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Gioco Responsabile - Il Software Codacons cotro le Ludopatie non Convince

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Sara S.
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ludopatia

Molti già esultavano per i risultati raggiunti dalla tecnologia informatica applicata alla prevenzione delle ludopatie ma gli esperti di settore sminuiscono.

Stiamo parlando del sistema chiamato Gioco Responsabile: un software recentemente presentato ad una conferenza della Codacons e che sarebbe in grado di analizzare i comportamenti dei giocatori che si dedicano a partite online o alla Videolotterie, abbinare questi atteggiamenti a noti percorsi mentali e capire di conseguenza se il giocatore stesso è a rischio di dipendenza da gioco. Il sistema inoltre, stando a quanto spiegato dai suoi inventori, sarebbe in grado, una volta individuato un fattore di rischio, di interagire con l’utente al fine di indurlo a riflettere e controllare il proprio atteggiamento verso il gioco.

Gioco Responsabile ha subito attirato l’attenzione dei monopoli di stato che nella bufera che da anni ormai circonda il problema del gioco d’azzardo regolamentato anche sui sistemi a distanza, sta cercando nuove risorse e mezzi per garantire al tempo stesso la sicurezza dei giocatori e la propria immagine di garante in questo ricco settore dell’economia Italiana. Il software è stata subito preso in considerazione da AAMS tanto che sono già in corso procedure di test e validazione.

Al tempo stesso però su questo progetto piovono le critiche di altri esperti del settore e in particolare delle associazioni AND (Azzardo e Nuove Dipendenze) e ALEA (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) che si dicono scettiche in merito alle possibilità di applicare effettivamente questo sistema.

Come riferisce Gioco&Giochi, in sintesi è stato segnalato come quanto presentato da Codacons rappresenti nello scenario attuale uno strumento poco utile per la prevenzione del Gioco d'Azzardo Patologico e che, per poter assumere valenza di strumento preventivo, abbia la necessità di dimostrare di allinearsi alle linee guida suggerite dalla recente letteratura scientifica nazionale ed internazionale.

In altri termini è indispensabile che tale strumento si associ ad interventi organici di politica di protezione dai rischi azzardo-correlati, primi tra tutti una riduzione dell’offerta di giochi o quanto meno un blocco immediato dell’incremento attualmente in atto, la limitazione dell'accesso ai giochi alle persone che manifestano problemi di gioco patologico e l’avvio di consistenti interventi per la cura di quanti sviluppano una dipendenza dall’azzardo.

Intanto sono di pochi giorni fa i risultati di un’indagine condotta dall’università di Calgary, in Canada: i ricercatori si domandano se non sia il caso di rivedere i dati fino ad ora disponibili sulla ludopatia, un comportamento che si lega all’uso sconsiderato di giochi che, nell’era della diffusione capillare di Internet, sono disponibili anche online, 24 ore su 24 e senza neanche muoversi da casa. Va dunque riconsiderato l’approccio clinico così come quello interpretativo, visto che non è sempre verificabile quale impatto abbia questo disturbo tra le pareti di casa.

Stando ai ricercatori, il moderno contesto sociale e tecnologico rende ancora più difficile produrre stime corrette sul fenomeno della ludopatia tanto che i dati più generici andrebbero radicalmente rivisti e ricalcolati tenendo conto delle infinite ripercussioni della rete internet che diffondendosi capillarmente nella società si fa potente veicolo per il gioco a distanza e per le patologie ad esso connesse.

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Sara S.

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