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Intervista ad Alessandro De Michele: Il Re del Poker Grand Prix

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De Michele

Il Poker Grand Prix di GDpoker si è chiuso con la vittoria di Alessandro De Michele, brindisino di origine e bergamasco di adozione, ha iniziato a giocare a Texas Hold'em online nel 2004, prendendo parte principalmente a MTT su PokerStars. Una abituè del Sunday Million e al Sunday Warm Up, ha ottenuto i risultati più importanti tra i MTT online e nei Sit&Go, riuscendo a qualificarsi per vari eventi di richiamo internazionale (EPT Sanremo, EPT Budapest, PCA) e raggiungendo lo status di Supernova con il nickname di wodimello.
Ora parliamo con Alessandro della sua ultima conquista, a voi l'intervista.

Ciao Alessandro, conosciuto da tutti come "Wodimello", diciamo che sei un'istituzione nel mondo del poker on line. Moltissime le soddisfazione che hai ottenuto proprio in questa versione, una su tutte Supernova Elite di Poker Stars.it, ma da un po' anche il poker live ti sta dando dei notevoli ritorni ed ora la super vittoria al Poker Grand Prix di Gdpoker. Insomma un ottimo periodo, a cosa devi tutta questa energia positiva?

Alla serenità con cui io e la mia compagna riusciamo a dimenarci tra lavoro, trasferte e traslochi! E alla consapevolezza che nel lungo periodo, se si è validi, i risultati arrivano.

Un tavolo finale, quello dei PGP, che all'inizio sembrava molto equilibrato ed invece si è velocizzato improvvisamente, meno di cinque ore per decretare la tua vittoria sui 226 iscritti. Quali sono stati i momenti che ti hanno fatto penare di più?

Effettivamente non c’era né un chip leader staccato né un giocatore particolarmente short e il livello dei bui consentiva a tutti di avere un discreto margine di manovra. Sicuramente un momento ad alta tensione è stato lo show down con Carlo Andreini in cui i miei JJ hanno retto contro il suo AK. Quella è stata la seconda volta in tutto il torneo in cui ho giocato uno show down che, se perso, mi avrebbe sancito la mia eliminazione.
Poi, rimasti in 4, ci sono state alcune situazioni in cui Irene Baroni mi ha messo in difficoltà.

Proprio mentre il gioco ha rallentato, la fase di stanca si è bruscamente interrotta da una delle mani più spettacolari del final table: tu al river con K3 dopo l’ overbet di Irene Baroni, pescata in totale steal, su un board A3858. Ed è proprio la pro di Roombet ad abbandonare la scena qualche mano più tardi, sempre contro di te, che hai dominato preflop con A4 vs A8. Un 4 pescato al river, che ha ribaltato le sorti della mano, puoi commentarci a freddo questo scambio con Irene?

Come accennavo,una volta rimasti in 4 Irene è salita in cattedra, forse ha sofferto un po’ le giocate di Max Forti, ma praticamente non l’ho mai vista in difficoltà né contro di me né contro Carlo Andreini. Prima delle due mani da te citate c’erano state altre situazioni in cui Irene aveva spinto e io avevo mollato il colpo: ricordo una mano in cui ho 3bettato preflop con A 10 dopo l’openraise di Carlo e lei è stata abile a leggere la situazione e a 4bettare con 72s e farmi passare; in un'altra mano, invece, eravamo in blind war, io ho rappresentato un asso hittato al turn e credo che avrei portato il pot a casa se lei non avesse trovato full house al river su board 335 A 5.

Fatte queste premesse e venendo alle mani da te citate, nella prima, sui bui 12k/24k/3k Irene ha rilanciato 50k e dopo il fold degli altri due avversari, ho difeso dal BB con K3s (non il massimo da giocare fuori posizione contro un avversario forte, anzi… ma non potevo permettere a Irene di continuare ad avere strada libera con troppa facilità): abbiamo checkato entrambi su flop A83, il 5 di quadri al turn ha aggiunto un draw di quadri sul quale lei ha puntato 75k dopo il mio check e io ho deciso di chiamare sia perché ho ritenuto che la mia mano potesse essere buona in quel momento, sia per rivalutare la situazione alla luce del river. Il river è stato un 8 di quadri e a questo punto ho immaginato che dopo il mio check, avrebbe probabilmente puntato una cifra considerevole: ora, sicuramente lo avrebbe fatto con un colore, molto probabilmente lo avrebbe fatto con un trips di 8 e magari anche con un buon Asso, ma sicuramente lo avrebbe fatto qualora la sua mano non avesse avuto alcuno showdown value, quindi l’unico modo di prendere il piatto per lei sarebbe stato bluffare. Nella maggior parte dei casi, nonostante Irene sia una giocatrice assolutamente imprevedibile, il betting pattern che ha adottato è sinonimo di punto molto forte oppure di completa aria. Ho ritenuto che il numero di volte che Irene potesse bluffare in quello spot fosse sufficiente a giustificare il mio call e ho considerato anche che se il mio call si fosse rivelato corretto, avrei dato un segnale molto importante al tavolo. Ho avuto ragione e credo di aver fatto una buona chiamata.

