Porto il poker alle Olimpiadi! Parola di Daniel Negreanu.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori da Negreanu, ma fino a far diventare il poker una disciplina olimpica..
E invece il canadese ha proprio posto l'accento su questa possibilità!
Benché in molte parti del mondo non è ancora ben chiaro se il poker possa definirsi uno sport o solo un gioco di fortuna, ci sono forum dedicati alla proposta di portare le carte al Comitato Olimpico.
Per Daniel Negreanu non è solo un'idea campata per aria, ma ha esposto meticolosamente come una "specialità" del genere debba avere una forte struttura che la sostenga, con un Direttivo, aree stampa e training camps.
Magari non ce la faremo per i Giochi Olimpici del 2016 a Rio, ma come ha sentenziato Dave Brannan (CEO di Mindsports Int.), è solo una questione di tempo:
"Potrebbe essere un punto di partenza il poter testare il potenziale del poker alle Olimpiadi del 2016, magari come un side event."
In Cina e Brasile il poker è riconosciuto giuridicamente come sport, come gioco di abilità, ma ovunque viene mercificato e pubblicizzato come un gioco composto da un mix di talento e fortuna.
E' difficile smantellare quest'idea nella mente delle persone e farlo considerare come un vero e proprio sport agonistico e personaggi di spicco, come Negreanu, non riescono a fare breccia nell'immaginario collettivo.
Il fatto che proprio Daniel sia testimonial sponsorizzato da PokerStars parrebbe un controsenso ma proprio su questo, ovvero sulla sponsorizzazione di grandi nomi del poker, si basa il concetto di Brannan.
"Funziona come le squadre di calcio: hanno uno sponsor, magari piu' di uno. Fanno il loro campionato e portano lo sport ai massimi livelli quando giocano in competizioni mondiali."
E se così fosse?
Oltre allo sci di fondo, potremmo trovare una scaletta con i tornei di Texas Hold'em nel prossimo palinsesto olimpico?
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