"Colman non lo capisco", è il pensiero di Claudio Rinaldi, pro elvetico che ci ha aperto le porte di casa
Vi proponiamo oggi un'intervista a Claudio Rinaldi, poker player elvetico che ha saputo guadagnarsi la vetta della Switzerland Money List; attualmente impegnato nel difficile ruolo di padre, ci ha aperto le porte di casa per scambiare quattro chiacchiere.
Com’è cambiata la tua vita da quando sei diventato papà?
Beh, sicuramente quando pensi agli impegni, alla vita, la vedi sempre con un pizzico di responsabilità in più, sapendo che devi anche curare non solo una compagna, una moglie ma anche un bambino. Adesso è piccolo ma poi crescerà!
Cosa vuol dire essere un giocatore di poker professionista, in una realtà come la Svizzera?
E’ una parte della Svizzera, questa, un po’ atipica rispetto al resto del paese, è una Svizzera italianizzata (si parla del Canton Ticino, nb); al di là del fatto che si parla italiano, anche come cultura siamo molto vicini all’Italia e c’è la fortuna di avere due Casino molto vicini dove vi sono un ventaglio di possibilità di gioco oltre al Cash Game, buoni tornei da giocare insomma.
Ma tu lo sai che qui la gente ti chiama “il campione del poker”, vero?
Beh, si.. nella cultura che abbiamo in Ticino non è una cosa vista, non dico propriamente di buon occhio però è un po’ qualcosa di atipico per la gente, che magari non ha una mentalità molto aperta come succede per un italiano. Ecco, rispetto alla cultura italiana, il poker qui è visto in maniera un po’ più chiusa.. Però, si, è vero. Capita che qualcuno mi veda per strada e dica “quel lì giuga a poker”, è come mi vedono i ticinesi.
Hai fatto scuola, comunque!
Si, ho fatto scuola. C’è tuttavia qualche ticinese che si è affacciato a questo mondo, penso ad esempio a Roberto Begni, ma anche altri che giocano qui e si difendono abbastanza bene. Sicuramente il movimento è favorito dal fatto che i Casino ci sono sempre stati e ce ne sono molti, basti pensare che in Svizzera ce ne sono ben tre più Campione d’Italia che fa si parte dell’Italia ma resta in territorio elvetico.
La mano giocata che ricordi con piacere?
Si tende sempre a ricordare le mani un po’ più eclatanti e spesso si ricordano le mani in cui ci sono molti soldi in ballo; ho avuto la fortuna di poter partecipare a tre tavoli finali molto importanti in cui il primo premio superava il milione e qualche mano me la ricordo con piacere.
Forse una mano, che a livello di soldi non era assolutamente importante ma che ricordo con molto piacere è quando al Mini IPT di Campione (di qualche anno fa) vinsi con una carta sola! Il dealer si era sbagliato a darmi le carte, costrinsi l’avversario a foldare. Avevo addirittura fatto una 5bet All-in! Alla fine di mani importanti da ricordare ce ne sono molte ma questa è una di quelle che ricordo con il sorriso.
L’Heads Up della tua vita contro chi lo giocheresti?
Magari con mia moglie!
Non sarebbe per niente facile, soprattutto se è lei a dare le carte.. è una dealer quindi sarebbe molto più difficile!
Sappiamo che hai seguito la vicenda di Dan Colman alle WSOP, quando ha bollato il poker come un gioco oscuro; cosa ne pensi?
Io sono una persona che, se proprio dovesse scegliere un polo, sceglierei quello di Colman: il poker è un gioco e va giocato secondo le proprie possibilità. E’ inutile illudere i ragazzini o dare una falsa speranza a persone che pensano di poter entrare nel mondo del poker e fare soldi.
Il poker degli ultimi tre/quattro anni è in calo, ed è assurdo pensare di approcciarsi a questo gioco con l’idea di sfondare, bisogna anche considerare che il 95% circa delle persone sedute ad un tavolo è a livello amatoriale e sono un 3-5% è la fascia professionista. Colman ha un po’ estremizzato, questo non mi è piaciuto, perché il poker rimane sempre un gioco e va vissuto con gioia.. non è possibile che uno vinca tutti quei soldi e non faccia nemmeno un sorrido, questo non lo capisco!
Quali sono i tuoi progetti futuri, in ambito pokeristico?
Continuo a giocare regolarmente in zona, ma da quando è nato mio figlio ho un po’ rallentato, per godermi di più la famiglia. Mi guardo in giro, comunque, per possibilità imprenditoriali o di investimento: ai tavoli da gioco si stringono amicizie con giocatori che arrivano da altri ambiti e questo aiuta molto a considerare altre attività, che magari possono partire come hobby ma che potrebbero tramutarsi in un lavoro vero e proprio.
Chi vince quest’anno il Fantacalcio?
Con i pokeristi partecipo a tre “fantacalci” e devo dire che quest’anno, visto che ha studiato molto, vincerà Daniele Mazzia! Effettivamente in uno di questi tre campionati è in testa.. ma anche Alessandro De Michele ha buone possibilità, lui l’ha vinto già due volte, e anche quest’anno è messo abbastanza bene!
Ringraziamo Claudio per l'accoglienza e per la disponibilità, ci riserviamo il diritto di tornare a casa sua per chiedergli lumi sul vincitore del fantacalcio, magari a fine stagione!
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