Commissione Europea "smonta" operazione All in: illegittima la tassazione sulle vincite all'estero!
La Commissione Europea ha depositato poche ore fa il proprio parere sulla questione riguardante i due poker players, uno dei quali è il romano Cristiano Blanco, a cui il fisco italiano aveva contestato qualche mese fa la mancata denuncia in fase di dichiarazione dei redditi di alcune vincite conseguite in tornei organizzati all'estero, chiedendo quindi il pagamento di una somma totale di quasi550.000€, frutto delle presunte imposte non versate ed appesantita ulteriormente dagli interessi maturati e dalle sanzioni dell'Agenzia delle Entrate.
I due giocatori, assistiti dall'avvocato/poker player Massimiliano Rosa e dal dottor Sebastiano Cristaldi si erano appellati alla Commissione Tributaria Provinciale di Roma, che ha da subito riconosciuto come la legge italiana in materia sia assolutamente discriminatoria considerata la tassazione alla fonte sulle vincite conseguite al di fuori del suolo italiano. Con queste premesse, i giudici hanno quindi deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Giustizia UE, per stabilire, come si legge da Gioconews, "se la violazione del diritto comunitario possa giustificarsi con motivi di ordine pubblico, sicurezza e salute pubblica, ex artt. 52 e 62 del TFUE."
Interpellata, la Commissione Europea ha dichiarato che questa normativa italiana non è fondamentale per la lotta al riciclaggio e tanto meno per contrastare le ludopatie, riconoscendola quindi, in attesa di un riscontro ufficiale, come illegittima: "Le autorità di uno Stato membro non possono validamente presumere, in maniera generale e senza distinzioni, che gli enti stabiliti in un altro Stato membro si dedichino ad attività criminali. Per di più, negare in maniera generale il beneficio dell'esenzione fiscale a tali enti appare sproporzionato, perché eccede quanto necessario per combattere la criminalità. Esistono, infatti, diversi metodi per controllare i loro conti e le loro attività".
La differenza di trattamento tra le vincite ottenute all'estero rispetto a quelle ottenute sul suolo italiano "non appare né idonea, né proporzionata a raggiungere l'obiettivo di prevenire il riciclaggio di denaro sporco. Infatti, se anche i proventi della criminalità organizzata in Italia nel 2011 ammontino a 150 miliardi di euro, non si evince in alcun modo che tali proventi siano tutti o maggiormente stati realizzati all'estero, ragion per la quale è difficile comprendere il trattamento discriminatorio delle vincite conseguite in casino stabiliti in altri Stati membri".
Tanti giocatori italiani possono quindi tirare un sospiro di sollievo. L'operazione "All In" esce infatti con le ossa rotte dalle dichiarazioni della Commissione Europea che fa praticamente decadere buona parte delle accuse mosse nei confronti di alcuni tra i più importanti poker pro italiani. La questione però non è ancora risolta e si attendono quindi nelle prossime settimane conferme in merito.
Photo courtesy of CreativeTravelerBlog.
Per rimanere sempre aggiornato su tutto quello che accade nel mondo del poker, segui PokerNews Italia su Twitter e diventa fan su Facebook.