Carlo Braccini vince la sua battaglia contro l'Agenzia delle Entrate: dovrà essere rimborsato!
La notizia arriva tramite un post sul profilo Facebook di Carlo Braccini, Team Pro di PokerClub Lottomatica:
"Stamattina, finalmente, una gran bella notizia. Il dott.CRISTALDI mi comunica che la commissione tributaria di Perugia ha emesso la sentenza in tempi brevissimi che da ragione a CARLO BRACCINI e che venga risarcito delle spese sostenute... il tutto, per ora, in riferimento all'anno 2007!"
Dopo una prima “vittoria a metà” a marzo, quando la sentenza riferita all’anno d’imposta 2006 disponeva la disapplicazione delle sanzioni pur ritenendo dovute le imposte a carico del Braccini, in questa occasione la commissione tributaria di Perugia ha invece stabilito – e in tempi brevissimi – che al giocatore vengano risarcite tutte le spese effettuate in relazione all'anno 2007.
Un’altra battuta d’arresto per l’Agenzia delle Entrate con riferimento all’operazione All in dopo gli ultimi precedenti a favore dei player da parte delle commissioni tributarie di Salerno, Gorizia e Trieste.
Comprensibile la soddisfazione di Braccini che, visti i riscontri favorevoli ottenuti in tempi brevi da altri suoi colleghi, iniziava a temere che a Perugia la situazione avrebbe potuto avere risvolti amari.
Il Team Pro adesso sembra guardare all’intera faccenda con maggiore ottimismo, convinto che ormai dovrebbe essere solo una questione burocratica poter uscire indenne anche per quel che gli è stato imputato in riferimento agli anni 2008 e 2009.
Le ultime sentenze sembrano infatti delineare la possibilità di un nuovo contesto di garanzie legislative per i player in linea con i principi dell’Unione Europea.
La istituzioni europee si stanno impegnando attivamente per trovare una soluzione a questo problema e non resta che sperare che in tempi brevi si approdi a una legge che chiarisca in modo definitivo la questione in materia di doppia imposizione.
Nel frattempo Carlo Braccini ha promesso che non appena disporrà della sentenza la pubblicherà sul suo profilo Facebook per renderne note le motivazioni che lo hanno liberato da almeno una prima parte dell’incubo.
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