Su PokerNews.IT puoi giocare solo se hai almeno 18 anni. Il gioco può causare dipendenza. Gioca responsabilmente.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 18+

Regno Unito: guerra ai ‘Paradisi Fiscali’!

2 min read
Regno Unito: guerra ai ‘Paradisi Fiscali’! 0001

Nell’anno 2010, l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha stilato una black list molto particolare.

Una lista di 14 paesi sparsi in tutto il mondo, che il Dipartimento di Giustizia Usa ha definito ‘Tax haven’: il fisco italiano li chiama ‘paradisi fiscali’, e rappresentano un gruppo di Paesi piu’ o meno importanti (si va dall’ Uruguay al Brunei, passando per le ‘mitiche’ Isole Cayman…) con un regime di prelievo fiscale bassissimo, in alcuni casi addirittura inesistente.

Questi paesi sono stati ‘usati’ spessissimo dagli operatori di un settore molto particolare, quello del gioco d’azzardo, che, oltre al buisness legato alle scommesse, comprende anche il poker on line.

Nel Regno Unito, per questa materia assai delicata, vige dal 2007 la legge varata dall’allora Primo Ministro Gordon Brown, che con un provvedimento certamente non popolare a quei tempi, porto’ l’aliquota fiscale per tutti gli operatori del gioco d’azzardo che operavano sul territorio Britannico al 15%.

Il piccolo ‘peccato originale’ legato al varo di quella legge, fu proprio il riferimento al territorio Britannico, che di fatto spinse il mercato a una scelta ‘imprenditorialmente’ ineccepibile: i principali Broker di scommesse, con le loro piattaforme on line, (Ladbrokes, William Hill e Betfair) hanno semplicemente scelto di operare ‘a distanza’.

E’ bastato spostare le sedi legali in qualche ‘paradiso fiscale’ (perche’ pagare il 15% quando spostando la mia sede legale a Panama pagare il 4%?), ed ecco che il fisco Britannico non ha piu’ potuto far valere i propri ‘diritti all’incasso’, stabiliti da una legge che definire incompleta sembra un vero eufemismo.

Ma tra pochissimo la festa finira’ anche ‘oltremanica’.

Compatibilmente con i tempi tecnici per il varo di una regolamentazione, la situazione nelle isole Britanniche cambiera’ radicalmente, con i dot com che diventeranno ‘illegali’ come in Italia, e per operare sul mercato inglese (ad esempio), a William Hill.com servira’ un bel make-up per arrivare infine alla situazione analoga dei dot it nel nostro paese.

Qualcuno festeggia di sicuro, soggetti come Bet365 e Coral (che non si sono mai ‘spostati’ dalla Gran Bretagna), potranno finalmente riavere ossigeno allo stato puro, visto che ripartiranno alla pari con gli altri operatori che fino a oggi avevano fatto ‘la bella vita’ nei loro paradisi fiscali.

La ratio della norma che verra’, si basa sul principio che il fisco Britannico ha diritto alla sua parte di capitale, perche’ il ‘buisness’e’ creato, alimentato e allargato proprio dai clienti che vivono, guadagnano e spendono in Gran Bretagna.

Dopo una discussione di oltre un anno dunque, un altro paese prende la via del controllo assoluto sui profitti prodotti del gioco d’azzardo e del poker on line: approfittandone anche per sferrare un bel ‘gancio’ ai paesi della nostra famosa ‘black list’, i paradisi fiscali appunto…

Share this article

SCOPRI DI PIÙ

Altri Articoli