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Poker-Live si prolunga l’attesa per il regolamento, resta il caos

Stefano Villa
Stefano Villa
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Poker-Live si prolunga l’attesa per il regolamento, resta il caos 0001

Le indiscrezioni politiche non fanno ben sperare gli amanti del poker live. Sembra infatti che il regolamento della materia, atteso in Italia entro 30 giugno 2012 abbia tempi ben più lunghi. Quanto non è ancora dato saperlo, ma le urgenze sociali di altra natura non sembrano mettere l'argomento ai primi ordini del giorno. Comprensibile se non fosse che la situazione stagna da anni. Emergenze unite a problemi gestionali del Governo e AAMS su un tema in cui i massimi vertici dei Monopoli non hanno mai preso una posizione chiare e pubblica.

Quella del poker-live è una realtà a dir poco confusa sul piano disciplinare. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, organo supremo che dovrebbe dettare o far rispettare le linee guida, aveva concesso l'organizzazione di eventi pokeristici live, in seguito alla assenza di una regolamentazione ufficiale della materia. Anche il Triunale di Lecce ha dato segnali chiari che la direzione da seguire fosse di legittimare il poker live, ma nei giorni scorsi il blitz della Guardia di Finanza in un circolo pescarese ci ha indicato una direzione legislativa opposta.

L'attesa rischia di creare danni economici a chi ha già investito in questo settore per il domani. Ad esempio i concessionari AAMS che hanno strutturato il business a livello manageriale e anche logistico, creando molte sale che sarebbero già pronte per il gioco.

Lo scontro sul tema poker-live ci sembra chiaro. Da una parte ci sono i favorevoli a cui si aggiungono scettici, ma ingolositi dalle potenziali entrate fiscali aggiunte. Da un altro lato ci sono i contrari al gioco, parola in cui si fa rientrare tutto dal superenalotto alla roulette, passando per bische e circoli con alla base dei disperati che sperperano capitali.

Spesso stupisce, ma tra i contrari ci sono talvolta anche persone illuminate. O almeno che sembrano esserlo. Si capisce però che l'idea che hanno in testa e a cui si oppongono giustamente è ben diversa da quella che ha chi conosce il poker e le sue realtà. La bisca dove ci si gioca la casa o l'alienazione delle “macchinette” sono altrove. L'atmosfera competitiva, sana, ma ludica dei circoli sotto casa non ha motivo di essere illegale. Il poker non è un gioco che rovina, ma anzi che migliora le proprie capacità di analisi e sociali in generale. Andrebbe insegnato a scuola, darebbe agli studenti un talento in più nel calcolo, nella scelta di strategia, nel darsi un obiettivo o nel saper adattarsi agli altri. Certo l'esasperazione è nociva e pericolosa, ma cosa non lo è? Forse il Ministro Riccardi dovrebbe conoscere meglio la realtà del poker live e differenziare quando si parla di gioco e quando di azzardo.

La data del regolamento non arriverà entro fine giugno, ma entro il 2012 sì. L'attesa è comunque destinata a finire presto.

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Stefano Villa
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