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Manovra Fiscale e Giochi: Riforme all'Orizzonte ma il Live Resta nel Limbo

Paolo Gallo
Paolo Gallo
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Tutti in Italia parlano della prossima manovra fiscale, delle restrizioni che porterà nelle nostre vite e del regime di austerità che sembra attenderci nel prossimo futuro. I giocatori di poker avranno ora un doppio motivo per riflettere su ciò che sta accadendo a livello politico e finanziario nella nostra penisola. Sembra infatti che il settore del gioco sarà uno dei più colpiti da manovre e riforme. In particolare, le casse dello stato mirano a stringere la morsa sui giochi a distanza sfruttando al massimo le rendite prodotte da quelli di abilità.

Recenti notizie hanno dimostrato come in questa direzione si stiano muovendo rappresentanti politici. È di pochi giorni fa la proposta del senatore del Pd Giuliano Barbolini di emettere decreti autonomi da parte del Ministero delle Finanze (quindi spodestando AAMS) “da adottarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge tutte le disposizioni in materia di giochi pubblici."

Altri senatori quali Giuseppina Castiglione e Salvo Fleres, suggeriscono più chiaramente lo sfruttamento dei giochi di abilità a distanza proponendo innanzitutto di installare i dispositivi "soltanto in esercizi pubblici e commerciali preventivamente muniti della licenza" e quindi di richiedere un contributo per le “spese di gestione” sostenute da AAMS per ben €1’000 per ogni apparecchio.

Oltre alle imposte, Aams e gli altri organi di controllo si muovono in direzione di una maggiore pressione fiscale sul gioco agendo contemporaneamente in senso restrittivo. Gioconews ha recentemente reso noto l’incremento del numero dei siti soggetti a inibizione che ammontano a ben 3395 a fine agosto: un incremento di cento siti al mese. La maggior parte dei siti inibiti - quelli che, per intenderci, non sono visibili dall’Italia perché sostituiti dalla pagina AAMS - sono per lo più siti di gioco privi di licenza dei monopoli. La combinazione di misure restrittive e maggiore pressione fiscale è indice dell’interesse che (purtroppo) lo stato dedica ai giochi che sembrano essere sempre più il salvadanaio del Ministero delle Finanze.

Inoltre, quella che era solo una forma di “attenzione” fiscale, si sta facendo sempre più una sorta di controllo tecnico delle operazioni. Lo conferma l’interesse rivolto alla regolamentazione del ruolo delle così dette “skin” ovvero le piattaforme di gioco che sotto vari nomi permettono agli utenti di accedere allo stesso network (ad esempio, tutti i siti che sfruttano il network iPoker sono skin del network stesso). Lo stato pare infatti voler definire meglio il rapporto privilegiato delle skin rispetto al network stesso. Se il network infatti deve interagire direttamente con i monopoli di stato e quindi sottostare a regole e controlli, non altrettanto tocca alle skin. Questa situazione di vantaggio verrà monitorata ed eventualmente regolamentata nelle prossime settimane.

E intanto nessuno parla del live... dovremo farlo noi con il prossimo articolo nel quale proveremo a valutare la situazione legale di questo settore dimenticato.

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Paolo Gallo
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