Dall'Impegno Politico alla Passione per il Poker: Mario Adinolfi
Un altro volto del poker, sotto i riflettori di PokerNews. Questa volta si è reso disponibile un personaggio noto in tv, in radio e nei luoghi della politica giovanile italiana. Stiamo parlando di Mario Adinolfi.
Dagli anni Ottanta ad oggi sei stato un vulcano. Collaboratore dell'Avvenire e di Radio Vaticana, l''Europa, Il Popolo e La Discussione. Il tuo percorso in Tv è altrettanto ramificato: Rai con il Tg1, ideavi programmi condotti e diretti a metà tra le emittenti pubbliche e quelle private da "Contro Adinolfi" a "70in2" con Daniele Capezzone, a "Polifemo" a "Domani è Tardi" fino al "Tornasole". Questo è solo una piccola parte, perchè poi c'è stata Mtv, il blog, un programma su Nessuno Tv (canale 890 di Sky),e poi... mi sono già persa!
A 22 anni apertura alla politica: prima la Democrazia Cristiana, poi l'ingresso nell'area di centrosinistra, nel 1993 sei il più giovane membro dell'Assemblea Costituente del Partito Popolare Italiano e se non ricordo male, vieni scelto dal Times tra migliori giovani speranze politiche italiane. In ultimo, ma non perchè meno importante, l' Adinolfi player. Come concili entità apparentemente così diverse? e soprattutto come è nata la tua passione per il poker sportivo?
Tutti noi abbiamo all'interno della nostra esistenza un'attività professionale, una passione "sociale" e un divertimento privato. C'è chi fa il commercialista o l'impiegato, poi va al Rotary o fa volontariato, infine gioca a golf o va a pesca. La mia attività professionale è la comunicazione in tutte le sue forme: faccio il giornalista da quando ero giovanissimo, ho cominciato a scrivere per i quotidiani nazionali che ero ancora minorenne, poi sono arrivate la radio, internet, la tv. La mia passione "sociale" è la politica, passione faticosa da sopportare specie di questi tempi. Il mio divertimento è il poker sportivo, nato dal fatto che per lavoro trascorro decine di ore a settimana on line e lì mi sono imbattuto nei primi siti di texas hold'em. Il problema è che, ormai, qualsiasi cosa io faccia, assume una dimensione pubblica. Ma in realtà convivo, come tutti convivono, con gli aspetti normali di un'esistenza. Che non è mai noiosa e son contento così.
Dalle primarie del Partito Democratico quindi, ai Mondiali di poker di Las Vegas, dalle discussioni accese con Veltroni, Letta, la Bindi e Gawronski, ai tavoli verdi del Rio Hotel. In un articolo su Card player hai analizzato in termini pokeristici i due candidati premier. E' d'obbligo una domanda alla Marzullo: é la politica che ti aiuta nel poker o è il poker che ti ha insegnato a scoprire i tuoi avversari politici?
Il poker aiuta molto a descrivere i meccanismi della politica e le psicologie dei politici, che spesso sono impersonificazioni viventi del gioco in bluff. Poi, m'è capitato di utilizzare alcune "skills" proprie della politica, in particolare nella gestione dei rapporti di forza quando si parte da posizioni di debolezza, anche al tavolo di poker.
Una domanda più personale: c'è mai stato qualcuno che ha usato questa tua passione per il poker, in qualche modo per denigrarti o peggio infangarti?
Certo, quando ho scelto di unire la mia immagine anche pubblicamente a quella delle centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che abitualmente giocano a texas hold'em, ho avuto la mia razione di critiche e anche qualche insulto. Ma quando ci si espone bisogna essere pronti ad accettare tutto questo, avendo sempre a mente una frase semplice: male non fare, paura non avere. Chi gioca a poker non fa niente di male.
Sei partito per Los Angeles il 24 giugno inseguendo il sogno di quasi diecimila giocatori che anche quest'anno hanno affollato le sale del più esteso casino del Nevada. Dal tuo blog abbiamo potuto vedere anche una serie di video, ma commentaci a posteriori la tua emozione, nel sederti al tavolo con attorno i migliori giocatori del mondo!
A Las Vegas per le World Series, che ho giocato nel 2007 e nel 2008, credo di aver provato le più belle emozioni pokeristiche, come anche al recente Ept di Barcellona dove sono uscito a venti minuti dalla fine del Day 1, dopo dieci ore di gioco e una mano decisamente sfortunata.
Ho seguito sul tuo blog marioadinolfi.ilcannocchiale.it, la vincenda della tua partecipazione al reality la Talpa, come è andata a finire? Lo sai che un gruppo di giovani giocatori di poker on line, credo inglesi, hanno creato un reality, per descrivere la vita di un vero player, se lo producessero in Tv e ti chiedessero di presentarlo che faresti?
Mi piace la formula del reality, nonostante le mille critiche che piovono addosso a questi format trovo che non sia un caso se sono in assoluto i più seguiti in televisione. Sì, condurrei volentieri un reality legato al mondo del poker. Ne ho anche scritto un abbozzo, lo aggiusto e lo sottopongo a qualche amico che ho nelle primarie reti televisive italiane.
Per concludere: consigliaci la visione del miglior film sul poker e una lettura avvincente sullo stesso tema.
Il più bel film sul poker resta Rounders, con Matt Damon. Quanto alle letture, consiglio Improbable, di Adam Fawer. Uno splendido romanzo che parte con una straordinaria scena di texas hold'em, chiusa da una frase che noi giocatori dobbiamo scolpirci in testa: la sfiga esiste.