Gioco online e politica: botta e risposta tra Bitonci (Lega) e Carboni
La politica prende di nuovo posizione sul fronte del gioco online. A farlo questa volta è il deputato della Lega Nord Massimo Bitonci che così ha giudicato la prospettiva del governo Monti di incrementare il gettito erariale grazie al gioco online: “Proponete di risolvere il problema degli esodati con nuovi giochi d'azzardo. Non avete rovinato abbastanza famiglie con le slot machine, il gioco via Internet e il poker sportivo? Non potevate intervenire sopprimendo gli enti inutili che avete ripescato al Senato, magari senza dare ancora finanziamenti a Roma. Potevate utilizzare i 500 milioni per i clandestini nordafricani. Per loro, il vostro Ministro Riccardi, i soldi li trova sempre. È una vergogna”. E ancora "Noi della Lega Nord Padania siamo sempre stati assolutamente contrari a finanziare i buchi di bilancio attraverso l'aumento e la creazione di nuovi giochi. Adesso poi, su Internet, è diventato talmente facile che, oltre a rovinare intere famiglie, stiamo rovinando anche i giovani che passano dalle macchinette al gioco via Internet".
Insomma, retorica anti immigrati a parte, l'esponente leghista punta il dito contro una soluzione dell'attuale governo che a suo avviso distrae l'azione dell'esecutivo da quelle che dovrebbero essere le vere riforme (=tagli alla spesa pubblica inutile) in grado di riequilibrare il dissesto del bilancio dello stato. Oltretutto utilizzando un mezzo, quello del gioco online, che comporterebbe degli evidenti rischi di ludopatia.
Se da un lato alcuni aspetti, soprattutto quelli relativi ai tagli "giusti" (e non quelli che sono causa di "macelleria sociale"), del discorso di Bitonci sono sicuramente condivisibili, dall'altro ancora una volta si fa di tutta un'erba un fascio, mescolando "slot machine", il generico "gioco via internet" (casinò online, scommesse...?) e "poker sportivo" online, dimenticando che quest'ultimo è riconosciuto dalla legge italiana come gioco d'abilità a distanza. Un dubbio ci sorge spontaneo: dov'era la Lega quando nel 2009 prima e nel 2011 poi, il governo Berlusconi dava l'ok rispettivamente per le licenze per il poker online e per il cash game? Sembrarebbe che l'antagonismo leghista nei confronti del gioco sia emerso solo dopo la caduta del governo di destra...
La risposta degli esperti non si è fatta però attendere e ha preso forma nella dichiarazione di Giovanni Carboni, manager di Carboni & Partners e consulente di AAMS, rilasciata ad Agicos: "La spesa del gioco online nel 2011 vale il 4% del totale. Se escludiamo il gioco su siti internet praticato da locali pubblici, rimane il 2,5% del settore: la percezione dell'importanza del gioco online è amplificata per il ruolo che i media e la televisione necessariamente occupano nel marketing del gioco a distanza legale. E poi non va mai dimenticato che il gioco online, quello legale, è totalmente controllato. Il giocatore è abilitato da AAMS dopo che ad essa sono stati trasmessi tutti i dati personali compreso il codice fiscale. Il giocatore deve trasmettere al concessionario copia del proprio documento di identità. Tutte le transazioni di gioco, vincite, perdite, depositi, prelievi sono registrati nominativamente sui sistemi di AAMS."
Insomma ancora una volta la politica vede "la pagliuzza" nell'occhio altrui e non si accorge della trave che la acceca. Anche perché quando, giustamente, si preoccupa di ludopatia, dimentica prodotti "live" legalizzati come SuperEnalotto, Gratta e Vinci, Win For Life etc. che le cronache hanno ormai da tempo evidenziato come cause conclamate di dipendenza.
E mentre si discute di questo problema, ci si dimentica di risolvere quello del poker live: in gran parte d'Italia si continua a giocare nei circoli, in molti casi in maniera incontrollata e in quel caso sì pericolosa per le persone e per la collettività.
La storia ci insegna che il proibizionismo genera l'illegalità, mentre la regolamentazione e il controllo statale portano tutela, sano divertimento e posti di lavoro.