Poker, tasse e legge: la parola all’esperto
Da ormai oltre un anno, uno degli argomenti più spinosi che riguardano il mondo del poker è quello delle tasse che molti giocatori sembrano essere tenuti a pagare allo Stato italiano in relazione alle vincite realizzate all’estero. Molti sono già stati convocati dall’Agenzia delle Entrate e la maggior parte lo ha fatto avvalendosi della consulenza di un professionista del settore.
Abbiamo pensato di fare altrettanto noi di PokerNews Italia, aprendo uno spazio dedicato alle questioni fiscali e legali che riguardano il poker giocato e lo abbiamo fatto contattando un esperto in materia: Pietro Cesaroni, commercialista titolare dello Studio Cesaroni di Prato, e al tempo stesso appassionato di poker sportivo, con il quale si diletta spesso in tornei online e live nei principali casinò italiani. Un profondo conoscitore quindi anche del mondo del poker.
Il Rag. Cesaroni può vantare un’esperienza ventennale sul campo e una conoscenza approfondita delle materie fiscali e tributarie. Iscritto all’ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Prato, nonché a quello dei revisori contabili, Pietro Cesaroni svolge anche la funzione di consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Prato.
Noi di PokerNews Italia lo abbiamo intervistato per voi proprio sulla problematica questione delle tasse.
Rag. Cesaroni, innanzitutto grazie per la sua disponibilità. Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una levata di scudi a favore dei giocatori che hanno ricevuto degli accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate per vincite ottenuto all’estero; qual è la situazione attuale?
Attualmente la situazione non è cambiata, nel senso che ancora oggi arrivano gli inviti da parte della Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate in merito alle vincite conseguite. Come può ben vedere non ho specificato all’ESTERO, in quanto i controlli che stanno facendo riguardano tutti i movimenti bancari. In pratica l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza hanno già in loro possesso le movimentazioni bancarie del contribuente che usano per riconciliare con le eventuali vincite. Senza distinzione se esse siano state effettuate in Italia o all’estero. Questo comportamento è molto penalizzante per il contribuente, in quanto l’onere della prova spetta proprio a lui.
In alcuni degli incontri che si sono già svolti tra Agenzia delle Entrate e giocatori a seguito dell’avviso di accertamento, è emerso che l’Agenzia delle Entrate utilizza come metodo di ricerca dei giocatori che vincono delle somme all’estero siti specializzati nel riportare i risultati dei tornei internazionali come “The Hendon Mob”. Ci conferma questo approccio informativo utilizzato dallo Stato?
Effettivamente le prime richieste che venivano fatte ai giocatori derivavano proprio da questi siti che riportavano le vincite degli stessi, dopo di che si sono aggiunte le verifiche dei conti correnti bancari e dei flussi di denaro da estero verso Italia e viceversa. Pertanto quando ci presentiamo presso gli uffici l’organo accertatore ha già in mano una situazione chiara sulla quale poter rilevare una base imponibile e quindi la tassazione. E’ evidente che una volta diffusa una notizia attraverso i media, di qualsiasi tipo, il giocatore si trova in difficoltà a confutare l’informazione. Dall’altro lato, le discrepanza maggiore sta nel fatto che a fronte della contestazione di un addebito da parte dello Stato, non vi sia per il giocatore la possibilità di evidenziare anche le spese sostenute per la partecipazione ad un torneo.
E questo ci porta alla questione del professionismo nel poker. Ormai è risaputo che in Italia, come in qualsiasi altra parte del mondo, quella del “giocatore professionista” è diventata un’attività a tutti gli effetti. Come auspicato da più parti, esiste la possibilità di dedurre o detrarre dal reddito i costi che si affrontano per giocare i tornei quali i buy in, i costi per alberghi, viaggi, spese vive in generale? Questo concetto è legato alla figura del “Professionista” che in Italia non è stata ancora riconosciuta legalmente?
Purtroppo in Italia non esiste la “figura” del Giocatore Professionista di Poker, a differenza di altri sport. Pertanto i costi inerenti alla trasferta ed al buy in non sono deducibili dalle eventuali vincite. Le vincite estere derivanti dalla partecipazione a giochi “on-line” devono essere indicati nel rigo RL12 del Mod. UNICO 2011 Persone Fisiche, in quanto redditi sui quali non è stata applicata alcuna ritenuta. Al riguardo l’Agenzia delle Entrate, con Risoluzione del 30 dicembre 2010, n. 141, ha chiarito che le vincite derivanti dalla partecipazione a giochi on-line, conseguite all’estero, costituiscono redditi diversi ex art. 67, comma 1, lettera d, del TUIR, e come tali vanno tassate per l’intero, senza tener conto delle spese per la loro produzione. Successivamente in un’altra nota dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che devono essere inseriti in questo rigo anche le vincite “live”.
Se io fossi un giocatore e venissi nel suo Studio per avere una consulenza dopo il ricevimento di una richiesta di incontro con l’Agenzia delle Entrate, durante il quale mi viene richiesto il pagamento di una somma proporzionale al mio scaglione di reddito IRPEF per vincite conseguite all’estero, cosa mi consiglierebbe di fare?
Innanzitutto richiederei tutta la documentazione necessaria a ricostruire le movimentazioni di denaro così da avere ben chiaro il quadro complessivo del cliente ed essere pronto per l’incontro con l’organo accertatore. Questo per non arrivare impreparati già al primo appuntamento, dopo di che si dovrà valutare il da farsi in base alle richieste dell’Ufficio. Mi preme precisare che non c’è un unico protocollo per approcciare determinate fattispecie, da esperienze già avute in altre pratiche la linea di condotta deve essere ritarata molto spesso durante tutto il percorso accertativo. Questo dipende molto dal valore delle richieste, dalle disponibilità e/o possibilità del cliente a chiudere il contenzioso, valutare anche la possibile aggressione dei beni personali da parte dell’Agenzia, etc. Bisogna tener presente che, se il contribuente presenta ricorso, a seguito di un avviso di accertamento, è intimato ad adempiere, entro il termine di presentazione dello stesso, all’obbligo di pagamento di un terzo degli importi dovuti per imposte e interessi. Pertanto bisogna valutare caso per caso la convenienza di arrivare ad un’adesione con l’ufficio.
Se avete dubbi e domande in materia fiscale applicata al poker che volete porre a Pietro Cesaroni, potete scrivere a: support@pokernews.com
Lo studio Cesaroni si trova a Prato in Via del Molinuzzo, 83; Tel. 0574 634765 - Fax 0574 634765.