La Mano Del Giorno Con Alec Torelli: i Miei Assi Distrutti da Joe McKeehen
Alec Torelli è un giocatore di poker professionista originario della California, anche se gira il mondo con la moglie Ambra. Torelli ha vinto più di 1,5 milioni di dollari nei tornei live (inclusi due tavoli finali alle World Series of Poker e altrettanti al World Poker Tour), oltre a più di mezzo milione nei tornei online. Oltre al poker, insieme con la moglie gestisce un business milionario online, grazie al quale viaggia per il mondo.
Nella sua serie "La Mano del Giorno", Torelli analizza mani che ha giocato lui stesso o che gli sono state sottoposte da altri. Oggi esamina una mano di cash game molto 'tricky', giocata durante Poker Night in America.
Mi sono divertito un mondo partecipando al Poker Night in America al Turning Stone Resort Casino di New York.
Il chip leader del World Series of Poker Main Event di quest'anno, Joe McKeehen, stava giocando un poker davvero solido - quel fastidioso ma giusto mix tight ma aggressive.
Avevamo giocato solo pochi piccoli piatti, fino alla "Mano Del Giorno" di questa settimana, cercando di evitare di infastidirci a vicenda. Tutto è cambiato quando da under the gun ho ricevuto due assi neri, ho rilanciato e sono stato chiamato da Joe che era sul bottone.
Dopo aver puntato due volte su un board 9♥6♥5♦5♣, sul river è caduto il dolorosissimo 3♥: è qui il punto chiave della mano.
Facile in uno spot come questo perdere il controllo, sbuffare di frustrazione e fare check senza pensarci, concedendo la mano. Ma fare check voleva dire dover fare check/fold (se lui avesse puntato). Gli avrei anche permesso di arrivare economicamente allo showdown e avrei perso del potenziale valore quelle volte in cui avrei avuto la mano migliore.
Un ragionamento molto più prudente avrebbe richiesto quanto segue:
Quante volte ho la mano migliore e qual è la linea migliore per tentare di massimizzare le mie probabilità di investire denaro nel piatto con la mano migliore?
Per farlo, devo calcolare le mani che posso battere e pesarle contro le mani che mi battono. Come dico sempre ai miei clienti, con la pratica si impara a ottenere una buona approssimazione di questi risultati in tempo reale.
Anche se non ne potevo essere sicuro al 100%, intuitivamente mi sembrava che puntare fosse la giocata giusta. Non solo puntando diventa più difficile per gli avversari giocare contro di me, ma oltretutto il mio range è protetto perché potrebbe anche comprendere mani nut, il che significa che non devo preoccuparmi di subire un rilancio in bluff troppo spesso.
Quindi andai dritto per la mia strada e sparai un terzo colpo!
Per vedere ciò che successe poi, date un'occhiata al video della settimana.
Arrivato a casa ho immediatamente fatto ricorso ai numeri per vedere se avevo fatto la giocata giusta (in realtà non aspettai così tanto - lo feci durante la pausa).
Ecco l'analisi più conservatica che potevo fare. Come vedrete, ho dato attribuito a McKeehen tutte le combinazioni di set, scale e colori, il che significa che avrebbe dovuto giocare in questo modo al flop e al turno il 100% delle volte - cosa semplicemente non vera. Alcune delle volte sicuramente McKeehen avrebbe rilanciato al flop con set, scale e progetti di colore nut: in pratica, non poteva avere tutte quelle combinazioni al river (rendendo la mia mano ancora più probabilmente vincente).
Il mio range è favorito 3 a 2 sulle sue mani completate: secondo me è giustissimo puntare. Ecco i calcoli che ho effettuato:
Forse stavolta ho sbagliato, ma nel lungo periodo penso che la mia giocata fosse corretta. E nel poker, il lungo periodo è l'unica cosa che conta.
Che cosa avreste fatto con due assi al river? Ho fatto la mossa giusta? La vostra opinione conta, perciò condividetela con me lasciando un commento!
Ci vediamo settimana prossima.
~Alec
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