Note da Londra - Torneo High Roller
Ciao a tutti.
Stavolta vi scrivo da Londra dove ieri ho partecipato all’high roller che non ha portato grossissimi benefici al mio bankroll….. Anzi…. Diciamo proprio che esso è rimasto uguale a prima del torneo stesso.
Londra, a differenza di altre città nelle quali amo molto recarmi (se leggete i miei blog da Barcellona e Las Vegas ve ne accorgerete), non è una città che apprezzo particolarmente.
Una sorta di caos calmo apparente nella nebbia perenne che qui non scompare mai, nemmeno quando il sole la dovrebbe fare da padrone.
La considero la città multietnica per eccellenza, all’interno della quale è molto facile trovare ossimori di ogni genere, da quello prettamente “sociali”, per passare da quelli politici, e arrivare a quelli più disparati.
Non è difficile imbattersi, come è capitato a me nella giornata di ieri, in persone che non hanno una casa attraversare la strada in mezzo a macchine extralusso con autista e bar; si incontrano spesso persone con idee differenti e libere, senza che questo sfoci, come da comportamento prettamente “british”, in caciara che dalle nostre parti, purtroppo assai diffusa; ma la città…. Londra è davvero la città che ti offre il maggior numero di posti, che fanno a cazzotti tra di loro.
Basti pensare ai parchi meravigliosi che offrono un verde mai visto in vita mia (e che in questo momento ammiro dalla mia stanza dell’ “Hilton Metropol”) immessi all’intero di una realtà fatta di architettura barocca e industrie di ogni tipo.
Il poker….
Beh non mi voglio soffermare più di tanto.
Da salvare la permanenza al tavolo di Durrrr col quale ho finalmente avuto il piacere di giocare dopo mesi in cui ci siamo solo “sfiorati”. Mi ha destato una buona impressione, e l’immagine al tavolo è davvero quella che traspare a tutti gli osservatori internazionali. Non si lascia sfuggire un connettor, se è suited ha la capacità di capitalizzarlo spesso, o meglio di dare l’idea che esso sia, in mano sua, una miniera d’oro.
Io non ho molto da dire sul mio gioco, purtroppo la mano decisiva è stata il solito cooler che purtroppo spesso mi condanna ultimamente; il set over set di difficile lettura e ancor più difficile possibilità di abbandono della mano.
Ciao a tutti, alla prossima.