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Uno Sguardo da Vicino al Venerdì Nero del Poker Online

Matthew Kredell
Matthew Kredell
4 min read
Incriminazione Poker Online

Il 15 aprile 2011 sarà ricordato come il Venerdì Nero nella comunità del poker. Il mondo del poker online come lo conoscevamo negli ultimi dieci anni a questa parte è stato cambiato per sempre.

Le incriminazioni annunciate dal distretto sud di New York contro i proprietari di PokerStars, Full Tilt Poker ed Absolute Poker sono serie. La prospettiva di breve periodo per il poker online è fosca.

PokerStars ha già smesso di servire il mercato statunitense. Mi aspetto che Full Tilt Poker e probabilmente Absolute Poker facciano lo stesso. Non credo che questi siti torneranno ad operare sul mercato americano di nuovo prima che la legalizzazione del poker online sia ufficiale e regolamentata nel paese. Anche allora, le possibilità che questi siti ottengano la licenza sono state notevolmente compromesse. Gli americani che hanno soldi sui siti probabilmente li avranno indietro alla fine ma, così com’è successo quando i fondatori di Neteller sono stati incriminati, potrebbe volerci del tempo.

Innocenti fino a prova contraria è il credo del sistema giudiziario americano. Ma il distretto sud di New York è l’arma più potente del Dipartimento di Giustizia. Non fa incriminazioni basate su congetture. Non va all in su progetti. Aspetta fino a quando sei drawing dead e poi spinge. Che la corte abbia reso queste incriminazioni pubbliche ora significa che sicuramente ha delle prove schiaccianti.

Ciò non porterà ad un processo sulla legalità del poker online. Infatti, è probabile che nessuno degli incriminati andrà a processo. I procuratori distrettuali del Southern District di New York non sono delle persone contro cui vorresti ritrovarti in un tribunale. Gran parte delle incriminazioni finiscono in un patteggiamento.

Le accuse di violazione dell’Unlawful Internet Gambling Enforcement Act e di gioco illegale sono sospetti a causa della zona grigia in cui si trova il poker online. Anche l’accusa di riciclaggio di denaro si basa sul fatto che il poker online è considerato un affare illegale. L’accusa più seria è la frode bancaria. L’incriminazione afferma che i siti hanno ingannato le banche americane spingendole ad accettare transazioni riguardanti il gioco online camuffando le transazioni e creando la falsa apparenza che non fossero legate al gioco.

Un altro aspetto dell’accusa di frode bancaria, e probabilmente la parte più schiacciante dell’incriminazione, riguarda il fatto che l’imputato Chad Elie e i suoi soci abbiano persuaso piccole banche locali in difficoltà finanziarie ad accettare transazioni di gioco in cambio di una percentuale e investimenti multimilionari nelle banche stesse. L’incriminazione cita una email del 23 settembre 2009 in cui l’imputato John Campos, vice presidente e co-proprietario della SunFirst Bank di St. George nello Utah, propone di accettare le transizioni di gioco in cambio di $10 milioni di investimento nella banca, che avrebbe dato ad Elie e i suoi soci oltre il 30 percento della proprietà della banca. Inoltre si sostiene che Elie ed i suoi soci abbiano fatto un investimento iniziale di $3.4 milioni nel dicembre 2009 e che, in quel periodo, la banca ha iniziato a processare i pagamenti per PokerStars e Full Tilt i quali avrebbero raggiunto un totale di $200 milioni nell’anno successivo. Campos ed Elie sono stati arrestati venerdì mattina.

Per gli imputati residenti fuori dal paese, la questione è se vorranno affrontare l’incriminazione di persona o rimanere lontani dagli Stati Uniti, e se i paesi in cui risiedono li estraderanno su richiesta americana.

Queste incriminazioni probabilmente ostacoleranno la regolamentazione federale del poker online facendola ritardare di un anno o due. Quando ci sono delle accuse come queste, le persone — specialmente i politici — si allontanano. Non gioverebbe all’immagine del senatore Harry Reid spingere per un disegno di legge sul poker online subito dopo che i siti di poker online che avevano appoggiato la sua campagna sono stati incriminati.

È chiaro a questo punto che una regolamentazione federale sia necessaria. Non si può più essere soddisfatti della situazione attuale. Siti, come Bodog, che non otterrebbero comunque una licenza di poker online inizialmente a causa del loro coinvolgimento nelle scommesse sportive, potrebbero continuare a operare negli Stati Uniti per il momento. Alcuni dei siti più piccoli non nominati nell’incriminazione probabilmente si fermeranno nel servire i residenti statunitensi nella paura di poter essere i prossimi. Non ci sarà nessun sito che rimpiazzerà PokerStars e Full Tilt Poker negli Stati Uniti con la facilità con cui loro hanno rimpiazzato Party Poker quando ha lasciato il mercato.

Senza lo status quo, i giocatori di poker si uniranno insieme pronti a lottare per la legalizzazione come mai prima. PokerStars e Full Tilt Poker potranno concentrarsi di più sugli sforzi per la legalizzazione, ma il loro potere di lobbying sarà indebolito. Le collaborazioni annunciate recentemente da PokerStars con Wynn Resorts e Full Tilt con Station Casinos potrebbero essere a loro volta a rischio.

Ci si aspettava che Caesars Entertainment e Party Gaming avrebbero sempre cercato di tenere PokerStars e Full Tilt Poker fuori dal mercato. Le loro argomentazioni ora sono diventate molto più solide.

Alla fine, il poker online verrà regolamentato negli Stati Uniti. Per il momento, è iniziato il periodo di blackout.

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Matthew Kredell
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