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Recensione Libri di Poker: ‘Advanced Pot-Limit Omaha, Volume I’ di Jeff Hwang

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libro Hwang

“Cos’altro si potrebbe dire sull’Omaha che non sia già stato detto nel primo libro?”

Questa la domanda che Jeff Hwang si è sentito rivolgere più volte quando lavorava al suo nuovo libro Advanced Pot-Limit Omaha, Volume I: Small Ball and Short-Handed Play. In realtà, come Hwang stesso ha sottolineato più volte, non molto tempo fa anche un solo libro sul pot-limit Omaha sarebbe stato ritenuto dalle case editrici un libro di troppo.

Hwang ricorda che quando, nel dicembre 2007, è stato pubblicato il suo primo libro Pot-Limit Omaha Poker: The Big Play Strategy, “nessuno - nemmeno il più grande editore di libri sul poker - pensava potesse esistere un mercato per un libro di PLO.” I tempi sono certamente cambiati ed il PLO è sempre più praticato sia nelle card rooms di Vegas sia altrove ed ora gli appassionati sono addirittura ansiosi di poter leggere il prossimo testo dedicato all’Omaha e che verosimilmente farà la sua comparsa sugli scaffali delle librerie tra fine estate ed autunno prossimo.

Ora tra la crescente offerta di libri di strategia per l’Omaha, Advanced Pot-Limit Omaha Volume I di Hwang è certamente il più atteso. Il nuovo libro di Hwang consolida ulteriormente la posizione dell’autore quale maggiore autorità in materia di strategia per il PLO ed offre una grande mole di consigli e strategie per avere successo in quello che gli esperti prevedono sarà “il gioco del futuro”.

Nel suo primo libro sull’Omaha - la cui prima parte si concentrava proprio sul pot-limit Omaha (lasciando spazio nel resto del testo a Omaha-8 e PLO-8) - Hwang ha introdotto il concetto che gli è più caro: la “big play strategy,” un approccio in qualche modo giudizioso al PLO che comporta un’attenta selezione delle mani di partenza e la capacità di riconoscere le “situazioni da grande piatto” nelle quali si può anche giocare per stacks interi. La maggior parte del lavoro di Hwang in questa sua prima introduzione al PLO si focalizzava sulla “dimostrazione della falsità dell’idea che è sempre necessario tentare l’azzardo per vincere grosse somme.” L’autore ritiene piuttosto che una buona comprensione tecnica del valore delle mani di partenza e del funzionamento dei progetti (quelle che definisce “fisica dei progetti di scala” e “scienza del big-pot”), unita alla capacità di capire il valore della posizione, possono permettere di trovare con costanza quelle situazioni nelle quali è possibile sfruttare consistenti margini di vantaggio giocando grossi piatti ed evitando, pertanto, di non giocare interi stacks su colpi avventurosi o che contano su un buon contributo della sorte.

Non è strettamente necessario aver letto il primo libro di Hwang per poter affrontare Advanced Pot-Limit Omaha, anche se una qualche esperienza di PLO e una base teorica sugli aspetti elementari del gioco (come quella offerta appunto nel suo primo lavoro) sono certamente requisiti che possono agevolare la comprensione e assimilazione dei nuovi concetti. Invece di ribadire la propria idea di “big play strategy,” Hwang da per scontato che il lettore conosca e applichi questo approccio e senza troppe cerimonie passa a discutere le strategie avanzate come annunciato nel titolo.

Le, in qualche modo intimidatorie, oltre 500 pagine del nuovo libro potrebbero far certamente desistere dall’impresa il lettore casuale - il che è di per sé una buona notizia dato che assicura ai giocatori più seri di incrementare il margine tecnico di vantaggio rispetto alla massa degli appassionati di poker. Comunque, nonostante la sua lunghezza ed alcuni concetti particolarmente complicati, la lettura del libro non diventa mai un caro prezzo da pagare per raggiungere un nuovo livello di preparazione soprattutto grazie allo stile comunicativo di Hwang e alla sua intelligente e sensibile organizzazione del testo.

Come ogni bravo insegnante, Hwang fa un ottimo lavoro quando spiega nel modo più semplice e dettagliato anche i concetti più complessi usando termini specifici e chiari accompagnati da dimostrazioni concrete. Anche l’organizzazione logica del testo contribuisce alla chiarezza della spiegazione ed è, infatti, Hwang stesso a sottolineare che l’ordine delle sezioni non è in alcun modo arbitrario ma, piuttosto, consciamente pianificato per condurre il lettore attraverso le discussioni.

Il libro inizia con una lunga analisi dei particolari concetti che riguardano il gioco da esperti quali fluttuazioni, tecniche di bluff e teorie che insegnano da subito al lettore un gioco che va oltre il valore delle mani ed i pot odds.

Hwang passa poi allo studio di altri importanti concetti strategici: l’applicazione al PLO del concetto di rapporto stack-piatto (stack-to-pot ratio o SPR); l’azione dei deep stack; il vantaggio della posizione; il concetto di carta “perno”; value betting e bluff. Tutti questi concetti strategici introducono la presentazione di tattiche di gioco composite quali la strategia “small ball”, la discussione del three-betting prima del flop e le applicazioni nel gioco short-handed.

Il libro dovrebbe far aprire gli occhi specialmente ai giocatori che si dedicano solitamente al no-limit hold’em e che in genere portano con sé pericolosi preconcetti riguardo il PLO. Per fare solo un esempio, Hwang ricorda quanto sia sopravvalutata l’idea di iniziativa preflop nel PLO, pur essendo questo un fattore fondamentale nel NLHE. Ciò si spiega con il fatto che non solo nel PLO un tale modo di giocare spesso non riesce a creare la necessaria fold equity, ma tende altresì a persuadere gli avversari a giocare anche dopo il flop. Con questo Hwang non intende scoraggiare i rilanci preflop nel PLO, ma invita i lettori a riflettere sui motivi per cui li si fa: spesso, a differenza del NLHE, non è per estromettere avversari al flop.

Come Hwang aveva già abilmente dimostrato in Advanced Pot-Limit Omaha, Volume I, c’è ancora molto da dire sull’Omaha. Ora, in una scena che vede crescere sempre più rapidamente la popolarità di questa disciplina, il secondo libro di Hwang sembra essere destinato a guadagnarsi un posto di riguardo tra i testi più rappresentativi per strategie e teorie per il PLO.

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