia vogliono unire i mercati del Poker

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Stefano Villa
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Spagna e Italia vogliono unire i mercati del Poker 0001

Arrivano nuove conferme sulla volontà di creare un mercato comune per il poker online di Spagna e Italia. La fonte autorevole è il direttore generale della commissione spagnola sul gioco, Enrique Alejo, secondo il quale l'obiettivo potrebbe essere raggiunto nel 2013. Nell'intervista rilasciata al sito spagnolo Poker Red, il Director General de Ordenación del Juego (DGOJ) ha ribadito l'intenzione di Italia e Spagna di arrivare a una disciplina condivisa per il gioco online e a un field unico di giocatori. Essendo Alejo a capo del sistema spagnolo che regola gaming online, le sue valutazioni ci fanno intendere quale sarà lo scenario l’anno prossimo.

Alejo vuole calmare il caos che dal primo giugno imperversa nel poker online iberico. L'ipotesi più accreditata è quella di unire i due mercati, spagnolo e italiano, per aumentare la liquidità. Un punto già discusso apertamente nelle riunioni del 19 e 20 giugno scorso a cui hanno preso parte anche esponenti di Francia e Portogallo.

Un nuovo meeting allargato è previsto per il prossimo dicembre, ma Alejo spinge perché incontri bilaterali Spagna-Italia possano anticipare le conclusioni: "Probabilmente dopo l'estate, a settembre od ottobre, ci incontreremo con i responsabili italiani, e allora sarà possibile fare una stima attendibile del tempo necessario per strutturare un accordo. non so se questo sarà raggiungibile all'inizio del 2013, ma è probabile di sì in fase più avanzata."

Il primo obiettivo è quello di recuperare i giocatori spagnoli che hanno abbandonato le room nazionali: "Non c'è dubbio che per il nostro mercato si tratti di una perdita: Speriamo che tornino e che giochino in Spagna, perché sono giocatori spagnoli e rappresentano un valore aggiunto per il mercato nazionale e per i suoi talenti"
L'ente regolatore italiano, AAMS, ha obiettivi simili. Anche nel nostro territorio lo Stato vuole impedire ai suoi giocatori di utilizzare piattaforme non autorizzate. Lo fa da un paio d'anni e con buoni risultati. Il fisco batte cassa e il legislatore si adegua, un motto che in questi ultimi mesi è trasversale nella politica italiana e spagnola.”

La possibilità che anche la Francia condivida da subito l'iter che Spagna e Italia sembrano voler seguire, è remota. Lo ha confermato lo stesso Alejo: "I francesi sono ottimisti e allineati, ma hanno meno fretta, tuttavia potrebbero essere più motivati qualora il sistema italiano e spagnolo dovesse funzionare.” Emerge chiaro che la disciplina che regola i giochi d'azzardo debba essere differente da quella che regola il poker. La costante decrescita del ricavi lordi del gaming in Italia e Francia è la prova che i pani regolatori non fossero su misura per ciascun gioco.

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Stefano Villa

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