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Hacker Britannico Rischia Prigione per il Furto di Chips Virtuali da Poker per $12 Milioni

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Paolo Gallo
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crimini virtuali

Un hacker di Paignton ha ammesso di aver rubato poker chips per $12milioni di valore sottraendole ad una società americana operante nel settore del gaming.

Ashley Mitchell, ventinovenne di Little Park Road, Paignton, ha confessato di aver fraudolentemente ottenuto accesso al sistema appartenente alla Zynga Corporation al fine di rubare 400 miliardi di chips virtuali. Ha poi venduto parte di queste chips al mercato nero per £53,000.

L’IT e uomo d’affari è apparso ieri davanti alla corte di Exeter ed ha ammesso quattro capi d’imputazione collegati all’hacking oltre a 41 altre infrazioni che verranno successivamente considerate. Il giudice Philip Wassall ha affermato che Mitchell rischia ora l’incarcerazione per il “sofisticato” crimine. L’imputato è ora in custodia delle autorità in attesa di aggiornamento del processo.

L’avvocato del’accusa Gareth Evans ha così spiegato il caso: "l’imputato ha venduto circa un terzo dei 400 miliardi di chips virtuali per il poker e stando ai dati delle aste illegali nelle quali le ha vendute lo ha fatto ad un tasso di £430 per miliardo. Un calcolo approssimativo permette di stabilire nell’ordine delle £184,000 il ricavato totale ottenibile dalla vendita dell’intero lotto di chips."

Ha poi continuato spiegando che le chips sono state vendute a persone che avrebbero poi proceduto a loro volta con una rivendita ma non pochi sono i problemi di valutazione del danno arrecato dato che tutta la “refurtiva” e gli scambi esistono solo nel mondo virtuale della rete. Se però Zynga avesse venduto le chips secondo i canali tradizionali e legali avrebbe tratto un profitto di circa $12million.

Mr Evans sostiene d’altro canto che Zynga non è stata privata di beni nel modo tradizionale come avviene nelle frodi del mondo reale dato che il costo di produzione delle nuove chips è nullo e il numero di chips che possono essere prodotte illimitato. Ciò nonostante, ripercussioni di secondo livello potrebbero danneggiare la ditta se entrassero in circolazione quantità elevate di chips provenienti dal mercato nero.

La difesa sostiene che il crimine sia stato commesso tempo addietro quando Mitchell soffriva di seri problemi di dipendenza da gioco dopo aver speso oltre £3,000 in giochi online. Un fatto che potrebbe contribuire ad una riduzione della pena.

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