Lo Strizzacervelli del Poker, Vol 32 - Fortuna o Varianza? Magia o Matematica?
Quanta fortuna c'é nel poker? Io, sedendo accanto ai maggiori nomi del poker, ho sentito sparare cifre come 50% o 10%. Le risposte più articolate suonavano tipo "90% sul breve termine ma solo 5% sul lungo periodo" o "molto più oggi con tutti questi asini in partita". Non ho però mai sentito qualcuno dei grandi giocatori, o di quelli medi o nemmeno uno dei pesci del venerdi sera dare la sola, unica risposta esatta a questa domanda. Qual e allora la risposta definitiva?
Non ci sono cose come la fortuna nel poker!
Ci sono variabilità e varianza ma sapete, e sottolineo sapete, che con il tempo tutto si bilancia; sapete di voler vedere gli asini fare call tutto il giorno, ogni giorno; anche se un punto con quattro out chiuso al river può talvolta buttarvi fuori da un torneo. Da un punto di vista psicologico intendo sostenere che ogni credenza nella fortuna e deteriorante per il vostro bankroll e per la vostra capacità giocare il vostro "A game".
Prima di sostenere la mia affermazione, intendo proporre un esempio di quello che molti chiamano fortuna o sfortuna e di cosa dovrebbe essere identificato come varianza. Sapete cos'e la varianza vero?
Cito Mike Caro che la definisce come: "la misura dell'ampiezza di una distribuzione statistica attorno al suo centro. Trattando di poker, essa rappresenta la distribuzione dei risutati su un gruppo di mani o sessioni, o le oscillazioni in direzione positiva o negativa del denaro. Quanto maggiore la varianza, tanto più selvagge le oscillazioni; più bassa la varianza, tanto più verosimilmente una sessione data darà un risultato vicino alla media."
Se giocaste un poker statisticamente perfetto, la vostra varianza dipenderebbe esclusivamente dai tempi che "odds" o "distribuzione dei risultati" necessitano per avvicnarsi alla media statistica - cosa che molti chiamerebbero "sfortuna" per voi e "fortuna" per il vostro avversario.
Eccoci ora all'esempio: Voi ed un avversario siete all in al turn, le carte vengono girate, voi siete in vantaggio ed il vostro avversario ha quattro outs. Cosa significa questo statisticamente?
In un mazzo da 52 carte potete vedere 8 carte (4 sul tavolo e due a testa in due mani) restano quindi 44 carte non visibili 4 delle quali danno la vittoria al vostro avversario facendovi perdere. Statisticamente vincerete 40 volte su 44 ossia 10 volte su 11.
Di coseguenza, nessuna persona ragionevole potrebbe non trovarsi d'accordo sul fatto che in media 1 volta su 11 si perde in questa situazione. Chiedete a qualunque bravo giocatore di poker se sarebbe disposto a rischiare il proprio torneo con una giocata da 10 a 1 ed egli risponderà: "Sì!" Sempre e comunque. La domanda é semplice, dite sì a questa proposizione ogni singola volta? Se lo fate significa che comprendete la varianza e rifiutate la dissennata logica della fortuna. Inoltre, comprendete che prendere posto ad un tavlo da poker vi coinvolge in un gioco che é, appunto, gambling e che lo fate volontariamente.
Ora sorge una domanda: Perché la credenza nella fortuna puo avere un effetto negativo su ogni partita? Il danno al vostro gioco non si verifica quando siete sfortunati (quando la varianza statistica vi é avversa) ma quando siete fortunati (quando siete voi gli asini che hanno bisogno di uno dei quattro out o di un quadri runer, runner). Ottenete la carta del miracolo e pensate: "Che fortuna!" Sbagliato! Avete messo in gioco le vostre chips nella condizione peggiore, avete rischiato il vostro torneo con una giocata da 1 a 10 perché credete nella fortuna e non per aver analizzato le vostre possibilità reali. Non imparerete dagli errori ma ascriverete il vostro torneo a quelli in cui siete sopravvissuti grazie alla fortuna.
A dire il vero in questo modo vi limitate a osservare la mani nelle quali siete stati fortunati. Migliorare il proprio gioco significa apprendere dagli errori di calcolo. Non attribuite uno di questi alla sfortuna e non attribuite ad essa nemmeno quella che in realtà é varianza.
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