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PokerNews Intervista Dario Alioto

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PokerNews Intervista Dario Alioto 0001

Per questa intervista ho cercato l'aiuto dei miei amici del forum di PokerNews. Ritengo che non sempre le domande che un giornalista pone, siano realmente quelle che un lettore sceglierebbe. L'intervistato di spicco in questo caso è Dario Ryu Alioto, tra i migliori giocatori italiani di poker. Da questo contributo collettivo è nato un piacevole scambio, a voi una buona lettura...

Ciao Dario puoi raccontare come è scoppiato il tuo amore per il poker?

è come se fosse sempre esistito, ho sempre amato i giochi di carte e qualunque gioco in generale. Sono sempre stato molto competitivo fin da piccolo e il vantaggio delle carte era che potevi portarle sempre in giro agevolmente ed era praticamente possibile giocarci ovunque: bastava solo avere un avversario.

Da quando imparai le regole del poker intorno agli 11 anni, qualunque altro gioco di carte sembrava una noia mortale a confronto. Tuttavia non ebbi molte occasioni di giocare fino ai 16 anni, perchè ovviamente i miei coetanei all'epoca non avevano idea di cosa fosse il poker e non ne volevano sentir parlare di giocarci.

Da che livello sei partito, con quale investimento iniziale e quando hai capito realmente di poter vivere con il poker?

Come è capitato un po' a tutti anche io all'inizio non ero nulla più che l'ultimo arrivato, ovvero il pollo di turno e nell'arco della prima settimana di gioco persi meritatamente l'importo equivalente che ricevevo con la paghetta in due mesi.

In realtà il problema principale era che avevo cominciato subito a giocare delle partite troppo difficili e troppo costose per un giocatore che ha appena iniziato a cimentarsi col Texas Hold'Em on-line.

Dopo questa prima settimana "traumatizzante" dietro consiglio di giocatori più esperti cominciai a giocare le partite più basse che erano disponibili a quell'epoca ( 0.25-0.50 Fixed ) dopo aver depositato cinquanta euro e da allora non ne ho mai più avuto bisogno.

Ho capito che era possibile guadagnarci e "arrotondare" sin da subito, anche per questo mi misi seriamente a studiare e a lavorare sul mio gioco: sapevo che i miei sforzi sarebbero stati premiati al tavolo da poker. Successivamente, scoprendo che esistevano gia' migliaia di professionisti nel mondo che vivevano di poker da anni mi sono detto: se lo fanno loro voglio provarci anch'io!

Considerato tutte le soddisfazioni che ti ha dato il poker finora, c'è qualcosa che il poker ti ha tolto nella tua vita?

Forse l'unica cosa che mi ha tolto è quella spensieratezza del ventenne poiché quando hai da gestire un lavoro del genere, dove il bankroll e quindi i soldi sono "i ferri del mestiere", bisogna avere una certa maturità per riuscire ad andare avanti nel migliore dei modi.

Un ragazzo che non ha quel tipo di maturità potrà essere un grande campione, un giocatore geniale, ma non sara' ancora pronto per essere un professionista.

Tu sei siciliano, la tua terra oltre ad essere bellissima è un ottimo habitat pokeristico, cosa ne pensi della realtà siciliana, cosa ti auguri e cosa vorresti cambiare o proporre?

Purtroppo non frequento molto in Sicilia cio' che riguarda il poker. Il motivo principale è che quando sto a casa solitamente cerco di staccare la spina dopo lunghi periodi passati fuori per le trasferte e in genere voglio fare tutt'altro che sentir parlare di poker; diciamo che mi piace andare in vacanza mentalmente quando torno a casa.

Penso sia doveroso riconoscere che il movimento in Sicilia mi meravigli positivamente in continuazione, ci sono tante realtà, tante associazioni che spessissimo collaborano con lo spirito giusto creando anche un'atmosfera ideale per chiunque è in cerca di un hobby che al contempo sia stimolante a livello mentale, ma che possa anche essere un modo per socializzare.

Tutte le volte che ho fatto visita a delle associazioni ho sempre trovato ambienti molto piacevoli, c'è gente socievole, simpatica, colta e istruita di tutte le eta'. Questo è un indicatore di come gli organizzatori siano riusciti ad ottenere risultati eccezionali dai loro intenti.

La scelta di entrare nel team di Full tilt, immagino ti abbia riempito di gioia, cosa significa fare parte di un team così ampio? Come ci si sente ad essere scelto e sfidato via internet?

