Poker & Golf: migliorate il vostro Mental Game!
Nel gioco del poker, la parte mentale e’ probabilmente la pu’ importante in assoluto.
Il bankroll naturalmente e’ altrettanto fondamentale, ma che giochiate per hobby o per professione, il vostro ‘stato mentale’ fara’ sempre e comunque la differenza nell’eccellere o meno in questa complicatissima disciplina.
E allora cosa si poteva fare di meglio, se non andare a chiedere un parere in questo campo cosi’ importante, a un ‘Mental Game Coach’ famoso come l’australiana Jamie Glazer.
Giocatrice di poker australiana affermata, Jamie ha ‘sfondato’ nel buiness del Mental Coaching lavorando con giocatori di golf professionisti. Poi e’ arrivato il momento delle stelle del texas hold’em, come Joe Hachem, o il talento australiano dell’on-line, Brendon Rubie.
Durante questa edizione delle Wsop, la Glazer sta testando un nuovo programma per i poker players professionisti, e allora abbiamo approfondito un po’ la questione proprio con lei in un’intervista esclusiva per Pokernews:
‘Quando un giocatore di poker e’ coinvolto al 100% nel gioco, la sua ‘percezione’ puo’ non essere perfetta. Lavorare con professionisti di sport differenti (golf e texas hold’em), mi ha aiutato a lavorare su aspetti specifici del loro ‘mind-game’, limitando la parte emozionale e chiarendo cosi’ la loro visuale complessiva del gioco’.
PN: Golf e poker come sono correlati dal punto di vista del ‘Mental-game’?
JG: Sono molto correlati. Poker players e golfers hanno la stessa peculiarita’, possono cioe’ giocarsi tutto in una mano o in un tiro, facendo la scelta migliore ma talvolta ottenendo comunque un pessimo risultato finale. Entrambe le ‘categorie’ devono arrivare ad avere una parte mentale molto strutturata, dove i risultati si vedranno nel lungo periodo, e non nei singoli ‘episodi’ che li coinvolgono’.
PN: Perche’ un giocatore di poker potrebbe trarre vantaggio dall’imparare a giocare a golf?
JG: ‘Non c’e’ una singola ragione, ce ne sono tante. Imparare il golf per un poker player, significa rinforzare la propria parte psicologica, perche’come detto il modo di pensare e’ fondamentalmente lo stesso. Giocare a golf puo’ aiutare anche la parte ‘fisica’ di una persona, con miglioramenti di salute generali che di certo non fanno male. Il golf e’ uno sport dove conta molto anche l’istinto, spesso devi scegliere in base alle tue percezioni. La mia idea e’ che lo sviluppo di questo ‘istinto’ possa aiutare un poker player anche a scegliere, in determinate situazioni, senza utilizzare soltanto la parte teorico-matematica del gioco’.
PN: Di solito quali problemi riscontri dal punto di vista del ‘Menatl-Game’ nei poker players?
JG: ‘Il controllo delle emozioni e la capicita’ di concentrazione. Nel golf, e’ fondamentale crearsi una capacita’ mentale di controllo nei secondi immediatamente successivi ad ogni colpo effettuato, Per non vanificare, eventualmente, anche il colpo successivo. Nel poker e’ lo stesso. Cerco di spingere i giocatori a crearsi una ‘routine’ dopo ogni mano giocata (vinta o persa), per lanciarsi in quelle successive ‘resettando’le proprie emozioni e la propria capacita’ di concentrazione. Inoltre, in entrambe le discipline, possono passare parecchi minuti prima di tornare in azione, e quei momenti sono fondamentali. Il livello della concentrazione e’ messo a dura prova, ma bisogna riuscire a controllarlo per essere lucidi e pronti quando si tornera’ in azione’.
PN: Parlaci un po’ del tuo nuovo programma che stai portando avanti proprioin questi giorni a Las Vegas durante le Wsop 2012…
JG: The golf/poker program che sto sviluppando e’ molto interessante. Porto i poker players sui campi da golf e lavoro sulle basi del loro ‘Mental Game’. Poi li testo nel gioco reale, mettendo pressione e valutando le loro decisioni in situazioni di stress. Ovviamente durante questi momenti, sono sempre pronta a riportare la loro attenzione sul poker, sottolineando come le cose che stanno facendo con un ‘ferro 5’ in mano, gli serviranno anche ai tavoli del Rio Casino.
Si lavora in questo modo affinche’ il giocatore possa crearsi un ‘mindset’ adeguato, con processi automatici che lo aiutino nei momenti cruciali della sua ‘reale’ professione. Non e’ un lavoro semplice, ma se svolto con attenzione, puo’ avere un impatto straordinario sul rendimento mentale di un poker player…’
E se ve lo dice una ‘provetta’ giocatrice di texas hold’em come il Mental Coach Jamie Glazer, non resta che cercare le 18 buche piu’ vicine e iniziare a lavorarci…