Alec Torelli: le due cose che fanno la differenza nel poker live
Alec Torelli é un giocatore di poker professionista che viene dalla California ma che regolarmente é in giro per il mondo. Torelli ha vinto più di 1.5 milioni di dollari in tornei live e più di 500.000 dollari in tornei online. Fra i suoi maggiori risultati: due final table alle World Series of Poker e due final table al World Poker Tour.
Da quest'anno Alec Torelli è anche "PokerStars.it Guest" per le tappe dell'Italian Poker Tour.
Potete seguire Alec su Twitter, Facebook o attraverso il suo popolare Blog.
Alec ci ha dato la possibilità di inserire su PokerNews.it qualche pezzo in italiano dal suo blog che lui stesso, grazie alla preziosa collaborazione di sua moglie Ambra, ha tradotto nella nostra lingua.
Dopo il primo appuntamento di qualche settimana fa, ecco il suo punto di vista, davvero non scontato, sul mondo del poker live.
Buona lettura a tutti!
Spesso la gente si chiede quale sia la differenza più grande tra poker online e live. Se si parla di carte, non c'è molto da dire. Semplicemente la matematica non cambia. Anche a livello umano, poi, le situazioni sono simili. Per far sì che la partita possa incominciare, serve un numero sufficiente di giocatori convinti di avere un vantaggio sugli altri.
La vera differenza fra live e on line è che nel poker giocato dal vivo le persone sono coinvolte fisicamente, e l’atmosfera che si crea richiede un talento diverso.
Pensiamo all’ambiente che stiamo cercando di creare. Il casinò Wynn dove di solito gioco a poker fa, ad esempio, un lavoro eccellente nell’organizzare giochi come slot machines, blackjack e roulette; cerchiamo di cominciare da lì.
Come ha fatto Steve Wynn a creare un clima in cui le persone si sentono disposte a rischiare un sacco di soldi? Ecco la risposta: costruendo un ambiente in cui i ‘clienti’ o credono di poter vincere o non si fanno influenzare dal fatto di aver perso e diventano frequentatori abituali. Sono molte le strategie con cui i casinò raggiungono tale obiettivo: fornendo ambienti mozzafiato, fatti di balaustre placcate d’oro e lampadari spettacolari, di negozi d’alta moda e colonne sonore intramontabili. Il target che prendono di mira è costituito da clienti facoltosi e il loro marchio lo dice chiaramente.
Nel mondo del poker, noi tutti vorremmo essere una sorta di Wynn e attrarre ‘clienti di fascia alta’. Per questo motivo, dobbiamo modellarci sull’esempio dei casinò. Quando i nostri ‘clienti’ non giocano a poker, sono in qualche altra sala del casinò a scommettere a baccarat, gustandosi ostriche e champagne generosamente offerti dal casinò. Nelle poker room questo trattamento non esiste. E noi giocatori non forniamo suites gratis ai nostri VIP, non andiamo a riceverli in limousine quando arrivano all’aeroporto, né gli forniamo biglietti in prima fila per spettacoli e concerti. Piuttosto facciamo il contrario, sminuendoli quando fanno un errore a poker con un atteggiamento controproducente, come se il manager del casinò prendesse in giro un giocatore di blackjack che ha un 16 e chiede un’altra carta al dealer che ha un 5. Quello che dobbiamo fare è cercare di creare un ambiente confortevole che li faccia sentire a loro agio.
Sono due le cose basilari che ogni professionista dovrebbe prendere in considerazione quando gioca live:
1. Fai Attenzione al Guardaroba!
Vestiamoci in modo adeguato. Non soltanto perché farlo ci fa sentire meglio con noi stessi e di conseguenza ci fa giocare meglio, ma soprattutto perché a nessuno piace sedersi a un tavolo da poker con otto diciottenni in felpa, cappuccio e cuffie. Immagina come sarebbe il mondo del poker se la gente che lo frequenta si vestisse come James Bond invece che come un 'vagabond'. Magari ci sarebbero persino marche d’abbigliamento pronte a sponsorizzare i giocatori, come succede in tutti gli altri sport.
Dobbiamo essere consapevoli del clima che stiamo creando. Pensare che ai VIP non importi il tipo di atmosfera che si respira in una poker room significa non comprendere una parte fondamentale delle regole del gioco. I VIP, non dimentichiamolo, sono persone che a livello professionale hanno conseguito un successo grandissimo, tanto che la parte di reddito che decidono di rischiare a poker è per loro ininfluente. Quello che noi facciamo per vivere, per loro è un piacevole passatempo. E se vogliamo che continuino a divertirsi, non dobbiamo farli sentire fuori posto.
I VIP non sono stupidi. Conoscono bene l’aspetto di un giocatore di poker professionista e, soprattutto loro che nel loro lavoro sono abituati a vincere, non vogliono fare la figura dei perdenti con dei ragazzini.
2. Basta Con le Chiacchiere!
La seconda cosa da tenere ben in mente consiste nel non parlare di poker al tavolo. In quasi tutte le situazioni è meglio non parlare affatto di strategia. Nella migliore delle ipotesi si danno via informazioni gratuite ai nostri avversari; nel peggiore gli si permette di conoscere e studiare il nostro gioco. Avere giocatori chiacchieroni al tavolo vuol dire VIP che se ne vanno, intimoriti dai discorsi sulla game theory e dalle analisi statistiche snocciolate dai geni del poker.
Quel che rimane al tavolo sono soltanto giocatori che ormai sanno come exploitarci o, a peggio ancora, non rimane proprio nessuno…
Alec Torelli
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