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Un’Analisi delle Proposta Americana di Regolamentazione del Poker Online

Matthew Kredell
Matthew Kredell
4 min read
senato usa

Da quando si è sparsa la voce che il leader della maggioranza del senato Harry Reid stava spingendo per una legislazione in grado di legalizzare, licenziare e regolamentare il poker online, molti giocatori di poker hanno dato voce alla loro opposizione ad un decreto che impedirà loro di giocare sui grandi siti per almeno 14 o 15 mesi.

Loro si sono chiesti perché la Poker Players Alliance sia decisa a dare il proprio supporto ad un decreto che potrebbe temporaneamente chiudere il settore del poker online negli USA e separare i giocatori americani dalla base di giocatori internazionali per alcuni anni. Una tale reazione è comprensibile quando i mezzi di sussistenza di una persona vengono minacciati.

La conclusione di molti è che la situazione attuale, per quanto incerta, sia comunque meglio per i giocatori. È difficile in un gioco nel quale conta solo il prossimo torneo o la prossima sessione o la prossima mano pensare a qualcosa sul lungo termine ma i giocatori dovrebbero proprio considerare gli sviluppi futuri generati dall’approvazione in legge del decreto di Reid.

Certo che ora si può facilmente effettuare il login a PokerStars o Full Tilt e giocare check-raise fino a stufarsi e che questo può sembrare decisamente meglio che vedersi materializzare la prospettiva di non poter giocare su quei siti sei mesi da ora. È però anche vero che il settore del poker online è più probabilmente incline al peggioramento che al miglioramento che il decreto Reid passi o meno. Con l’approvazione in legge del decreto Reid si ha almeno la garanzia che questo settore si sviluppi in meglio.

Nei due anni passati, i sostenitori del poker sono andati all’attacco ed hanno compiuto progressi a Capitol Hill. Sarà decisamente più difficile compiere progressi nei prossimi due anni con i Repubblicani al comando nel Congresso.

Passata in secondo piano dietro le discussioni relative al decreto Reid è la notizia che Spencer Bachus (R-Ala.), il nemico numero uno del gioco d’azzardo via internet nel governo, è stato nominato direttore del Financial Services Committee mercoledì scorso. Questo è lo stesso comitato che ha fatto da catalizzatore per la legislazione per l’online gambling sotto la guida diBarney Frank. È stato l’unico comitato federale a votare in favore di una legislazione volta a legalizzare il poker online ed è ora certo che un tale voto non arriverà da quello stesso comitato per i prossimi due anni.

Bachus si è unito al futuro direttore Dave Camp (R-Mich.) del Ways and Means Committee e a Lamar Smith (R-Tex.) del Judiciary Committee nella stesura di una lettera con la quale si esprimeva l’opposizione ai tentativi di Reid di fare passare il decreto. Questi sono tre tra i più importanti comitati del governo. Quello dei Financial Services e quello dei Ways and Means sono i due soli comitati ad aver preso in considerazione il gioco d’azzardo via internet nei due anni passati ed ora sono entrambi guidati da persone che oppongono apertamente gli sforzi per legislare il poker.

In questo periodo di due anni gli sforzi ed i traguardi raggiunti in passato potrebbero andare persi. Depositi e prelievi sono già diventati più difficili e meno affidabili sotto l’UIGEA. Bachus potrebbe impegnarsi per rafforzare proprio l’UIGEA. Il Dipartimento di Giustizia potrebbe diventare più aggressivo nel suo tentativo di bloccare i gestori di transazioni e nel sequestro di fondi. In un resoconto del The Financial Times ad inizio anno si parlava di un’indagine del grand jury nei confronti di Full Tilt. Se lo status quo permarrà, è possibile che una messa in stato d’accusa possa costringere Full Tilt a ritirarsi dal mercato USA dando spazio al DOJ per volgere la propria attenzione verso PokerStars.

In quel periodo di due anni è probabile che gli stati si dividano e decidano indipendentemente per una legislazione locale sul poker. Questo potrebbe sembrare un buon progresso ma tutto dipenderà dai decreti. La proposta di legge presentata in California dal State Sen. Louis Correa questa settimana potrebbe criminalizzare il gioco su siti che non dispongono di una licenza emessa dallo stesso stato della California. Si potrebbe quindi incorrere in un’ammenda fino a $10,000 ed un anno in prigione per aver giocato una mano su PokerStars o Full Tilt se la proposta dovvesse trasformarsi in legge.

Il futuro potrebbe essere molto peggiore di quello che si prospetta con l’approvazione del decreto Reid. Sul lungo termine il decreto Reid potrebbe mostrare molti aspetti positivi. Creerà un mercato competitivo, probabilmente anche più competitivo di quello attuale, con molti siti in lotta tra loro per contendersi i giocatori e tasse accettabili per i siti tanto da non avere ripercussioni sui costi per i giocatori. Depositi e riscossioni saranno semplificati e quindi ci saranno maggiori possibilità di attrarre anche giocatori occasionali che avrebbero potuto smettere di giocare sotto l’UIGEA. Inoltre molti dei problemi che i giocatori di poker si trovano a dover affrontare adesso o nel prossimo futuro. Non ci sarà da preoccuparsi della sicurezza dei propri fondi, i siti saranno meglio regolamentati e si potrà procedere legalmente contro di loro nei casi di cheating.

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Matthew Kredell
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