Condannato a 14 mesi di carcere il cofondatore di Absolute Poker
Lunedì scorso il cofondatore di Absolute Poker, Brent Beckley, è stato condannato a 14 mesi di carcere per riciclaggio di denaro, per frode bancaria e per violazione della Unlawful Internet Gambling Enforcement Act (UIGEA).
Il 32enne Beckley è una delle undici persone indagate nell'indagine iniziata il 15 aprile 2011 contro le tre poker-room più note al mondo. Il suo ruolo operativo era di responsabile dei pagamenti di Absolute Poker ed è stato ritenuto colpevole di due reati commessi nel dicembre del 2011: "Mi ero convinto da solo che quello che stavo facendo era ok", ha dichiarato al US District Judge di Manhattan, Lewis Kaplan. In entrambi i casi è stato ritenuto reo di aver falsato e mascherato depositi e prelievi bancari per facilitare i fondi destinati al gambling.
Beckley ha avuto un atteggiamento collaborativo nei confronti degli inquirenti durante la fase processuale e questo approccio gli è valso una riduzione di pena rispetto a quanto chiesto dall'accusa. L'imputato infatti rischiava fino a 30 anni di reclusione e quindi può essere soddisfatto del lavoro del suo avvocato visto che alla fine se l'è cavata con "appena" un anno e due mesi di condanna. Il giudice Kaplan ha motivato così la sentenza:"Deve essere chiaro che il Governo degli Stati Uniti vede del business in casi di questo tipo".
Si tratta della seconda persona fisica legata al “Black Friday” finita nelle mani dello stesso giudice. Il mese scorso infatti Kaplan ha pronunciato una sentenza di condanna di tre mesi di galera nei confronti di John Campos, ex direttore di banca.
Tuttavia il problema dei consumatori resta irrisolto. Nonostante le sentenze anche gli ex giocatori di Absolute Poker, come quelli di Full Tilt, sono ancora in attesa di risposte in merito ai propri fondi insoluti. Delle tre room coinvolte nel "venerdì nero" del poker mondiale solo PokerStars ha saldato i propri giocatori. Gli altri restano in attesa di una risposta dal Department of Justice.