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Pot Control con Jonathan Little

Kristy Arnett
Kristy Arnett
4 min read
Jonathan Little

Jonathan Little è stato uno dei giocatori più costanti in quanto a risultati conseguiti in torneo. Ha accumulato oltre $4.7 milioni di dollari in vincite in tornei di poker online e dal vivo inclusi due successi al World Poker Tour. Da sempre sostiene la necessità di insegnare e studiare il poker ed ha recentemente pubblicato un libro intitolato “Secrets of Professional Tournament Poker.” PokerNews ha incontrato proprio lui per chiedere consigli per migliorare il gioco di chi si dedica con serietà al poker e per parlare della questione tecnica del controllo del piatto.

Cosa ti ha portato a decidere di scrivere un libro in merito ai tornei di poker?

Beh, non ci sono poi tanti buoni libri sui tornei di poker. Tra i più recenti ritengo piuttosto buono Harrington on Hold’em ma è un libro di cinque o sei anni fa. Proprio per questo tutti sanno come giocare con uno stile tight-aggressive ma in realtà non è più giocando così che si vincono i tornei di poker. Se tutti fanno la stessa cosa allora bisogna cambiare. Il mio libro spiega come affrontare chiunque nel migliore dei modi.

Quali indicheresti come concetti fondamentali per un principiante che si avvicina ai tornei di poker?

Credo che i principianti che decidono di giocare in tornei debbano innanzitutto capire che bisogna giocare in modo diverso a seconda delle dimensioni dello stack. Se hai 10 big blinds, devi giocare in modo profondamente diverso da come giocheresti con 100 big blinds. Specialmente nei tornei con stakes medio-bassi si vedono numerosi giocatori chiamare rilanci con il loro stack da dieci big-blind con in mano dieci-otto suited o cose simili per poi fare check-fold se non trovano il favore del flop. Questo è chiaramente un grosso problema. Inoltre, non credo che i giocatori non sappiano controllare il piatto con mani top pair, top kicker. Vogliono subito arrivare ai 100 big blinds già nelle prime fasi del torneo e facendo ciò si continuerà a perdere.

Parliamo più in dettaglio di uno dei concetti che hai menzionato: il controllo del piatto. Per coloro che non lo sapessero potresti brevemente spiegare cosa sono le reverse-implied odds e come influiscano sul pot control?
Praticamente si parla di reverse-implied odds quando hai una mano tipo asso-dieci e floppi la top top pair, che sia l’asso o il dieci, trovandoti quindi destinato o a vincere un piatto davvero piccolo o perdere un piatto molto grosso se il tuo avversario è pronto a darti azione dato che farà ciò probabilmente solo con una mano migliore della tua. È davvero difficile vincere un grosso piatto in questa situazione perché su un board tipo asso-spazzatura-spazzatura difficilmente si otterranno più di due streets di valore.

Ogni volta che ci si trova con una mano tipo asso-dieci su un board asso-quattro-due e si subisce un check-raise si deve decidere se prendere il comando del piatto o farsi da parte. Si può infatti arrivare a showdown con mani che sono nettamente in vantaggio o nettamente in svantaggio. Questo a meno che non si abbia un’eccellente lettura del proprio avversario.

Allora se si cerca valore solo per due streets a quale si fa check e perché?
Si può o fare check al flop o puntare questa street e poi fare check al turn. Entrambe le varianti funzionano piuttosto bene. Quando ci sono molti progetti sul board bisogna pensare al tipo di avversario che si ha davanti. Se si gioca contro qualcuno capace di fare check raise con numerosi progetti bisognerebbe essere più propensi a fare check al flop. Se lui è più propenso a fare check call, bisognerebbe puntare al flop. Di base si vogliono ottenere due streets di valore che siano flop e turn o flop e river o turn e river. Quando si prova a giocare per tre streets di valore con puntate standard da due terzi del piatto sarà difficile venire chiamati da qualcunoche ha una mano inferiore alla nostra.

Inoltre, facendo check si può indurre al bluff. Se si segue con un check ad un flop asso-alto il nostro avversario spesso crederà che non abbiamo trovato il punto. Potrebbe allora puntare al turn se noi abbiamo fatto check al flop e la stessa cosa può accadere al river se abbiamo fatto check al turn. Quindi non solo si controlla il piatto in questo modo portandosi più vicini allo showdown, ma si portano anche i giocatori a tentare bluff.

I benefici che si ottengono dal controllo del piatto superano quelli che si hanno puntando per protezione dell’equità?
Si concederanno alcune free cards e si perderanno alcuni piatti, ma anche se il nostro avversario dovesse legare il punto al flop non si finisce col perdere molto perché si controlla il piatto. Potrebbe anche succedere che le carte gratuite permettano loro di chiudere la second best hand e quindi renderli più propensi a chiamare.

Vuoi aggiungere qualcosa in merito al tuo libro?
Di base questo libro tratta del modo standard di giocare a poker. Molti giocatori sono o troppo chiusi o troppo loose. Bisogna saper trovare una buona via di mezzo. Il mio libro spiega come essere aggressivi in posizione e chiusi fuori posizione. Finché si gioca in questo modo e sempre tenendo presente la gamma di mani con la quale può giocare il nostro avversario di turno, è difficile commettere costosi errori. Il libro spiega inoltre come rendere molto facile il processo decisionale evitando errori e se si fanno meno errori degli altri allora si ottiene il successo.

C’è già un secondo libro in lavorazione giusto?

Si, ho appena finito di redigerlo. Spero verrà pubblicato più avanti nel corso di quest’anno. Si tratterà di letture dal vivo, come giocare nei diversi stadi di un torneo e buttare un sacco di soldi per vestiti eleganti e e ingressi ai club come fanno i professionisti. Alle volte questo loro stile di vita gli costa $300,000 l’anno - tutto denaro che avrebbero potuto risparmiare con uno stile di vita più moderato.

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