Diversamente, nello spot successivo eravamo sempre al livello di bui 12k-24k-3k, avevo uno stack di circa 1,6 M e ho rilanciato con A4o fino a 52k, Irene dal BTN ha spinto i suoi resti per 480k circa inducendo al fold i bui. Qui ci ho pensato un po’ e onestamente alla fine credo di aver preso una decisione tecnicamente e strategicamente non corretta. In quella situazione io avevo tutto sommato poca fold equity, situazione in cui il push di Irene avviene al 99% con una mano “vera”. Ora, l’errore tecnico sta nel fatto che il mio A4 sarebbe stato in lieve vantaggio solo contro alcune delle mani appartenenti al range di mani “vere” cui accennavo prima (mi riferisco evidentemente a mani come KQ, JT, e simili); con tutte le altre mani avrei giocato uno showdown da sfavorito; ma a mio avviso è stato ancor più grave l’errore di natura strategica, visto che in caso di show down perso avrei riportato in partita la giocatrice che mi aveva creato il maggior numero di problemi al tavolo. In quel momento però sono stato quasi abbagliato dall’allettante possibilità di eliminare la fonte dei miei maggiori problemi a quel tavolo finale e ho optato per un call. Dopo un flop A75, al turn è sceso un (per me) fortunatissimo 4 che ha virtualmente posto fine al torneo. Mi consola in qualche modo pensare che sia stato l’unico showdown in cui ero svantaggiato in tutto il torneo.

Il Texas Hold'em si sa ha dato vita ad un mercato molto fiorente, ma anche tu da circa tre anni hai iniziato ad approfondire altre discipline come ad esempio l'Omaha e l'Omaha Hi-lo, ottenendo un secondo posto al primo mixed event live (he, omaha, stud) organizzato in Italia, vincendo il primo evento riservato ai Supernova Elite di ps .it e ottenendo un altro secondo posto in un torneo da 1000€+R organizzato durante l’EPT di Sanremo di Aprile 2011. Quale ritieni sia la modalità di gioco più avvincente e come vedi il futuro di queste specialità?

Ritengo che il Pot Limit Omaha sia la modalità di gioco più avvincente, soprattutto per l’azione che sovente si viene a creare. A me piace molto anche l’Omaha Hi-Lo perché si tratta di una disciplina ancor più tecnica che consente maggiori difese da elementi aleatori. Di fatto però credo che, almeno nel medio periodo, avremo in Italia solo tornei di Omaha o al massimo tornei mixed NLHE/PLO con un numero accettabile di partecipanti. Anche perché a mio avviso l’Omaha trova la sua massima espressione più nel format cash game, che non in nel format MTT.

Hai la fortuna di avere una fidanzata, che condivide con te anche la passione per il gioco, peraltro è andata a premio in un torneo di contorno al Main event, quanto aiuta condividere il poker e quanto serve anche per allenamento, sfogo ecc poter parlare con la propria compagna di tecnica, piuttosto che commentare delle mani insieme?

E sì, dopo un quinto posto nel ladies event disputato durante l’EPT di Sanremo ha piazzato un bel risultato in un torneo con un buon numero di partecipanti (circa 200 mi pare.) Brava! Quanto al condividere aspetti tecnici, sfoghi o altro, ti dirò che soprattutto durante periodi che sono già intensi di per sé da un punto di vista pokeristico, cerchiamo più che altro di goderci ciò che la vita ci offre senza pensare alle carte. E direi che per fortuna ci riusciamo abbastanza bene!

Lasciamoci con una domanda d'obbligo: progetti per il futuro?

Restando ovviamente in tema pokeristico, si punta a vincere il Dream Job, sempre che il pubblico mi voti e che la giuria dedicata mi selezioni per l’Heads Up finale! Fino a fine anno credo di partecipare ad altri 3-4 eventi di richiamo: l’IPO è alle porte, poi non mancherò all’EPT di Sanremo (fine ottobre), all’IPT di Campione (fine novembre) e al PGP di Saint Vincent (inizio dicembre).

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