E' stata sicuramente una tappa importante della mia carriera. Ricordo bene questa estate a Las Vegas quanto il logo di FTP che portavo sul petto attirasse l'attenzione delle persone che incrociavo girando per il casino'. In Usa FTP ha applicato una strategia di marketing – le pubblicità che vanno in tv sono eccezionali - che ha fatto di questa pokeroom un vero cult; cosi' anche i giocatori sponsorizzati assumono automaticamente un valore aggiunto legandosi ad una pr cosi' importante. A me è sempre piaciuto accettare delle sfide da giocatori normali che vogliono provare l'ebbrezza di giocare e possibilmente battere un campione al tavolo, lo facevo già prima di entrare a FTP. Ti assicuro che per me perdere sfide del genere con pochi soldi in palio, brucia di più che perdere in un torneo dal buy-in normale per i miei standard, dove però è piu probabile scontrarsi contro giocatori navigati ed esperti.

Cosa è perchè ti hanno fatto decidere di dedicarsi piu' al PLO Pot-Limit Omaha, rispetto al Texas NL? Trovi che a livello emotivo sia più caldo uno dell'altro? che sviluppo pensi che avrà questa disciplina?

E' un gioco più divertente, più tecnico e a parita' di stakes il livello medio è più basso che a hold' em. Inoltre col senno di poi posso dire che quando decisi di dedicarmi all'Omaha ( due anni e mezzo fa ) avevo delle grosse lacune a Hold'em nel gioco preflop e passando all'Omaha dove questi si sviluppa in modo molto diverso quelle lacune non avevano più un tale effetto negativo sul mio gioco. Nell'Omaha è molto facile che tra turn e river possa arrivare una scary card, perciò un giocatore molto aggressivo avra' moltissime occasioni di bluffare con successo. Penso che il trend rimarrà uguale ancora per un paio di anni: ovvero il THE rimarrà il gioco preponderante per i tornei, mentre l'Omaha si affermerà ancora di più come il gioco prevalente nei cash games soprattutto high stakes.

Dopo tanti successi ci chiedevamo a quando la stesura di un libro sul PLO e sulla tua esperienza?

Per quanto riguarda la stesura di un libro sulla mia storia/carriera potrebbe essere una buona idea, ma scrivere un libro autobiografico a 24 anni mi sembra una esagerazione!

Di libri sull'Omaha in realtà sarebbe meglio scriverne almeno tre, uno per ogni livello di gioco: principiante, intermedio ed esperto. Avrei tante cose da scrivere, ma il problema principale è che la stesura di un lavoro del genere richiederebbe una mole di tempo enorme per i miei canoni, nel breve termine la cosa mi costerebbe molti soldi, perchè sarei costretto a ridurre drasticamente le ore di gioco al tavolo e di conseguenza guadagnerei molto meno. Vista la mia giovane età è molto difficile accettare l'idea di intraprendere un progetto impegnativo e a lungo termine come questo.

Che aspettative avevi per le WSOP di quest'anno?Cosa cambieresti se potessi tornare indietro?

E' sempre difficile porsi degli obiettivi quando non puoi sapere a priori se la fortuna ti dara' una mano o se ti voltera' le spalle. Tuttavia avevo dichiarato in un'altra intervista che mi sarei ritenuto soddisfatto se fossi riuscito ad avere almeno un paio di chances di vincere un braccialetto. Analizzando i risultati a posteriori posso dire con certezza che ci avrei indubbiamente firmato a priori sui risultati che ho effettivamente ottenuto quest'anno.

Ho fatto 4 ITM tutti di prestigio, in tornei a cui tenevo molto e oltre ad avere rischiato di vincere il braccialetto nel PLO ho anche ottenuto un diciannovesimo posto nel World Championship PLO che poi sarebbe anche il "risultato peggiore" visto che gli altri due ITM sono un nono e un dodicesimo posto al deuce to seven.

Con i risultati delle ultime WSOP nel PLO sono balzato all'ottavo posto della classifica di tutti i tempi di questa specialità. Nell'arco di poco più di un anno ho superato e mi sono avvicinato a giocatori che giocavano alle WSOP prima ancora che io nascessi o prima ancora che io avessi l'età per giocare: questo non puo' che riempirmi d'orgoglio visto che sono arrivato a quel punto inanellando una serie di risultati che mai nessuno aveva raggiunto prima in un arco cosi' ristretto di tempo nell'Omaha alle WSOP

Perchè non hai giocato l'ultimo EPT anche se fino a poco prima risultavi regolarmente tra gli iscritti?

Avevo cancellato l'iscrizione la sera prima: ho una certa avversione per i tornei di Texas Hold'Em e avevo gia' giocato la settimana precedente ambo i due eventi delle WSOPE di questo gioco. Io non tengo particolarmente a giocare gli Ept e dopo aver giocato le WSOPE – collezionando una impietosa lista di bad beat - non mi sentivo nella condizione psicofisica ideale per ricominciare da zero un nuovo torneo.

