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Il Consiglio di Stato Boccia il Regolamento sul Poker Live

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Irene Lo Castro
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palazzo spada

L’esigenza di disciplinare gli aspetti più importanti del poker live è sentita ormai da diversi anni.
Più volte si è sperato invano nell’emanazione di un provvedimento che potesse fornire delle regole chiare ed esaurienti. Nello specifico di trattava dell’attuazione nel nostro ordinamento della Legge Comunitaria 2008. Per tutto il 2009 e il 2010 vari annunci aventi ad oggetto l’introduzione di un regolamento in materia si sono susseguiti e sono stati poi puntualmente smentiti. Molte le aspettative degli addetti ai lavori che contavano di ottenere una più ampia libertà nell’offerta e partite con buy-in da 200 euro. Invece il risultato è stato completamente diverso

Nonostante l’AAMS abbia strenuamente lavorato al progetto legislativo, la stessa ha dovuto scontrarsi con la tempistica tutt’altro che snella della pubblica amministrazione.
Il testo finalmente nell’estate dello scorso anno ha preso corpo ma prima della sua approvazione definitiva sono stati necessari alcuni passaggi obbligatori.
In particolare, dopo l’iniziale esame condotto dalla stessa AAMS la parola è passata al Ministero degli Interni che ha analizzato il tutto e ha apportato le dovute e ripetute modifiche. Dall’estate si è giunti a fine anno e alla promessa poi non mantenuta di vedere la normativa inserita nellaLegge di Stabilità.
Anche ilMinistero delle Finanze nei primi mesi del 2011 ha fatto la sua parte, bloccando l’iter del decreto per via dei limiti molto rigidi previsti dalle norme comunitarie, per cui sarebbe escluso ogni fine di lucro per chi gestisce le poker room online. Inoltre, non sarebbe prevista la possibilità per i gestori di organizzare più tornei nel corso della stessa giornata.
Per concludere il testo è stato inviato, per un parere vincolante, al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, come se non bastasse si è pronunciato in senso sfavorevole rimettendo tutto in discussione e indicando anche le ulteriori modifiche da apportare.

Innanzitutto, secondo quanto riportato da GiocoNews, una prima censura riguarderebbe la somma stabilita per il buy-in che nel testo del regolamento è fissata in un massimo di 100 euro mentre i il supremo organo della giustizia amministrativa propenderebbe addirittura per un abbassamento a soli 30 euro per le quote d’iscrizione. La finalità perseguita sarebbe quella di disincentivare le speculazioni nell’ambito dei tornei live.
Tuttavia non mancano le perplessità perché più volte nel parere interlocutorio si fa riferimento per la determinazione del buy-in anche alla normativa sui giochi di abilità a distanza. Quest’ultima, che in precedenza fissava il limite a 100 euro, recentemente lo ha innalzato a ben 250 per i tornei e i sit-and-go.
Ciò lascerebbe presagire una possibile flessibilità ma sembra tutto alquanto confuso

Molte altre le prescrizioni dettate dal Consiglio di Stato concernenti ad esempio il divieto per un giocatore di partecipare a più tornei nella stessa città o per gli organizzatori, come già accennato, quello di organizzare diversi eventi nel medesimo territorio comunale e nel corso della stessa giornata.
Infine pare che nella bozza vi sia anche la previsione di un rake del 3% e di una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta con un’aliquota del 20% che dovrebbe essere operata dal concessionario sulle somme che costituiscono il montepremi netto.
Dunque lievitano i costi per i giocatori sui quali graverebbero anche le spese di organizzazione.
Insomma sembra ancora impervia la strada che porta ad una vera regolamentazione e la Legge Comunitaria 2008 non aiuta affatto a tal proposito, anche perché appare basata su presupposti erronei che rischiano provocare seri danni al mercato del poker live.

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Irene Lo Castro

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