Il Giappone, il gioco d'azzardo, la Yakuza e i Casino. Tutte facce della stessa medaglia, ma quale prevarrà?
Il gioco d'azzardo in Giappone è severamente vietato dal Criminal Code (Capitolo 23) ma in questo paese dalle mille sfaccettature esistono varie eccezioni; queste eccezioni contemplano le corse dei cavalli e alcuni tipi di sport.
Gli sport pubblici (chiamati 光栄協議 - Kouei Kyougi) vengono regolamentati da speciali leggi che mirano ad aumentare gli introiti del Governo massimizzando lo spettacolo per il pubblico. Si puo' quindi scommettere legalmente sulle corse delle biciclette, sulle corse di automobili su strada, sulle corse di determinate imbarcazioni.
Anche le lotterie (多角時 - Takakuji) sono regolamentate dai Governi delle Prefetture e vengono pubblicizzate solo in determinati giorni dell'anno.
Quello che al Giappone manca è il gioco d'azzardo come viene inteso nel resto del mondo; il Pachinko (una specie di flipper verticale che funziona come una slot machine) non è più considerato illegale per ragioni che affondano le radici in antefatti storici e culturali. Unica regolamentazione è che le vincite al Pachinko non vengano emesse in denaro - anche se, come dappertutto, fatta la legge vien trovato l'inganno.
La Yakuza si è sistemata ai vertici dei Casino illegali e gestisce un numero imprecisato di attività legate alle scommesse clandestine e al gioco d'azzardo; data la natura della cultura nipponica è doveroso precisare che i loro giochi d'azzardo consistono prettamente nel Mahjong e nel classico Sasso-Carta-Forbici con retribuzione in denaro.
Al passo coi tempi, anche la Yakuza ha messo online i propri siti di gioco e ha favorito lo sviluppo di una comunità di giocatori con età che variano dai 17 ai 90 anni.
I Casino pubblici restano comunque illegali; negli ultimi anni molte interpellanze parlamentari, soprattutto da parte del Partito Liberale Democratico, hanno fatto leva sul possibile incremento del turismo grazie proprio alle case da gioco.
Ma i recenti scandali legati alle scommesse illegali sul sumo e un rapporto che ha esaltato l'enorme consumo energetico delle macchinette del Pachinko (e dei distributori automatici di merendine e bevande!) ha smosso gli animi dei conservatori che hanno deciso di votare negativamente contro le mozioni riguardanti il gioco d'azzardo, Casino compresi.
Un'altra motivazione riguarda l'aspetto psicologico: i Giapponesi, poco avvezzi ai Casino e al gioco d'azzardo, sarebbero tendenti alla dipendenza e alle ludopatie gravi.
Nonostante questi aspetti negativi le proposte di legalizzazione dei Casino sono quasi all'ordine del giorno nelle agende dei Parlamentari.
L'ultima proposta, in ordine di tempo, ipotizza la costruzione di un Casino in puro stile Vegas prima delle Olimpiadi di Tokyo del 2020; per attirare turisti e per dimostrare che il gioco d'azzardo non è poi così dannoso per la popolazione.
Lo studio presentato parla anche di numeri: con una popolazione di 128 milioni di unità ed una economia al terzo posto nel mondo, il calcolo approssimativo delle entrate derivanti dai Casino si aggira intorno ai 20 miliardi di dollari all'anno (il Nevada ne genera 11 all'anno). Con queste cifre il Giappone potrebbe diventare la seconda economia del gioco dopo Macau.
Investitori americani come Sheldon Adelson si sono fatti avanti per proporre la costruzione di un complesso del valore di 10 miliardi di dollari con una previsione di rientro, in cinque anni, del 400%.
Se la legge passerà si potranno mettere delle basi solide per un'economia di questo genere.
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