Ho letto che sei stato un professionista in judo e lotta libera. Quanto ti ha aiutato ad avere successo nel poker? Credi che le tante ore di allenamento ti abbiamo aiutato a resistere alle interminabili ore delle partite di poker, anche a livello di concentrazione?

Per essere un buon atleta la disciplina è fondamentale, senza di essa è impossibile riuscire a reggere dei ritmi di allenamento massacranti tutti i giorni dell'anno compresi festivi, riuscire a mantenere uno stile di vita sano, portare a termine delle diete necessarie al raggiungimento del peso prefissato dalla categoria di appartenenza, ma anche riuscire a rispettare i giusti tempi di recupero seguendo le terapie dopo un infortunio.

La disciplina paga sempre, questo l'ho imparato quando ancora combattevo e da allora l'ho sempre tenuto a mente, basti pensare che ancora mi porto dietro degli infortuni che non ho curato come dovuto e che mi hanno anche forzato a smettere quel tipo di carriera.

Questi fastidiosi acciacchi sono come un continuo promemoria per ricordare quanto puo' costare caro una scarsa e/o lacunosa disciplina.

Rimanendo sul tema, ricerchi nel poker la via dell'adattabilità come nel judo? Sfrutti la forza altrui dirigendola per il tuo fine? Come definisci il tuo gioco?

Questo è sicuramente il punto in comune più importante tra le due cose. Nel poker come nel Judo è di fondamentale importanza riuscire ad adattarsi allo stile di ogni avversario sfruttandone i punti deboli. Cosi come nel Judo si puo' sfruttare la forza dell'avversario nel suo impeto sfruttandola a proprio favore, un giocatore di poker esageratamente aggressivo potra' essere intrappolato da un avversario che ha capito questa tendenza nella mano giusta.

Quando sono in forma è proprio questo che cerco di fare, cerco di adattarmi ad ogni avversario, non sempre ci riesco, ma nessun giocatore è in grado di esprimere il proprio miglior gioco senza soluzione di continuità.

Sappiamo che oltre a dedicare molto tempo al gioco del poker, studi all'università, farmacia se non sbaglio, come andiamo su questo versante?Quando pensi di laurearti e credi che prima o poi farai questo mestiere?

Ho lasciato l'università esattamente tre anni fa ed è da allora che sono un professionista di poker. Andavo bene, mi sarei laureato con un voto alto se avessi continuato senza il poker di mezzo, ma essendo il corso di laurea di tipo specialistica/quinquennale pur se avessi voluto conciliare le due cose avrei dovuto impiegare troppo tempo per laurearmi accontentandomi di basse votazioni con la consapevolezza che molto probabilmente non avrei mai fatto uso della laurea visto che stavo gia' facendo il miglior lavoro possibile.

Senti alcune male lingue, ti definiscono un po' snob, come ti difendi da questa critica?

Il mio personaggio è cosi: o lo ami o lo odi. Solitamente chi mi conosce bene fa parte del primo gruppo e chi non mi conosce e/o si ferma alle apparenze appartiene al secondo.

Non sento il bisogno di difendermi dalle malelingue di chi appartiene al secondo gruppo, al contrario se qualcuno di quelli che mi conoscono bene dovesse dire qualcosa di negativo sul mio conto me ne dispiacerebbe tanto e cercherei sicuramente di fargli cambiare idea.

Hai invece tu qualcosa da dire a noi addetti ai lavori?

La gente pensa che io mi sia imbruttito contro PokerNews per le lamentele che facevo nelle registrazioni audio del mio blog questa estate dalle WSOP. In realtà mi dispiaceva soltanto vedere alcuni blogger stare fermi per ore in piedi tra i tavoli col taccuino in mano, ma senza far nulla quando io stesso ero costretto ad aggiornare in tempo reale il mio chipcout per coloro che da casa scrivevano sui forum chiedendo continuamente di poter aver qualche aggiornamento sulla mia situazione che mai arrivava.

Per questo io non c'è l'avevo con PN, ma penso che alcuni blogger non fossero all'altezza e spero che in futuro vengano selezionati con maggiore accuratezza.

Vorrei che ci regalassi la foto più rappresentativa della tua carriera e mi dicessi per quale motivo l'hai scelta.

Non ho una foto a cui sono particolarmente legato, ma scelgo questa:

PokerNews Intervista Dario Alioto 101

perchè è l'ultima foto che mi è stata fatta in un torneo ufficiale – main event delle WSOPE - che è anche l'ultimo a cui ho partecipato. Scelgo questa perchè in realtà è quella più vicina temporalmente, perchè io spero sempre che la più grande soddisfazione, della quale conservare un caro ricordo, sia presto in arrivo.

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