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On-line: soldi al sicuro con Pokerstars. Ma con gli altri?

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On-line: soldi al sicuro con Pokerstars. Ma con gli altri? 0001

Nel mondo del poker on-line, non esiste una regolamentazione che non abbia tra i suoi obiettivi principali, quello di ‘proteggere’ i fondi che i poker players depositano sui loro account per giocare.

Ma nonostante questo tipo di approccio (doveroso peraltro, e sulla carta gia’ attivo da molti anni), siamo proprio sicuri che le cose stiano proprio cosi’?
La risposta e’, nella maggioranza dei casi, negativa.
Proviamo a chiarire meglio il concetto.

Se i fondi dei giocatori fossero stati davvero ‘al sicuro’, dopo il Black Friday, Full Tilt Poker (per restare con l’esempio negativo principale) avrebbe restituito tutto il denaro ai legittimi proprietari, e anche in un lasso di tempo piu’ che ragionevole.
E invece le cose non sono andate cosi’, e a tutt’oggi resta da capire se e quando gli ex utenti della ex Poker Room #1 negli States riceveranno indietro il ‘maltolto’.
Perche’? Le ragioni sono molteplici, ma per sviscerare il problema ancora piu’ a fondo, basta un semplice esempio che puo’ (in molti casi) aprire gli occhi un po’ a tutti.

Quando aprite un conto corrente bancario, i soldi che depositate diventano ‘legalmente’ di proprieta’ dell’istituto bancario stesso.
Questo non significa che voi perdiate dei diritti sul vostro capitale (ovviamente), ma la banca è autorizzata a far uso di quel denaro sul mercato finanziario, nei modi e nei tempi che ritiene piu’ convenienti per lei.
A voi resta la piena disponibilita’ della valuta, e se le operazioni che la banca ha ‘messo in piedi’ con i vostri soldi andassero male, sarete comunque tutelati dalla Banca Centrale Nazionale ( o Federale nel caso USA) che garantirebbe la solvibilita’ del conto in qualsiasi momento.
Una bella garanzia insomma, ma se ci spostiamo nell’ambito del Poker On-Line, la stessa sparisce quasi completamente.
Si, perche’ nonostante le indicazioni di tutti i regolamenti varati negli anni sulla delicata materia dai singoli stati, la realta’ e’ stata che le Poker Room (Full Tilt in primis, ma anche 5050 Poker, Everleaf e Purple Lounge…e molte altre) non hanno seguito le indicazioni ‘generiche’ dei vari ‘legislatori’, utilizzando invece i fondi dei giocatori per qualsiasi necessita’ riguardante la room stessa (gestione ordinaria, investimenti, pubblicita’, acquisizione di nuove licenze).
E quando e’ scoppiato ‘il bubbone’ nello scorso aprile, ecco che si e’ aperto il sipario sul disastro.

I giocatori di Full Tilt, quando il DoJ americano ha iniziato a ‘fare a pezzi’ la compagnia per trovare fondi per i creditori, si sono ritrovati in una condizione davvero drammatica (che persiste).
I loro legittimi ‘crediti’ non hanno in realta’ piu’ valore di tutti gli altri che nel frattempo si erano creati: dipendenti e fornitori hanno infatti gli stessi diritti ‘di rivalsa’ contro la poker room ‘insolvente’, creando cosi’ una siuazione di inevitabile ‘caos’ economico che di fatto sta dilatando i tempi per riottenere i propri fondi versati (o vinti) sul proprio account FT.

A questo si e’ arrivati principalmente per la mancata applicazione di una regola, che, per fare un altro esempio (in questo caso virtuoso), Pokerstars ha invece sempre applicato permettendo ai suoi ‘clienti Usa’ di essere liquidati rapidamente al momento della chiusura della Room dalla Picca Rossa sul suolo americano post Black Friday.

La regola per cui ‘il concetto di fiducia del poker player nella propria ‘Room’ e’ considerato basilare e al di sopra di qualsiasi altra considerazione ‘economica’.
Traducendo: il giocatore viene supportato nella sua attivita’ di ‘gambler’, ma con i suoi fondi non si scherza, anzi.
Ecco allora i famosi ‘Fondi Segregati’, particolare istituzione che Pokerstars utilizza da sempre, e che ha permesso (quando e’arrivato il momento) di restituire a tutti gli utenti le somme che avevano fisicamente sui propri account. E in tempi relativamente brevi.

Un esempio molto semplice, ma altrettanto chiarificatore, viene dalla Francia, (nuova frontiera di Stars) dove Pokerstars.fr opera in questo modo:
tramite un Fondo Britannico quotato in Borsa e controllato da IFG Group PLC, la room ha di fatto ‘coperto’ tutti i versamenti dei ‘nuovi’ utenti francesi, che in qualsiasi momento avrebbero cosi’ la possibilita’ di ‘ritirare’ tutto il denaro senza alcun tipo di ritardo o di rischio. Come spiega al meglio Gabi Campos, ex dirigente di spicco di Pokerstars:

‘La protezione che accordiamo ai nostri utenti tramite il fondo controllato da IFG e’ di fatto un estensione di garanzia, rispetto a come gia’ gestivamo le cose in precedenza quando tutte le licenze facevano capo all’Isola di Mann. Ma per noi e’ fondamentale.
E ci auguriamo che tutte le autorita’ preposte nel mondo, spingano in questa direzione.
E’ necessario che chi opera su questo mercato abbia ‘sempre’ a disposizione la somma esatta che copra tutto il denaro che gli utenti hanno sui loro conti. Questo e’ un punto di forza straordinario che noi gia’ ‘possediamo’, ma che dovrebbe essere prerogativa di tutte le Poker Rooms’.

E direi, aggiungeremmo noi.
Basterebbero un paio di righe da parte dei legislatori, e almeno questa problematica apparterrebbe al passato. Oltre naturalmente a qualche controllo per verificare l’effettiva avvenuta adesione della Poker Room ‘X’ a questo tipo di standard ‘economico-gestionale’.
Per adesso Pokerstars e’ l’unica realta’ che si puo’ permettere ‘in toto’ questo tipo di politica.
L’augurio e’ che diventi una regola ‘immodificabile’ per tutti gli operatori che volessero entrare in questo ricco mercato.
E senza che i singoli Stati, troppo spesso preoccupati di ‘arraffare’ piu’ denaro possibile senza farsi troppi ‘scrupoli morali e sociali’ (la situazione del Poker live in Italia è illuminante in questo senso..), rilascino licenze in modo un po’ troppo ‘leggero’:
visto il momento dell’economia mondiale non sara’ semplice, ma di sicuro e’ l’unica via percorribile per mantenere agli alti livelli attuali il mercato del Poker on-line…

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