Poker Online a rischio in Spagna. Liquidità condivisa in Europa sempre più lontana?
Solo poche settimane fa si è svolto a Roma un meeting tra i regolatori nazionali e tra i molti temi discussi c’era anche la questione della liquidità condivisa, da molti ormai ritenuta uno strumento di fondamentale importanza per una possibile rivitalizzazione del settore del poker.
La possibilità di realizzare questo progetto a livello europeo sembra tuttavia sempre più a rischio.
Dopo il no del Parlamento francese alle proposte in materia di liquidità comune presentate dall’ARJEL, l’ente regolatore d’oltralpe, anche in Spagna sembrano levarsi venti sempre più sfavorevoli al poker online.
Il gioco online in Spagna non ha sicuramente avuto vita facile. Dalle prime licenze rilasciate nel giugno 2012 si è arrivati alla drastica flessione del 20% registrata nel corso del 2013.
Ora altre nubi si addensano all’orizzonte. Il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), attualmente all’opposizione, sembra infatti impegnato in una vera e propria campagna contro il gioco online.
Lo scorso novembre lo PSOE ha proposto un’imposizione fiscale su tutte le mani vinte dai giocatori di poker online, senza peraltro riconoscere loro alcuna detrazione fiscale per le mani eventualmente perse.
Continuando su questa stessa linea, lo PSOE ha recentemente proposto una modifica alla legislazione per il gioco responsabile adottata nel 2013, sostenendo che alle misure già previste ne dovrebbero essere aggiunte altre, tra cui l’eliminazione dei bonus e degli incentivi nel poker online che incoraggiano le persone a incrementare il proprio tempo di gioco, la limitazione automatica della durata delle sessioni di gioco online grazie all’introduzione di sconnessioni temporizzate, l’imposizione di limiti di spesa predefiniti e di condizioni più severe per l’autenticazione dei conti di gioco.
La politica dello PSOE sembra derivare dalla convinzione che il gioco online incoraggi “la dipendenza con conseguenze sociali inaccettabili”, tanto da affermare che se vincerà le elezioni del 2015 promulgherà delle leggi che andranno a contrastare questo fenomeno, eliminandone direttamente la causa.
I provider di poker online presenti in Spagna hanno dovuto versare nel 2012 ingenti somme sottoforma di imposte retroattive per ottenere le licenze operative e ora iniziano probabilmente a considerare quell’esborso una perdita di risorse piuttosto che un investimento. Inoltre, visto il difficile momento congiunturale che il settore sta attraversando, alcuni hanno già deciso di abbandonare il mercato iberico.
Decisamente un futuro poco roseo per il mercato del poker online che è già strozzato dalle limitazioni imposte ai giocatori a cui sono preclusi gli altri mercati europei.
Per rimanere sempre aggiornati su tutto quello che accade nel mondo del poker, seguite PokerNews Italia su Twitter e diventate fan su Facebook.